Incipit Diavoleide
Qui è possibile leggere le prime pagine di DiavoleideI fatti del giorno venti
Incipit tratto da:
All’epoca in cui tutti saltabeccavano da un posto di lavoro all’altro, il compagno Korotkov si teneva ben stretto il suo incarico di segretario presso la SeCenPriMatFiam (Sede Centrale Principale dei Materiali per Fiammiferi), e vi lavorò per ben undici mesi di fila. Lì, al calduccio, Korotkov, un biondino dall’aria tenera e mite, aveva cancellato dalla propria testa l’idea che al mondo esistono i cosiddetti scherzi del destino, e si era convinto che lui – Korotkov – avrebbe lavorato alla sede fino alla scomparsa di ogni forma di vita sul globo terrestre.
Purtroppo, le cose non andarono proprio così…
Il 20 settembre del 1921, il cassiere del MatFiam si mise in testa il suo orrendo berretto con tanto di paraorecchie, sistemò in una cartella un mandato di pagamento scritto su un foglio a righe e se ne andò.
Titolo: Diavoleide
Autore: Michail A. Bulgakov
Traduzione: Andrea Tarabbia
Titolo originale traslitterato: D’javoljada
Casa editrice: Voland
Quarta di copertina / Trama
Diavoleide(…)è un racconto scritto in modo furioso, pullula di verbi di moto, di ripetizioni martellanti, di dialoghi rapidi (…) So bene che è difficile parlare con il senno di poi – di lì a tre anni, nel 1928, Bilgakov, avrebbe iniziato a elaborare uno dei più grandi romanzi del ‘900 e di sempre: tuttavia, non riesco sempre a non pensare che Mutandoner sia una versione primitiva di Voland, che le sue gesta racchiudano una prima idea delle peripezie di Azazel, Behemot e gli altri, che la sala con il colonnato inc ui Korotkov (un Berlioz ante litteram?) incontra Jan Sobesskij sia un’anteprima della magniifica sala dove si svolge il Gran Ballo di Satana e che la trafila di segretarie che popolano Diavoleide siano il laboratorio dove Bulgakov perfezionò i personaggi femminili del romanzo che non sono Margherita. Forse e proprio con Diavoleide che “il seme del diavolo” si impossessa definitivamente di Bulgakov: è da qui, da questo piccolo libro, allora, che bisogna partire per entrare nel mondo allucinante e grottesco di uno dei massimi scrittori del XX secolo.
ANDREA TARABBIA
(Ed. Voland)
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