La ballata dei padri infedeli – Rosa Teruzzi

Incipit La ballata dei padri infedeli - Rosa Teruzzi

Incipit La ballata dei padri infedeli

Aprì la porta. Scese le scale in punta di piedi. Uscì in cortile e lo attraversò, muovendosi rasente ai muri. Sebbene fosse ancora buio, le quattro e mezza di una mattina umida di ottobre, quell’alveare di centotrentotto appartamenti aveva occhi e orecchie sempre all’erta, e lei lo sapeva bene. Abitava lì da cinquantatré anni, da quando ne aveva appena quindici. La sua presenza sarebbe passata inosservata, se non fosse che la scala che stava imboccando non era la sua, come non lo era la soffitta dove era diretta. Era intestata ad Ambrogia Locatelli, la storica portinaia in pensione di quello stabile di via degli Etruschi, da sedici mesi ricoverata in una clinica di riabilitazione dopo una frattura del femore.
Isabella rabbrividì. Sai che figura se l’avessero scoperta a intrufolarsi nella proprietà d’altri come una ladra da quattro soldi. Ma non c’era alternativa: lei doveva sapere.
Gli ultimi gradini li fece quasi di corsa. Davanti alla porta del solaio sostò solo un attimo. Si guardò alle spalle. Non c’era nessuno. Allora estrasse uno dei ferri che le aveva lasciato in eredità il marito.
Rinaldo, sospirò.
Quante risate si sarebbe fatto vedendola inginocchiata a scassinare la serratura decrepita, lui che aveva sulla coscienza le casseforti di una ventina di banche.

Incipit tratto da:
Titolo: La ballata dei padri infedeli
Autrice: Rosa Teruzzi
Casa editrice: Sonzogno
In copertina: illustrazione di Fabio Visintin
Qui è possibile leggere le prime pagine di La ballata dei padri infedeli

La ballata dei padri infedeli - Rosa Teruzzi

Quarta di copertina / Trama

Tornata dalla prima vacanza con Gabriele, nella Milano grigia di fine ottobre, Libera è in preda a un turbine di emozioni: se da un lato l’attrazione che prova per lui è innegabile, dall’altro è in crisi per le avance di Furio e per via della richiesta del commissario di appendere le indagini al chiodo – specie adesso che è così vicina a scovare il Gatto con gli Stivali, all’anagrafe Diego Capistrano, il rapinatore mascherato che potrebbe essere suo padre. Nonostante le incertezze, Libera decide di dare comunque la caccia al latitante– affiancata dalla madre Iole e dalla Smilza, le socie di sempre –, ancora più determinata a far venire a galla la verità.
È così che le Miss Marple del Giambellino scoprono che l’uomo è rientrato in città, e che sta portando avanti un’indagine privata: Hamma, il padre del suo protetto, è scomparso dopo una rissa con un gruppo di peruviani, lasciandosi dietro una scia di sangue. Era uno spacciatore, e tutto fa pensare a una resa dei conti tra bande rivali; ma il suo corpo non è mai stato ritrovato, e Capistrano e le donne della famiglia Cairati sono decisi a vederci chiaro: finiranno per unire le forze, svelando segreti che avranno conseguenze insidiose e taglienti come spine.
(Sonzogno)

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Le conseguenze del male – Gian Andrea Cerone

Incipit Le conseguenze del male - Gian Andrea Cerone

Incipit Le conseguenze del male

Resta incantato a osservare la ruota che gira.
Nell’aria bollente del tramonto il fruscio dei raggi produce un sibilo soffocato, simile al ronzio di una mosca morente. La bicicletta ha terminato il suo volo oltre il ciglio della strada e ora giace, spaccata in due, sul limitare del fosso. Il manubrio rovesciato all’indietro, le manopole infilzate nella terra riarsa, il triangolo del telaio distorto, il piantone spezzato all’altezza delle pedivelle, la sella incastrata sotto una griglia per il deflusso delle acque piovane. L’uomo osserva ogni particolare dell’incidente, chiude gli occhi e si mette in ascolto. Il rombo della provinciale ricorda il rantolo di un temporale in fuga, si sentono cani abbaiare nelle vicinanze. Nel frattempo il ronzio declina in un soffio, la ruota rallenta i giri, il suono si spegne.
Soltanto allora riapre gli occhi.
Cerca con lo sguardo il corpo della donna. Lo ritrova lì, immobile, disteso accanto all’altra bicicletta. Avanza a passo deciso, la guarda dall’alto. Studia i lineamenti delicati, il viso pallido, i capelli scarmigliati e sporchi di polvere. Da un taglio sul labbro superiore sgorga un rivolo di sangue che lambisce la base del naso e scivola giù, lungo la guancia. Per un istante gli sembra di udire un motore che si avvicina, poi l’eco remota si allontana e svanisce nella calura.
(Prologo)

Incipit tratto da:
Titolo: Le conseguenze del male
Autore: Gian Andrea Cerone
Casa editrice: Guanda
In copertina: illustrazione di Giancarlo Caligaris
Qui è possibile leggere le prime pagine di Le conseguenze del male

