Castelli di rabbia – Alessandro Baricco

Incipit Castelli di rabbia – Alessandro Baricco

Incipit Castelli di rabbia

– Allora, non c’è nessuno qui?… BRATH!… Ma che canchero, sono diventati tutti sordi quaggiù… BRATH!
– Non strillare, ti fa male strillare, Arold.
– Dove diavolo ti eri cacciato… è un’ora che sto qui a…
– Il tuo calesse è a pezzi, Arold, non dovresti andare in giro così…
– Lascia perdere il calesse e prendi ‘sta roba piuttosto…
– Cos’è?
– Non lo so cos’è, Brath… che ne so io… è un pacco per la signora Rail…
– Per la signora Rail?
– È arrivato ieri sera… Ha l’aria di venire da lontano…
– Un pacco per la signora Rail…
– Senti, vuoi prrenderlo, Brath? Devo tornare a Quinnpak entro mezzogiorno…
– Okay, Arold
– Per la signora Rail, mi raccomando…
– Per la signora Rail.
– Va be’… non fare desserie, Brath… e fatti vedere ogni tanto in città, finirai di marcire a stare sempre quaggiù…
– Hai un calesse che fa schifo, Arold…
– Ci vediamo. okay? … Su, bello, via… Ci vediamo Brath!
– Non ci andreai tanto veloce su quel calesse, EHI, AROLD, NON CI ANDREI… non dovrebbe andarci tanto veloce su quel calesse. Fa schifo. Un calesse che fa schifo…
– Signor Brath…
– … capace che si sfascia solo a guardarlo…

Incipit tratto da:
Titolo: Castelli di rabbia
Autore: Alessandro Baricco
Casa Editrice: Rizzoli – BUR
Qui è possibile leggere le prime pagine di Castelli di rabbia

Castelli di Rabbia - Alessandro Baricco

Quarta di copertina / Trama

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Un’angolo d’Europa dell’Ottocento, Una piccola città immaginaria e verosimile. I sogni del signor Rail e le labbra della signora Rail. La favola dei primi treni. Un uomo che sente l’infinito. Un bambino che si porta addosso il suo destino. La magia del Crystal Palace, immane costruzione di vetro. La singolare vita di Hector Horeau, architetto geniale e perduto. Quello che assiste all’asta dei suoi beni, quello che uccide per stanchezza, quello che cantano una nota sola per tutta la vita, quella che ha sposato un uomo che non esiste più , quello che morì di meraviglia, quello che ogni giorno imparava una cosa e una sola. Schegge di Storia e fiumi di storie. Tutto in un libro costruito con una struttura e una scrittura spettacolari. Un libro che restituisce il piacere di ascolatare Grandi Racconti e la fiducia di poterli raccontare ancora. Il romanzo che nel 1991 ha segnato l’esordio di Alessandro Baricco.
(Ed. Rizzoli)

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Barnum – Alessandro Baricco

Incipit Barnum - Alessandro Baricco

Incipit Barnum

Stazione Ostiense, a Roma. Sembra una stazione di paese, al bar puoi fare la schedina, dal muro ti adocchiano carrelli vecchi di anni, dal banco panini che non ce la fanno più. Fuori fa un freddo cane, è buio, piove pure. L’estate è finita, Ostia è lontana. L’America, invece, è lì. Inizia alle otto e un quarto. L’America di Kafka, tradotta in partitura teatrale da Giorgio Corsetti, e squartata in spettacolo colto, passionale e soprattutto: itinerante. L’unico spettacolo in cui, insieme al biglietto di ingresso, ti danno anche un biglietto del métro. Vado a spiegare.
Il testo nasce dal romanzo mai finito di Kafka. Il titolo originale, più bello, era Il disperso. Poi diventato America. Barberio Corsersetti ne ha fatto un testo teatrale perndendo al volo un suggerimento lasciato in eredità da Benjamin. Non so perchè, ma l’ha immaginato come uno spettacolo che deve spaccarsi su scene diverse, di posti diversi. Assistervi dev’essere una processione. Palcoscenici disseminati in giro, come stazioni di una Via Crucis. L’ha fatto a Cividale, a Prato e a Milano. Adesso è riuscito a farlo a Roma. Partendo dalle pensiline tristi dell’Ostiense.

