La somma dei giorni – Isabel Allende

Nella mia vita non mancano drammi, ne ho viste di tutti i colori e ho materiale in abbondanza per scrivere, eppure, quando arriva il 7 gennaio, sono comunque in ansia.

Incipit La Somma Dei Giorni

Nella mia vita non mancano drammi, ne ho viste di tutti i colori e ho materiale in abbondanza per scrivere, eppure, quando arriva il 7 gennaio, sono comunque in ansia. Stanotte non ho potuto dormire, si è abbattuta su di noi una tempesta, il vento ruggiva tra le querce e colpiva le finestre di casa, apogeo del diluvio biblico delle ultime settimane. Alcuni quartieri della contea sono stati inondati, i pompieri non sono riusciti a far fronte a un disastro di tali proporzioni, la gente si è riversata in strada, con l’acqua alla vita, per mettere in salvo dalla marea ciò che poteva. I mobili fluttuavano per i viali principali e alcuni animali domestici, spaventati, attendevano i padroni sui tetti delle macchine semi-sommerse, mentre i reporter catturavano dagli elicotteri le immagini di questo inverno in California, che sembra l’uragano in Louisiana. In alcuni quartieri non è stato possibile circolare per un paio di giorni e, quando finalmente ha spiovuto e si è vista la gravita del disastro, sono dovute intervenire squadre di immigrati latinoamericani che si son messe al lavoro per aspirare l’acqua con le pompe e portare via le macerie a mano. La nostra casa appollaiata su una collina ci preserva dalle inondazioni, in compenso le sferzate del vento che riceve frontalmente sono così forti da piegare le palme e ogni tanto riescono a sradicare di netto gli alberi più orgogliosi, quelli che non chinano la testa. A volte, nel culmine della tempesta, si alzano onde capricciose che sommergono l’unica strada di accesso; allora, affascinati, osserviamo dall’alto lo spettacolo inusitato della baia infuriata.

Incipit tratto da:
Titolo: La somma dei giorni
Autrice: Isabel Allende
Traduzione: Elena Liverani
Titolo originale: La suma de los días
Casa editrice: Feltrinelli

Libri di Isabel Allende

Copertine di La somma dei giorni di Isabel Allende

Incipit La Suma De Los Días

No falta drama en mi vida, me sobra material de circo para escribir, pero de todos modos llego ansiosa al 7 de enero. Anoche no pude dormir, nos golpeó la tormenta, el viento rugía entre los robles y vapuleaba las ventanas de la casa, culminación del diluvio bíblico de las recientes semanas. Algunos barrios del condado se inundaron, los bomberos no dieron abasto para responder a tan soberano desastre y los vecinos salieron a la calle, sumergidos hasta la cintura, para salvar lo que se pudiera del torrente. Los muebles navegaban por las avenidas principales y algunas mascotas ofuscadas esperaban a sus amos sobre los techos de los coches hundidos, mientras los reporteros captaban desde los helicópteros las escenas de este invierno de California, que parecía huracán en Louisiana. En algunos barrios no se pudo circular durante un par de días, y cuando por fin escampó y se vio la magnitud del estropicio, trajeron cuadrillas de inmigrantes latinos que se dieron a la tarea de extraer el agua con bombas y los escombros a mano. Nuestra casa, encaramada en una colina, recibe de frente el azote del viento, que doblega las palmeras y a veces arranca de cuajo los árboles más orgullosos, aquellos que no inclinan la cerviz, pero se libra de las inundaciones. A veces, en la cúspide del vendaval, se levantan olas caprichosas que anegan el único camino de acceso; entonces, atrapados, observamos desde arriba el espectáculo inusitado de la bahía enfurecida.

Incipit tratto da:
Título : La suma de los días
Autor : Isabel Allende
Editor : HarperCollins
Lengua : Español

Quarta di copertina / Trama

Sono gli anni che seguono la morte della figlia Paula e Isabel Allende adotta la forma del “diario” per fare la cronaca della famiglia, faticosamente riunita in California. I ricordi si intrecciano alle riflessioni sulla vita, sulla sua opera e sul mondo contemporaneo. Due leitmotiv danno coesione all’insieme: la relazione amorosa con il secondo marito Willie e l’ansia di costituire e difendere una grande tribù familiare. Isabel tiene letteralmente insieme un clan variegatissimo e lo governa come una vera patriarca. Dopo La casa degli spiriti come dubitare di questa inclinazione? E se talora la generosità travalica in esercizio di potere, in deliberato controllo delle altrui vite per modificarne il corso, è pur vero che da questo movimentato ritratto emergono gli indiscutibili pregi della famiglia allargata, come luogo dell’affetto e della comprensione. Se le avventure della tribù e della sua “regina” la fanno da padrone, non mancano le riflessioni sull’incombere del tempo, sulle debolezze di un carattere forte, sulla rivincita del buon senso, sulla capacità di cambiare e in ultima analisi, sul dono di sapersi prendere in giro che dovrebbero sempre accompagnarci nella fatica di vivere. Si esce dalla lettura con la sensazione di aver attraversato una grande galleria di ritratti familiari, di aver vissuto una cronaca di affetti che ci riguarda da vicino. Con intelligenza e autoironia Isabel ci mostra le difficoltà di tenere insieme un clan variegatissimo e di dominarlo; mettendo a nudo le proprie inclinazioni, la scrittrice de La casa degli spiriti ci dice che l’eccessiva generosità rischia di sconfinare nell’invadenza.
(Ed. Feltrinelli; Economica Universale)

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Paula – Isabel Allende

Ascolta,

Incipit Paula

Ascolta, Paula, ti voglio raccontare una storia, così quando ti sveglierai non ti sentirai tanto sperduta.

