Vita degli elfi – Muriel Barbery

Incipit Vita degli elfi – Muriel Barbery

Incipit Vita degli elfi

La piccola passava la maggior parte del suo tempo libero fra i rami. Quando non si sapeva dove trovarla bastava passare in rassegna gli alberi, prima il grande faggio che sovrastava la tettoia nord, sul quale a lei piaceva fantasticare osservando il movimento della fattoria, poi il vecchio tiglio dell’orto, dopo il muretto di pietre fresche, e infine, cosa che accadeva più spesso d’inverno, le querce della comba a ovest del campo attiguo, un riflusso di terreno su cui sorgevano tre esemplari come non ce n’erano di più belli in tutto il paese. La piccola si annidava tra gli alberi tutto il tempo che poteva sottrarre a una vita di villaggio fatta di studio, pasti e messe, e talvolta invitava a salire determinati compagni che guardavano incantati le leggere piattaforme da lei montate sulle quali passavano magnifiche giornate a ridere e chiacchierare.

Incipit tratto da:
Titolo: Vita degli elfi
Autrice: Muriel Barbery
Traduzione: Alberto Bracci Testasecca
Titolo originale: La vie des elfes
Casa editrice: e/o
Qui è possibile leggere le prime pagine di Vita degli elfi

Vita degli elfi - Muriel Barbery

Incipit La vie des elfes

La petite passait l’essentiel de ses heures de loisir dans les branches. Quand on ne savait pas où la trouver, on allait aux arbres, d’abord au grand hêtre qui dominait l’appentis nord et où elle aimait à rêver en observant le mouvement dans la ferme, ensuite au vieux tilleul du jardin de curé après le petit muret de pierres fraîches, et enfin, et c’était le plus souvent en hiver, aux chênes de la combe ouest du champ attenant, un ressac du terrain planté de trois spécimens comme on n’en avait pas de plus beaux au pays. La petite nichait dans les arbres tout le temps qu’elle pouvait dérober à une vie de village faite d’étude, de repas et de messes, et il arrivait qu’elle y invitât certains camarades qui s’émerveillaient des esplanades légères qu’elle y avait ménagées et passaient là de fiers jours à causer et à rire.

Incipit tratto da:
Titre: La vie des elfes
Auteur: Muriel Barbery
Editeur: Gallimard
Langue: Français

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Quarta di copertina / Trama

Vita degli elfi è un romanzo che sfida le aspettative, non facile da classificare. È una storia sull’animo umano intrisa di immaginario, una storia che esprime un messaggio di speranza attraverso una prosa lirica e ammaliante.
Quando l’armonia tra gli esseri viventi si tramuta in disaccordo le stagioni vanno alla deriva e il mondo naturale si ritrova in preda allo scompiglio; gli esseri umani, ormai incapaci di provare empatia e percepire l’incanto, si abbandonano all’odio, alla violenza e alla guerra.
È così che scoppia, sia sulla Terra che nel mondo delle brume, lì dove vivono gli elfi, una battaglia epica tra le forze che aspirano a ristabilire l’armonia nel mondo e quelle che vogliono definitivamente distruggerla. Un esercito di semplici contadini si prepara alla lotta, armato solo della propria antica familiarità con la terra e di un’innata simpatia per la magia. Ma l’umanità non può vincere questa battaglia da sola. La vittoria dipende dall’aiuto degli abitanti di un mondo celato alla vista degli umani. Tutte le speranze sono riposte in Maria e Clara, due ragazzine che grazie ai loro straordinari talenti artistici e al profondo legame con la natura renderanno possibile l’unione degli umani con il regno del soprannaturale.
Il nuovo romanzo di Muriel Barbery, accolto con ampi consensi in Francia nel 2015, è il primo di due libri su Maria e Clara, indimenticabili eroine di un mondo minacciato dall’annientamento. Ricco di personaggi accattivanti, questo romanzo ci racconta una storia intrigante sulle forze del bene e del male e si rivela una commovente meditazione sul potere della natura, della musica, dell’arte e della narrazione.
(Edizioni e/o)