Incipit tratto da:
Titolo: Barnum
Sottotitolo: Cronache del Grande Show
Autore: Alessandro Baricco
Casa editrice: Feltrinelli
Qui è possibile leggere le prime pagine di Barnum

Barnum - Alessandro Baricco

Quarta di copertina / Trama

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Phileas Taylor Barnum è stato il più grande impresario circense della seconda metà dell’Ottocento e il suo nome è diventato sinonimo di spettacolo, di immenso baraccone di portenti.
Per Alessandro Baricco, Barnum è il mondo che si squaderna come un Grande Show, come una sequenza ininterrotta di spettacoli: spettacoli che son tali loro malgrado, gli uni e gli altri registrati con divertita passione.
Scritti per la rubrica che Baricco firma settimanalmente sulla “Stampa”, i Barnum rivelano, ora raccolti in un volume, una partitura segreta di irresistibile fascino. A ritmo serrato entrano in pista Jovanotti e Mike Bongiorno, la faccia di Funari e il popolo della Lega, la voce di Carmelo Bene e quella di Tom Waits, la musica di Michael Nyman e il minimalismo di Philip Glass, Topolino e Carlo Magno, la Liguria e la California, un film sterminato di Wim Wenders e una lunga coda davanti al Louvre.
Un circo dentro il circo, un teatro dentro il gran teatro del mondo.
(Universale Economica Feltrinelli)

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Barnum 2 – Alessandro Baricco

Incipit Barnum 2 – Alessandro Baricco

Incipit Barnum 2

Laurie Anderson, al Regio, a Torino. Due ore di spettacolo. Alla fine tutti applaudivano come matti, grida urli fischi, e questo è curioso, e istruttivo. Lei è uscita a prendersi l’ovazione con professionale compostezza. Poi non è più uscita, anche se l’ovazione continuava, e anche questo deve averci a che fare con la professionale compostezza, o forse, più verosimilmente, con una cosa che ho sempre sospettato e che adesso anche inizio a capire, e cioè che a quelli lì, alla fine, alla lunga, non gliene frega quasi più niente, delle ovazioni e del pubblico adorante, dev’essere come una postilla inevitabile ma trascurabile a qualcosa che è tutta storia loro, la sfida tra sé e il proprio talento, una cosa privata. Comunque non è più uscita. E il pubblico (dal radical chic al morto vivente con spilla nel naso, tutta la vasta gamma delle intelligenze irregolari) lì ad applaudire il più nulla.

Incipit tratto da:
Titolo: Barnum 2
Sottotitolo: Altre cronache dal Grande Show
Autore: Alessandro Baricco
Casa editrice: Feltrinelli
Qui è possibile leggere le prime pagine di Barnum 2

Barnum 2 - Alessandro Baricco

Quarta di copertina / Trama

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Barnum è sinonimo di spettacolo circense. Per Baricco, è la parola-filtro con cui si diverte a guardare il mondo nei suoi interventi giornalistici (prima su “La Stampa” di Torino, indi su “la Repubblica” con cui continua a collaborare): che siano eventi minori e marginali o grandi occasioni (la rivisitazione dell’arte di Maria Callas, il terremoto in Umbria, un viaggio in Giappone, l’arte di Pollini, l’eredità di Calvino, e così via), il taglio e lo stile sono quelli dello scrittore che va oltre il panorama offerto dai media e getta su cose e personaggi la luce intensa e penetrante dell’intelligenza. Con questa raccolta Baricco si conferma l’acuto osservatore di quel circo bizzarro che è la società dello spettacolo e lo spettacolo della società.
(Ed. Feltrinelli; Universale Economica)

Indice cronologico opere e bibliografia di Alessandro Baricco