Incipit tratto da:
Titolo: Paula
Autrice: Isabel Allende
Traduzione: Gianni Guadalupi
Titolo originale: Paula
Casa editrice: Feltrinelli

Libri di Isabel Allende

Copertine di Paula di Isabel Allende

Incipit Paula

Escucha, Paula, voy a contarte una historia, para que cuando despiertes no esté tan perdida.

Incipit tratto da:
Título : Paula
Autor : Isabel Allende
Editor : Rayo
Lengua : Español

Quarta di copertina / Trama

Nato da una terribile esperienza privata dell’autrice, la morte di una figlia, Paula è forse il libro più sofferto e immediato di Isabel Allende, più vicino alla frammentaria intimità del diario e del racconto orale, che non alle sorvegliate architetture del romanzo. Qui Isabel non inventa niente, e neanche trasfigura, come invece le riesce solitamente benissimo, i dati reali del vissuto suo o della propria famiglia: qui alla cronaca asciutta, carica di dolore imploso, della malattia, del coma, e della morte della figlia Paula – una ventottenne felice, innamoratissima del marito e del suo lavoro – si fonde il resoconto di una «leggenda familiare» che la madre narra alla figlia durante il lunghissimo coma della ragazza; «così», dice, «quando ti sveglierai non ti sentirai tanto sperduta».
Paula muore il 6 dicembre 1992, e il libro esce nel 1994, scritto dunque a ridosso, se non addirittura nel corso, della tristissima vicenda. Letteratura come terapia, dunque, o come esorcismo, parziale e provvisoria consolazione, di una tragedia altrimenti insopportabile. Ed è un pathos assolutamente genuino quello che si sprigiona da queste pagine privatissime e insieme universali, un pathos che coinvolge e commuove, come provano le innumerevoli lettere giunte alla Allende da tutto il mondo dopo la pubblicazione del romanzo (lettere poi da lei selezionate e pubblicate, nel 1997, col titolo Paula. Lettere dal mondo). Ma è pure, e forse involontariamente, uno strenuo esercizio di sublimazione, che riafferma senza ambagità il valore morale della scrittura letteraria di fronte alla quota di male che tocca vivere.
(La biblioteca di Repubblica; Novecento)

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Ritratto in seppia – Isabel Allende

Sono venuta al mondo un martedì d’autunno del 1880, nella dimora dei miei nonni materni, a San Francisco.

Incipit Ritratto In Seppia

Sono venuta al mondo un martedì d’autunno del 1880, nella dimora dei miei nonni materni, a San Francisco. Mentre all’interno di quella labirintica casa di legno mia madre, grondante di sudore, ansimava per aprirmi un varco, il cuore intrepido e le ossa disperate, nella strada ribolliva la vita selvaggia del quartiere cinese con il suo aroma indelebile di cucina esotica, il suo chiassoso torrente di dialetti sbraitati, la sua inestinguibile folla di api umane in un frettoloso andirivieni.

Incipit tratto da:
Titolo: Ritratto in seppia
Autrice: Isabel Allende
Traduzione: Elena Liverani
Titolo originale: Retrato en sepia
Casa editrice: Feltrinelli

Libri di Isabel Allende

Copertine di Ritratto in seppia di Isabel Allende

Incipit Retrato en sépia

Vine al mundo un martes de otoño de 1880, bajo el techo de mis abuelos maternos, en San Francisco. Mientras dentro de esa laberíntica casa de madera jadeaba mi madre montaña arriba con el corazón valiente y los huesos desesperados para abrirme una salida, en la calle bullía la vida salvaje del barrio chino con su aroma indeleble a cocina exótica, su torrente estrepitoso de dialectos vociferados, su muchedumbre inagotable de abejas humanas yendo y viniendo de prisa.

Incipit tratto da:
Título : Retrato en sépia
Autor : Isabel Allende
Editor: Rayo
Lengua : Español

Quarta di copertina / Trama

Figlia di tutti e di nessuno, Aurora del Valle cresce prima con i nonni materni, poi sotto la guida dell’anticonformista nonna paterna, Paulina del Valle,che le apre, quasi per caso, il mondo della fotografia. Con la passione della neofita, Aurora fissa al lampo di magnesio gruppi di famiglia, case, paesaggi, personaggi, finché non si rende conto di poter leggere attraverso questi “ritratti in seppia” non solo la realtà visibile ma anche le verità più riposte, i sentimenti più segreti. L’immersione nel passato segue quasi per istinto, automatica. Tutto viene a galla: nodi del sangue, passioni, avventure, intrecci, storie di famiglia e storie del mondo. Con magnifica sapienza, Isabel Allende ci offre una straordinaria saga famigliare che fonde personaggi già apparsi in La figlia della fortuna e La casa degli spiriti. Ritratto in seppia si rivela, insomma, come il secondo capitolo di una ideale trilogia, di un unico grande ininterrotto narrare che copre più di un secolo di storia.
(Ed. Universale Economica Feltrinelli)

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