Le conseguenze del male - Gian Andrea Cerone

Quarta di copertina / Trama

In una Milano torrida e semideserta di metà agosto, una donna viene trovata annegata nel Lambro. Non è il primo caso, nelle ultime settimane altre tre donne sono morte in circostanze misteriose. Tutte sono rimaste senza identità. Due giovani poliziotte della UACV, l’Unità di Analisi del Crimine Violento, non sono convinte che si tratti di suicidi e approfittano delle vacanze del resto della squadra per mettere in piedi un’indagine in proprio.
La loro solitudine dura poco, perché il commissario Mandelli, che si sta godendo gli ultimi giorni di mare in Liguria con la moglie Isa, viene richiamato in città per seguire la pista di un rapimento che lo tocca da vicino: è scomparsa quella Clara per cui tanti anni prima il suo cuore di marito fedele aveva (quasi) vacillato. l’ispettore Casalegno, in pieno idillio amoroso in montagna, non potrà sottrarsi all’obbligo morale di dare man forte al suo capo e mentore.
Mentre l’inchiesta sui presunti suicidi scoperchia un baratro di orrore e prigionia, la caccia di Mandelli e Casalegno si addentra nei meandri della vecchia e nuova criminalità impegnate in una feroce lotta per il potere.
Tra colpi di scena, sparatorie e piani di vendetta, le indagini si intrecciano, trascinando la squadra di Mandelli e il lettore fin nel cuore della Brianza, dove una cascina maledetta è lo scenario di vecchi fantasmi e crimini indicibili. Nella vertiginosa ricerca di verità, nessuno potrà sottrarsi alle conseguenze del Male
(Guanda)

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Una festa in nero – Alice Basso

Incipit Una festa in nero - Alice Basso

Incipit Una festa in nero

Anita socchiude le palpebre, un po’ per vederci meglio alla luce dei fari, mentre guida nella notte, un po’ perché socchiudere le palpebre è quello che fai senza accorgertene quando cerchi di ricordare le cose.
Com’è quell’espressione che usano nei libri?
Gli passò la vita davanti agli occhi.
Quando un personaggio crede di stare per morire, o è in una situazione di agitazione e tensione e insomma non è proprio proprio sicuro di uscirne, o di uscirne tutto intero, o comunque di uscirne uguale a prima; quando in sostanza è in uno di quei momenti della vita che la vita potrebbero cambiargliela, al personaggio la suddetta vita passa davanti agli occhi.
Anita si rende conto che è vero.
Sta guidando, e questo le richiede ancora una buona dose di concentrazione, ma sono già diversi minuti che una parte del suo cervello ha ritenuto non necessario concentrarsi sulla strada, la notte, le sagome scure degli alberi, e quelle cose che si spera siano animali che muovono le ombre a lato della strada. Quella scheggia impazzita di neuroni sta piuttosto impegnandosi a ripercorrere la sua vita – sua di Anita. E pure con una certa dovizia di particolari. Non dovrebbe comunque metterci molto, visto che il grosso della ricapitolazione la sta facendo non a partire dalla sua nascita – sua di Anita – ma dalla sua seconda nascita, per così dire: ossia da sei mesi prima.
Quando la vecchia Anita ha lasciato il posto alla nuova.
E la nuova Anita ha pensato bene di ficcarsi in un mare di guai.

Incipit tratto da:
Titolo: Una festa in nero
Autrice: Alice Basso
Casa editrice: Garzanti
In copertina: © Matilda Delves / Trevillion Images
© S Mega Pixel, © Arcansel / Shutterstock
Progetto grafico: Luigi Altomare / theWorldofDOT
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Una festa in nero - Alice Basso

Quarta di copertina / Trama

Torino, 1935. I fari della Balilla Spider Sport fendono il buio della notte. Il fatto che al volante ci sia una donna potrebbe sembrare strano, ma non se si tratta di Anita. Sono mesi, infatti, che fa cose poco consone, per non dire disdicevoli, sicuramente proibite. Come rimandare il matrimonio con Corrado solo per il desiderio di lavorare. Oppure scrivere, sotto lo pseudonimo di J.D. Smith, racconti gialli ispirati a fatti di cronaca per portare un po’ di giustizia dove ormai non ne esiste più. Un segreto che condivide con Sebastiano Satta Ascona, direttore della rivista «Saturnalia». E a essere sinceri scrivere non è l’unica cosa proibita che fanno insieme… Ma ora qualcosa è cambiato, ed è il motivo per cui Anita si trova a bordo di una macchina. Qualcuno ha iniziato a seguirli, e con le spie meglio non scherzare, di questi tempi. Meglio fare quello che chiedono. Anche se non è giusto. Anche se le richieste minacciano di stravolgere l’esistenza pacifica degli amici più stretti: la saggia Clara, l’irriverente Candida, la dolce Diana, l’affascinante Julian, il ribelle Rodolfo e, ovviamente, Sebastiano. Il suo Sebastiano. Perché vivono in anni così difficili? Perché non possono fidarsi di nessuno? Perché non smettono di attirare attenzioni indesiderate? Anita non ha le risposte, ma i protagonisti delle storie gialle che ha imparato ad amare la esorterebbero a non avere paura. Perché il pericolo è il sale della vita. Eppure, Anita non è abituata a fuggire. Non è abituata a mentire. All’improvviso, si trova in uno dei racconti di J.D. Smith, e non ha la minima idea di come potrà andare a finire.
Stampa, librai, lettori: tutti amano Alice Basso e, grazie al passaparola, i suoi romanzi diventano grandi bestseller. Ecco a voi un nuovo romanzo con protagonista Anita, sempre più coraggiosa e spericolata. L’amore la travolge, l’amicizia la commuove, le responsabilità la fanno crescere e il destino la mette alla prova come non mai. Come una vera eroina della letteratura.
(Garzanti)

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