Incipit Il vento conosce il mio nome
Nell’aria c’era un presentimento di sventura. Fin dal mattino presto, un vento di incertezza spazzava le strade, fischiando tra gli edifici, infilandosi dalle fessure di porte e finestre. “È l’inverno che arriva,” mormorò Rudolf Adler per farsi coraggio, ma il tempo e la stagione non bastavano a spiegare il peso sul petto che sentiva ormai da diversi mesi.
Incipit tratto da:
La paura era un fetore di ruggine e spazzatura incollato al naso di Adler; né il tabacco della pipa, né la fragranza agrumata del dopobarba riuscivano a smorzarlo. Quel pomeriggio, l’odore della paura alzato dalle raffiche di vento gli impediva di respirare; gli girava la testa e aveva la nausea. Decise di congedare i pazienti in attesa e di chiudere prima l’ambulatorio. La sua assistente, stupita, gli domandò se non si sentisse bene. Lavorava con lui da undici anni e il medico non aveva mai trascurato i suoi doveri; era un uomo metodico e puntuale. “Niente di che, Frau Goldberg, solo un raffreddore. Vado a casa,” rispose. Finirono di riordinare l’ambulatorio e di disinfettare gli strumenti e si salutarono sulla porta, come ogni giorno, senza sospettare che non si sarebbero più rivisti. Frau Goldberg si diresse verso la fermata del tram e Rudolf Adler percorse a passo spedito i pochi isolati che lo separavano dalla farmacia, con la testa incassata fra le spalle, il cappello in una mano e la valigetta nell’altra. Il marciapiede era umido e il cielo coperto, doveva aver piovigginato e più tardi sarebbe caduto uno di quegli acquazzoni autunnali che lo sorprendevano sempre senza ombrello. Aveva fatto quelle strade migliaia di volte, le conosceva a memoria e non mancava mai di apprezzare la sua città, una delle più belle del mondo: l’armonia degli edifici barocchi e Art Nouveau, gli alberi maestosi che iniziavano a perdere le foglie, la piazza del quartiere, la statua equestre, la vetrina della pasticceria con la sua parata di dolci e quella dell’antiquario, piena di curiosità; ma questa volta tenne lo sguardo a terra. Portava il peso del mondo sulle spalle.
Titolo: Il vento conosce il mio nome
Autrice: Isabel Allende
Traduzione: Elena Liverani
Titolo originale: El viento conoce mi nombre
Casa editrice: Feltrinelli
In copertina: illustrazione di Pierre Mornet
Quarta di copertina / Trama
Vienna, 1938. Samuel Adler è un bambino ebreo di sei anni il cui padre scompare durante la Notte dei cristalli, quando la sua famiglia perde tutto. La madre, per salvarlo, lo mette su un treno che lo porterà dall’Austria all’Inghilterra. Per Samuel inizia così una nuova fase della sua lunga vita, sempre accompagnato dal suo fedele violino e dal peso dell’incertezza e della solitudine.
Arizona, 2019. Anita Díaz, sette anni, sale su un altro treno con sua madre per sfuggire a un pericolo imminente nel Salvador e cercare rifugio negli Stati Uniti. Ma il loro arrivo coincide con la nuova politica di separazione famigliare, e Anita si ritrova sola e spaventata in un centro di accoglienza a Nogales. Lontana dai suoi affetti e senza certezze, si rifugia su Azabahar, una magica stella che esiste solo nella sua immaginazione. Nel frattempo Selena Durán, una giovane assistente sociale, chiede aiuto a un avvocato di successo nella speranza di rintracciare la madre di Anita.
Intrecciando passato e presente, Il vento conosce il mio nome racconta la storia di due personaggi indimenticabili, entrambi alla ricerca di una famiglia. È una testimonianza delle scelte estreme a cui i genitori sono costretti, una lettera d’amore ai bambini che sopravvivono ai traumi più devastanti senza mai smettere di sognare.
Dall’autrice del bestseller Violeta, un nuovo romanzo indimenticabile in cui passato e presente si intrecciano: la fuga dalla tragedia del nazismo in Austria e quella dalla violenza nel Salvador, tra amore, sradicamento e speranza.
(Feltrinelli; Narratori)