Le consapevolezze ultime – Aldo Busi

Incipit Le consapevolezze ultime

Una delle ultime consapevolezze di cui ho fatto bottino, per magro che sia, è che da ragazzo ero affascinato dagli uomini che non parlano perché avevano tutti la pelle cerulea e luminescente e lo sguardo intenso di chi vuole far capire qualcosa senza dire cosa illudendoti, e secondo me illudendosi, che loro lo sapevano, cosa.

Incipit tratto da:
Titolo: Le consapevolezze ultime
Autore: Aldo Busi
Casa editrice: Einaudi

Libri di Aldo Busi

Copertine di Le consapevolezze ultime di Aldo Busi

Quarta di copertina / Trama

Allontanandosi prima con la mente che con il ventre da una cena mondana tanto esilarante quanto amara, benché esibita come fastosa e gustosa da una consorteria di commensali impuniti per statuto, e passando per un ricordo d’infanzia dell’inossidabile Barbino di Seminario sulla gioventù, attraverso se stesso Aldo Busi ci racconta le tragedie di un mondo in cui, insieme allo sforzo di nascondere l’ipocrisia, si è perso anche l’ultimo barlume di compostezza etica: il patto sociale è stabilito da chi ha potere e denaro sufficienti per calpestarlo. In una società popolata da uomini e donne così arroganti da pretendere di esserne i protagonisti disperati e interessanti, dove si comunica a occhiate o facendo l’occhiolino e la lingua è corrotta non meno dei costumi, tutto contribuisce ad alimentare lo stolto chiacchiericcio che copre – anzi permette di non ascoltare – persino una drammatica richiesta d’aiuto lanciata dal cuore del Mediterraneo.
(Ed. Einaudi)

Cronologia opere e bibliografia di Aldo Busi

L’altra mammella delle vacche amiche – Aldo Busi

Incipit L’altra mammella delle vacche amiche (un’autobiografia non autorizzata)

Qui in vestaglia, con tutte queste feste di fine anno in arrivo, senza una cena in cui dividere anche in tre o in sei o in nove un capitone marinato, una vaschetta di pesciolino in coda, una di mostarda senapata, un torrone di Cremona, un veglione con coriandoli e stelle filanti, un brindisi, un panettone?
“‘Una volta c’erano gli altri…’”, bisbiglio citandomi.
“Se è per questo, una volta c’era anche la realtà”, e è quasi un urlo.

Incipit tratto da:
Titolo: L’altra mammella delle vacche amiche (un’autobiografia non autorizzata)
Autore: Aldo Busi
Casa editrice: Marsilio

Libri di Aldo Busi

Copertine di L'altra mammella delle vacche amiche di Aldo Busi

Quarta di copertina / Trama

Sapendo di non avere nessuno da cui copiare, stavolta Aldo Busi ha deciso di plagiare se stesso. Ma L’altra mammella delle vacche amiche non è affatto il riciclo di Vacche amiche e nemmeno il suo seguito o la sua riscrittura: ne è lo sradicamento finale in forma di romanzo, il salto mortale della letteratura dalla padella della sessualità, umana a parole e maialesca nei fatti, alla brace politica della carne soprattutto femminile, e cotta a puntino. Quante finte amiche premono e si accalcano in queste pagine sperando di apparire uniche, diverse dalle altre, tutte vacche al trogolo. Sono donne a priori e a oltranza, petto in fuori e psiche in dentro, impazienti di farsi macellare, insaccare e mettere in vendita, meglio se da uno scrittore imprendibile, ricco non solo di sense of humour ma anche di disarmante tenerezza, con la sua capacità di cogliere, in una fetta di salame tagliata di sbieco, il trasalimento di un’emozione in agguato sin dall’infanzia. Ed eccoci precipitare nel gorgo di un intrigo dagli esiti innumerevoli e apertissimi, tanto più labirintico in quanto chi lo ordisce lo fa a propria insaputa. Tocca al lettore scioglierne i nodi, incluso quello che chi crede di sapere tutto delle storie che trama nemmeno sospetta e il cui bersaglio, ovviamente, è lui. Tra troppi seni e protesi determinati a mungere l’uomo con la scusa di offrirglisi, la mammella più generosa e giocosa è ancora quella dello scrittore, per il quale gli unici delitti davvero imperdonabili restano quelli contro l’alfabeto. Perché L’altra mammella delle vacche amiche, drammaturgie, personaggi e dialoghi di folgorante bellezza a parte, è soprattutto un italianissimo tango tra Aldo Busi e la nostra lingua madre. Un tango di volta in volta struggente, rapinoso, sfrenato, dalla sapiente coreografia a due o orgiastica, in cui questa nostra lingua, un “accumulo di deformazioni rare e strane combinate a dar luogo a una creatura di una bruttezza rivoltante”, si trasfigura diventando radiosa, splendida, illuministica. La letteratura è ritmo, e il paso doble per eccellenza è quello tra chi scrive e chi lo legge. Anche l’amore è ritmo. Il ritmo è sempre duale, mai solipsistico. Solo se ti sdoppi diventi un tutt’uno appassionatamente in ballo con la vita.
(Ed. Marsilio; Edizioni digitali)

