Cuore nero – Silvia Avallone

Incipit Cuore nero - Silvia Avallone

Incipit Cuore nero

Il lunedì di novembre in cui Emilia e suo padre imboccarono il sentiero chiamato Stra’ dal Forche e risalirono il bosco di castagni che separa Sassaia dal resto del mondo, era il giorno dei morti.
Riccardo continuava a pensare che un posto del genere – una minuscola frazione isolata – non fosse adatto a cominciare una nuova vita: non per sua figlia, non dopo quello che aveva passato e, soprattutto, non da sola. Ma Emilia procedeva a passo spedito, convinta.
D’altra parte, il cielo era di un blu abbagliante quella mattina. L’aria, ripulita alla perfezione dalla pioggia della notte precedente, lasciava emergere anche i dettagli più lontani, e c’era una tale luce appoggiata alle cose: come se nessuno avesse potuto morire mai, e nessuna storia finire, su questo crinale illibato di terra.

Incipit tratto da:
Titolo: Cuore nero
Autrice: Silvia Avallone
Casa editrice: Rizzoli
Qui è possibile leggere le prime pagine di Cuore nero

Cuore nero - Silvia Avallone

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Quarta di copertina / Trama

L’unico modo per raggiungere Sassaia, minuscolo borgo incastonato tra le montagne, è una strada sterrata, ripidissima, nascosta tra i faggi. È da lì che un giorno compare Emilia, capelli rossi e crespi, magra come uno stecco, un’adolescente di trent’anni con gli anfibi viola e il giaccone verde fluo. Dalla casa accanto, Bruno assiste al suo arrivo come si assiste a un’invasione. Quella donna ha l’accento “foresto” e un mucchio di borse e valigie: cosa ci fa lassù, lontana dal resto del mondo? Quando finalmente s’incontrano, ciascuno con la propria solitudine, negli occhi di Emilia – “privi di luce, come due stelle morte” – Bruno intuisce un abisso simile al suo, ma di segno opposto. Entrambi hanno conosciuto il male: lui perché l’ha subito, lei perché l’ha compiuto – un male di cui ha pagato il prezzo con molti anni di carcere, ma che non si può riparare. Sassaia è il loro punto di fuga, l’unica soluzione per sottrarsi a un futuro in cui entrambi hanno smesso di credere. Ma il futuro arriva e segue leggi proprie; che tu sia colpevole o innocente, vittima o carnefice, il tempo passa e ci rivela per ciò che tutti siamo: infinitamente fragili, fatalmente umani. Con l’amore che solo i grandi autori sanno dedicare ai propri personaggi, Silvia Avallone ha scritto il suo romanzo più maturo, una storia di condanna e di salvezza che indaga le crepe più buie e profonde dell’anima per riempirle di compassione, di vita e di luce.
(Rizzoli)

Un’amicizia – Silvia Avallone

Incipit Un'amicizia - Silvia Avallone

Incipit Un’amicizia

Il fondo del buio era il luogo che mi faceva più paura, da bambina. Bastava scendere in garage senza premere l’interruttore, socchiudere la porta della cantina, ed eccolo lì, muto e denso. In agguato.
Nel fondo del buio poteva annidarsi qualsiasi pericolo. Streghe, animali spaventosi, mostri senza volto, ma anche niente: il vuoto. Credo sia stata questa la ragione che mi ha costretta a dormire con mia madre fino a un’età irragionevole che mi vergogno a dire.
Adesso, a trentatré anni, guardo nel fondo del buio della mia stanza e mi sembra di sentire i miei vecchi diari scricchiolare nel nascondiglio in cui li ho sepolti vivi dopo averti persa. Cinque anni di liceo e uno di università riassunti con calligrafia svolazzante, uniposca e lustrini d’argento, silenziati e quiescenti come dentro un reattore abbandonato.
Da quando non siamo più amiche ho smesso di tenere traccia della vita.