Estasi culinarie – Muriel Barbery

Incipit Estasi culinarie – Muriel Barbery

Incipit Estasi culinarie

Quando prendevo possesso della tavola lo facevo da monarca. Eravamo i re, gli astri splendenti in quelle poche ore di banchetto che avrebbero deciso il loro futuro, che avrebbero segnato l’orizzonte tragicamente vicino o deliziosamente lontano e radioso delle loro speranze di chef. Facevo il mio ingresso in sala come il console che entra nell’arena a ricevere le acclamazioni, e ordinavo che la festa avesse inizio. Chi non ha mai assaporato il profumo inebriante del potere non può immaginare l’improvvisa scarica di adrenalina che irradia il corpo da capo a piedi, che scatena l’armonia dei gesti, che cancella ogni fatica e ogni realtà contraria al vostro piacere, l’estasi della sfrenata potenza di chi ormai non deve più lottare, ma soltanto godere di ciò che ha conquistato, gustandosi all’infinito l’ebbrezza di incutere timore.
(Il sapore)

Incipit tratto da:
Titolo: Estasi culinarie
Autrice: Muriel Barbery
Traduzione: Emanuelle Caillat, Cinzia Poli
Titolo originale: Une gourmandise
Casa editrice: E/O
Qui è possibile leggere le prime pagine di Estasi culinarie

Estasi culinarie – Muriel Barbery

Incipit Une Gourmandise

Quand je prenais possession de la table, c’était en monarque. Nous étions les rois, les soleils de ces quelques heures de festin qui décideraient de leur avenir, qui dessineraient l’horizon, tragiquement proche ou délicieusement lointain et radieux, de leurs espoirs de chefs. Je pénétrais dans la salle comme le consul entre dans l’arène pour être acclamé et j’ordonnais que la fête commence. Qui n’a jamais goûté au parfum enivrant du pouvoir ne peut imaginer ce soudain éclaboussement d’adrénaline qui irradie tout le corps, déclenche l’harmonie des gestes, efface toute fatigue, toute réalité qui ne se plie pas à l’ordre de votre plaisir, cette extase de la puissance sans frein, quand il n’y a plus à combattre mais seulement à jouir de ce que l’on a gagné, en savourant à l’infini l’ivresse de susciter la crainte.

Incipit tratto da:
Titre: Une Gourmandise
Auteur: Muriel Barbery
Editeur: Gallimard
Langue: Français

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Quarta di copertina / Trama

Nel signorile palazzo di rue de Grenelle, già reso celebre dall'”Eleganza del riccio”, monsieur Arthens, il più grande critico gastronomico del mondo, il genio della degustazione, è in punto di morte. Il despota cinico e tremendamente egocentrico, che dall’alto del suo potere smisurato decide le sorti degli chef più prestigiosi, nelle ultime ore di vita cerca di recuperare un sapore primordiale e sublime, un sapore provato e che ora gli sfugge, il Sapore per eccellenza, quello che vorrebbe assaggiare di nuovo, prima del trapasso. Ha così inizio un viaggio gustoso e ironico che ripercorre la carriera di Arthens dall’infanzia ai fasti della maturità, attraverso la celebrazione di piatti poveri e prelibatezze haute cuisine. A fare da contrappunto alla voce dell’arrogante critico c’è la nutrita galleria delle sue vittime (i familiari, l’amante, l’allievo, il gatto e anche la portinaia Renée), ciascuna delle quali prende la parola per esprimere il suo punto di vista su un uomo che, tra grandezze pubbliche e miserie private, sembra ispirare solo sentimenti estremi, dall’ammirazione incondizionata al terrore, dall’amore cieco all’odio feroce. Anche in questo romanzo d’esordio Muriel Barbery racconta, assieme ai piaceri e alle tenerezze della vita, l’arroganza e la volgarità del potere (in un ambiente spietato dove – è cronaca di questi anni – un cuoco si uccide perché ha perso una stella Michelin).
(Ed. e/o; Dal Mondo)

