Incipit Il dolore non esiste
Qui è possibile leggere le prime pagine di Il dolore non esisteMio padre si chiama Achille e non mi parla. È nato nel 1953, io sono nata nel 1977 e sono la sua terza figlia. Ha otto figli da tre mogli diverse. La prima figlia l’ha avuta a sedici anni, l’ultima a sessantasei. Con la sua prima figlia si è sempre parlato. Con la seconda non si è parlato per qualche anno e ora si parlano. Con le altre mie due sorelle e il mio unico fratello a volte non si è parlato ma ora si parla. Con le sue figlie più piccole non lo so, perché non me le ha mai presentate. A volte gli scrivo ma lui non mi risponde. A volte gli mando le foto di mio figlio Nico ma lui non mi risponde. Una sera gli ho mandato la foto delle nostre costellazioni nel cielo, la vergine e il capricorno, ma lui non mi ha risposto. In questo ultimo caso devo dire che lo capisco, perché inviare le nostre costellazioni fotografate nel cielo è un limite che mi prometto di non superare mai più.
Incipit tratto da:
Titolo: Il dolore non esiste
Autrice: Ilaria Bernardini
Casa editrice: Mondadori
Quarta di copertina / Trama
“Mio padre si chiama Achille e non mi parla”: questa storia comincia così, con un dialogo interrotto tra un padre e una figlia. Achille è stato un padre carismatico, con cui Ilaria da ragazza ha condiviso passioni, idee sulla vita e sul mondo, ma anche liti feroci e grandi silenzi. Fino a quando, senza un motivo scatenante o una colpa evidente, il silenzio ha inghiottito tutto. Achille ha smesso di cercarla, di rispondere alle sue telefonate e alle sue lettere. Forse, ha deciso di smettere di esserle padre.
Ma Ilaria non vuole smettere di essere figlia, ha bisogno di una spiegazione, di capire dove si è aperta la prima crepa. Perciò, con l’aiuto, reticente, del resto della famiglia, prova a ripercorrere la loro storia e la vita del padre, a ricostruirne per frammenti l’identità. È il suo modo per continuare a parlargli, a frequentarlo, ma anche un rituale per allenarsi alla perdita: di un padre, della giovinezza, del passato e di un figlio adolescente che sta crescendo in fretta e che giorno dopo giorno le tiene sempre meno la mano e crede sempre meno alle sue invenzioni e alle sue parole.
Contemporaneamente, quasi per caso, durante la pandemia Ilaria comincia a praticare la boxe. E un giorno, non certo per caso, si ricorda che anche il padre tirava di boxe, anzi era piuttosto bravo. Tanti anni prima le ha persino regalato un paio di guantoni. Non può che essere un segno: forse il padre la sta allenando in assenza per renderla più forte? Così, un po’ credendoci davvero, un po’ perché è una scrittrice e l’occasione narrativa è irresistibile, lo invita a una sfida sul ring. Gli fa sapere giorno e luogo del match e, anche se lui non risponde, una parte di lei spera e crede che si presenterà lo stesso.
E mentre si esercita a dare e ricevere pugni fantasma e consulta allenatori di ogni tipo – ma anche scrittori, scienziati, registi, antenate, sciamane e qualche animale -, raccoglie le forze per salire sul ring e le parole per scrivere pagine emozionanti, comiche e piene di vita. Romanzo autobiografico, indagine filosofica e intima sulla famiglia, l’amore e la nostalgia, Il dolore non esiste è un mantra luminoso per provare a celebrare tutto, anche quello che fa male.
(Mondadori)
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