Cronologia opere e bibliografia di Aldo Busi

Sentire le donne 1989- 2014 – Aldo Busi

Incipit Sentire le donne, 1989-2014

Mia zia Amabile era mia zia per modo di dire, in verità era sorella del padre di mia mamma e quindi zia sua, e anche il nome, Amabile, portato da lei era tutto meno che corrispondente alla verità, sembra che amabile non lo sia stata con nessuno in vita sua, ma non è vero. La zia Amabile Bonora, che era nata verso il 1870, era famosa perché di carattere felino, scontroso, ribelle e anche menefreghista, “una donna che piscia in piedi”, secondo mia madre, e mangiava pure le ortiche tritate crude e i rondoni presi con la trappoli dei topi, e non aveva mai rubato un pollastrello né un uovo dal pollaio, una ciotola di latte a una mucca, un caicì dalla pertica dei salami, un ravanello dall’ortaglia: stringendosi al braccio la sua borsa di pelle nera col grande bottone di legno e l’enorme asola al centro, per tre ben tre volte era arrivata all’altare con lo stesso pretendente che le avevano imposto, e tutte e tre le volte aveva detto no a lui e al prete, il quale, stufo di questo ambaradan avanti e indietro per niente, al terzo no le aveva deto sulla voce, “Amabile, o gli dici sì ipsofacto o qui sopra non ci metti più piede”, al che lei rispose, “Sposatelo te, che ti piace tanto”, e per quasi quarant’anni rimase confinata in uno stanzino ritagliato dalla stalla riscaldandosi col fiato del bestiame e cibandosi di quello che i parenti, prendendola per una invasata dal diavolo, le passavano da sotto il battente nemmeno fosse una bestia feroce o almeno una cavalla imbizzarrita, si avventava su chiunque osasse violare quella specie di porta che però non aveva catenaccio, solo accostata ma di fatto chiusa, da cui lei spuntava con un centimetro di capelli ben tirati e serrati da una treccia sulla nuca e , se era don Ipsofacto passato a benedirla per mondarla dal male, lo graffiava bestemmiando, e usciva da quel loculo di murata viva solo per fare i suoi bisogni, lavarsi nel fosso e controllare la sua trappola, di notte, stagione dopo stagione, indolente al caldo e al freddo, senza mai separarsi dalla sua borsa nera, consunta, mai aperta una sola volta da viva davanti agli occhi di qualcuno. A parte uno.
(La borsa)

Incipit tratto da:
Titolo: Sentire le donne, 1989-2014
Autore: Aldo Busi
Casa editrice: Il Fatto

Libri di Aldo Busi

Copertine di Sentire le donne 1989-2014 di Aldo Busi

Quarta di copertina / Trama


La nuova edizione di ‘Sentire le donne’, accresciuta e interamente riscritta, costituisce l’unico libro di racconti concepito come tale da Aldo Busi. Collegati tra loro dal tema della femminilità, intesa come maschera sociale e sessuale che tanto più rimane uguale a se stessa quanto più cambia secondo le mode e i trend culturalistici, i testi di ‘Sentire le donne’ raccontano con ironia compassionevole e divertita i luoghi comuni e le mitologie della sessualità e la loro ricaduta, catastrofica, nella vita sociale e politica degli italiani. Un libro spassoso e commovente, osceno e delicato, un libro erotico più che mai, nuovo nella forma e nei contenuti.
(Ed. Il Fatto)

Cronologia opere e bibliografia di Aldo Busi