Incipit tratto da:
Titolo: Un’amicizia
Autrice: Silvia Avallone
Casa editrice: Rizzoli
Qui è possibile leggere le prime pagine di Un’amicizia

Un'amicizia - Silvia Avallone

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Quarta di copertina / Trama

Se le chiedessero di indicare il punto preciso in cui è cominciata la loro amicizia, Elisa non saprebbe rispondere. È stata la notte in cui Beatrice è comparsa sulla spiaggia – improvvisa, come una stella cadente – con gli occhi verde smeraldo che scintillavano nel buio? O è stato dopo, quando hanno rubato un paio di jeans in una boutique elegante e sono scappate sfrecciando sui motorini? La fine, quella è certa: sono passati tredici anni, ma il ricordo le fa ancora male. Perché adesso tutti credono di conoscerla, Beatrice: sanno cosa indossa, cosa mangia, dove va in vacanza. La ammirano, la invidiano, la odiano, la adorano. Ma nessuno indovina il segreto che si nasconde dietro il suo sorriso sempre uguale, nessuno immagina un tempo in cui “la Rossetti” era soltanto Bea – la sua migliore amica.
Elisa è una donna schiva, forse un po’ all’antica. Non ama le foto e i social, convinta com’è che chi siamo sia “infinitamente più interessante, e commovente, di quel che vorremmo a tutti i costi sembrare”. Ora però vuole mettersi in gioco, fare i conti con se stessa scrivendo: perché soltanto le parole possono restituirci la complessità delle storie che non mostriamo al mondo e che pure, silenziosamente, tutti ci portiamo dentro. Attraverso la sua voce, Silvia Avallone ci accompagna in questo romanzo potente e liberatorio, invitandoci a riflettere sul nostro presente e a domandarci: “La vita ha davvero bisogno di essere raccontata, per esistere?”
(Ed. Rizzoli)

Da dove la vita è perfetta – Silvia Avallone

Incipit Da dove la vita è perfetta - Silvia Avallone

Incipit Da dove la vita è perfetta

Arrivava, da chissà quale universo sprofondato nel corpo. Da così lontano dentro la carne, come se provenisse da un paese straniero.
E aumentava, s’irradiava dall’ombelico a dismisura. Esatta, regolare: sessanta secondi interi. Lei lo sapeva che le avrebbe schiantato le reni. E poi, sarebbe cresciuta ancora. Si sarebbe fatta gigante come sua madre la sera prima abbandonata sul divano, come il telefono in corridoio che non aveva squillato per anni; gli occhi di Zeno quando le aveva detto: «Sì, andiamo via».
Le avrebbe fermato il cuore, come tutte le cose che non potevano guarire. Adele lo sapeva.
Respira. Era quello che le ripetevano di fare. Ma lei non poteva respirare. Aveva i polmoni pieni di segatura. Il dolore le comprimeva il torace, glielo spaccava a metà come una mela. Il dolore era l’unica verità vera. Così sterminato, quanto l’Adriatico a febbraio.

Incipit tratto da:
Titolo: Da dove la vita è perfetta
Autrice: Silvia Avallone
Casa editrice: Rizzoli
In copertina: Fotografia di Francesca Leoneschi
Qui è possibile leggere le prime pagine di Da dove la vita è perfetta

Da dove la vita è perfetta - Silvia Avallone

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Quarta di copertina / Trama

C’è un quartiere vicino alla città ma lontano dal centro, con molte strade e nessuna via d’uscita. C’è una ragazzina di nome Adele, che non si aspettava nulla dalla vita, e invece la vita le regala una decisione irreparabile. C’è Manuel, che per un pezzetto di mondo placcato oro è disposto a tutto ma sembra nato per perdere. Ci sono Dora e Fabio, che si amano quasi da sempre ma quel “quasi” è una frattura divaricata dal desiderio di un figlio. E poi c’è Zeno, che dei desideri ha già imparato a fare a meno, e ha solo diciassette anni. Questa è la loro storia, d’amore e di abbandono, di genitori visti dai figli, che poi è l’unico modo di guardarli. Un intreccio di attese, scelte e rinunce che si sfiorano e illuminano il senso più profondo dell’essere madri, padri e figli. Eternamente in lotta, eternamente in cerca di un luogo sicuro dove basta stare fermi per essere altrove.
Silvia Avallone ha parole come sentieri allungati oltre un orizzonte che davamo per scontato. Fa deflagrare la potenza di fuoco dell’età in cui tutto accade, la forza del destino che insegue chi vorrebbe solo essere diverso. Apre finestre, prende i dettagli della memoria e ne fa mosaici. Sedetevi con lei su una panchina e guardate lontano, per scoprire che un posto da dove la vita è perfetta, forse, esiste.
(Ed. Rizzoli)