L’eleganza del riccio – Muriel Barbery

Incipit L'eleganza del riccio – Muriel Barbery

Incipit L’eleganza del riccio

“Marx cambia completamente la mia visione del mondo” mi ha dichiarato questa mattina il giovane Pallières che di solito non mi rivolge nemmeno la parola.
Antoine Pallières, prospero erede di un’antica dinastia industriale, è il figlio di uno dei miei otto datori di lavoro. Ultimo ruttino dell’alta borghesia degli affari – la quale si riproduce unicamente per singulti decorosi e senza vizi -, era tuttavia raggiante per la sua scoperta e me la narrava di riflesso, senza sognarsi neppure che io potessi capirci qualcosa. Che cosa possono mai comprendere le masse lavoratrici dell’opera di Marx? La lettura è ardua, la lingua forbita, la prosa raffinata, la tesi complessa.
A questo punto, per poco non mi tradisco stupidamente.
“Dovrebbe leggere L’ideologia tedesca” gli dico a quel cretino in montgomery verde bottiglia.

Incipit tratto da:
Titolo: L’eleganza del riccio
Autrice: Muriel Barbery
Traduzione: Emanuelle Caillat e Cinzia Poli
Titolo originale: L’élegance du hérisson
Casa editrice: E/O
Qui è possibile leggere le prime pagine di L’eleganza del riccio

L'eleganza del riccio - Muriel Barbery

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Incipit L’élegance du hérisson

— Marx change totalement ma vision du monde, m’a déclaré ce matin le petit Pallières qui ne m’adresse d’ordinaire jamais la parole.
Antoine Pallières, héritier prospère d’une vieille dynastie industrielle, est le fils d’un de mes huit employeurs. Dernière éructation de la grande bourgeoisie d’affaires — laquelle ne se reproduit que par hoquets propres et sans vices —, il rayonnait pourtant de sa découverte et me la narrait par réflexe, sans même songer que je puisse y entendre quelque chose. Que peuvent comprendre les masses laborieuses à l’œuvre de Marx ? La lecture en est ardue, la langue soutenue, la prose subtile, la thèse complexe.
Et c’est alors que je manque de me trahir stupidement.
— Devriez lire l’Idéologie allemande, je lui dis, à ce crétin en duffle-coat vert sapin.

Incipit tratto da:
Titre: L’élegance du hérisson
Auteur: Muriel Barbery
Editeur: Gallimard
Langue: Français
L'eleganza del riccio – Audiolibro - Barbery

Quarta di copertina / Trama

L’eleganza del riccio, una raffinata commedia francese, è stato il caso letterario del 2007 in Francia: ha venduto centinaia di migliaia di copie grazie a un impressionante passaparola e ha vinto il Premio dei librai assegnato dalle librerie.
Siamo a Parigi in un elegante palazzo abitato da famiglie dell’alta borghesia. Dalla sua guardiola assiste allo scorrere di questa vita di lussuosa vacuità la portinaia Renée, che appare in tutto e per tutto conforme all’idea stessa della portinaia grassa, sciatta, scorbutica e teledipendente. Invece all’insaputa di tutti, Renée è una coltissima autodidatta, che adora l’arte, la filosofia, la musica, la cultura giapponese. Poi c’è Paloma, la figlia del ministro ottuso: dodicenne geniale, brillante e fin troppo lucida che, stanca di vivere, ha deciso di farla finita (il 16 giugno, giorno del suo tredicesimo compleanno, per l’esattezza). Fino ad allora continuerà a fingere di essere una ragazzina mediocre e imbevuta di sottocultura adolescenziale come tutte le altre.
Due personaggi in incognito, quindi diversi eppure accomunati dallo sguardo ironicamente disincantato, che ignari l’uno dell’impostura dell’altro, si incontrano solo grazie all’arrivo di monsieur Ozu, un ricco giapponese, il solo che saprà smascherare Renée e il suo antico, doloroso segreto.
(Ed. e/o)

Da questo romanzo il film Il riccio (Le hérisson) per la regia di Mona Achache (2009)