La prima indagine di Montalbano – Andrea Camilleri

Incipit La Prima Indagine Di Montalbano

I dù òmini che sinni stavano arriparati sutta la tettoia che era stata messa alla firmata, aspittando con santa pacienza l’arrivata della circolare notturna, macari senza acconoscersi scangiarono un surriseddro pirchì da dintra di un grosso scatolone di cartone arrovisciato in un angolo proveniva un runfuliare accusì forte e persistente che manco una sega elettrica. Un povirazzo, un pizzente certamente, che aveva trovato provisorio riparo dal friddo e all’acqua del cielo e che, conortato da quel tanticchia di calore del suo stesso corpo che il corpo tratteneva, aveva addiciso che la meglio era inserrare gli occhi, futtirisinni di lumunnu sanu sanu e bonanotti. Finalmenti la circolare arrivò, i dù òmini acchianarono, ripartì. Di cursa arrivò uno:
“Ferma! Ferma!”

Incipit tratto da:
Titolo: La prima indagine di Montalbano
Autore: Andrea Camilleri
Casa editrice: Mondadori

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Copertina di La prima indagine di Montalbano di Andrea Camilleri

Quarta di copertina / Trama

Del commissario Montalbano credevamo di conoscere vita morte e miracoli, i luoghi, i gusti, le compagnie. Ma il suo creatore, Camilleri, ci riserva ancora tante sorprese. E nei tre racconti di questo volume ci presenta un giovanissimo poliziotto all’inizio della carriera che si destreggia fra relazioni sentimentali, passioni improvvise e indagini che, stavolta, lo porteranno anche lontano dall’amata e consueta Vigàta.
Un Montalbano con qualche intemperanza giovanile in più, ma già riconoscibile come uno dei più umani e amati protagonisti della narrativa italiana contemporanea.
(Ed.Mondadori, I miti)

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La scomparsa di Patò – Andrea Camilleri

Incipit La Scomparsa Di Patò

L’ARALDO DI MONTELUSA
Gerente Pasquale Mangiaforte Giovedì 20 marzo 1890
Il “Mortorio a Vigata”
Ieri ci pervenne notizia de’ preparativi che a Vigata
fervono in vista della rappresentazione del “Mortorio”
che avverrà domani 21, giorno di Venerdì Santo, come
tradizionalmente usasi ripetersi da una ventina di anni
a questa parte.

Incipit tratto da:
Titolo: La scomparsa di Patò
Autore: Andrea Camilleri
Casa editrice: Mondadori

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Copertina di La scomparsa di Patò di Andrea Camilleri

Quarta di copertina / Trama

Vigàta, 21 marzo 1890: durante la sacra rappresentazione del Venerdì Santo il ragioniere Antonio Patò, direttore della locale sede della Banca di Trinacria, funzionario irreprensibile, marito integerrimo e padre amoroso, oltre che apprezzato Giuda nella predetta rappresentazione, scompare nel nulla. Dove è andato? E’ morto o si è nascosto? La delegazione di Pubblica Sicurezza e la stazione dei Carabinieri sono allertate,i giornali sono in fermento: bisogna far luce nel mistero prima che sia troppo tardi, prima che lo scandalo si estenda dall’isola a tutto il Regno. Può essere successo di tutto: forse un pazzo omicida ossessionato da smanie religiose? Qualche pasticcio della Banca di Trinacria? Una perdita di memoria? Una fuga? L’ombra della mafia? O, come qualcuno suggerisce, il ragioniere è stato inghiottito da una frattura nel continuum spazio-temporale? Scritto in forma di esilarante dossier, La scomparsa di Patò è un raffinato racconto che scava nel profondo del nostro passato e del nostro presente
(Ed. Oscar Mondadori, Best Sellers)

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Da questo romanzo il film La scomparsa di Patò per la regia di Rocco Mortelliti (2012)

La vampa d’agosto – Andrea Camilleri

Stava dormenno che manco le cannonate l’avrebbero arrisbigliato.

Incipit La Vampa D’Agosto

Stava dormenno che manco le cannonate l’avrebbero arrisbigliato. O meglio: le cannonate no, ma lo squillo del telefono sì.
Un omo che ai jorni nostri campa in un paìsi civilizzato come il nostro (ah ah) se percepisce nel mezzo del sonno botte di cannonate, certamente le scangia per truniata di temporale, spari per la festa del santo patrono o spostamento di mobili da parte di quei garrusi che abitano al piano di supra e continua bellamente a dormiri. Ma lo squillo del telefono, la marcetta del cellulare, il campanello della porta, quelle no, quelle sono tutte rumorate di richiamo al quale l’omo civilizzato (ah ah) non può fari altro che assumare dalle profondità del sonno e arrispunniri.

Incipit tratto da:
Titolo: La vampa d’agosto
Autore: Andrea Camilleri
Casa editrice: Sellerio

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Copertina di La vampa d'agosto di Andrea Camilleri

Risvolto di copertina / Trama

Mentre vampeggia l’estate, e l’intormentimento canicolare ottempera e infiacchisce, un’esalazione sepolcrale genera maligne creature. Un villino spiritato e ominoso rovescia il suo inferno segreto; e dalle camere interrate, della sua metà sepolta, dal tenebrore, libera un marasma schifoso di blatte (landolfiane), di topi, di ragni. È il lato oscuro che irrompe nell’incandescenza. Così come nella “civiltà” si ridesta la barbarie, con i suoi corollari di violenze e inquinamenti, di raggiri e viziosità. Il villino è una menzogna architettonica prodotta dall’abusivismo edilizio, E, nelle more del condono, occulta il piano terra: che è stato teatro di una sevizia crudele, consumata sul corpo innocente di una minorenne. Le stanze buie nascondono a loro volta, dentro un baule, il cadavere della vittima. Sono un ipogeo, Un’appiccicosa ragnatela di confessioni criminali invischia il villino: “parentele perigliose, collusioni tra mafia e politica, tra mafia e imprenditoria, tra politica e banche, tra banche riciclaggio e usura”. Il commissario Montalbano vuole venire a capo di tutto, in questo romanzo a palinsesti sconcertato da cose e persone che hanno un doppio gemellare: un rovescio, che viene dal profondo, enigmatico e insidioso. Persino “la vampa d’agosto” si rivela un “foco diavolisco”, un sortilegio che abbaglia e allucina:raddoppia la rabbia del commissario, lo fa essere diverso da sé, gemello a se stesso, e gli accende un emotività amorosa parallela a quella a lui consueta, e diversa. Montalbano a cinquantacinque anni. L’incipeinte vecchiaia gli ditta dentro, malinconica. Con un po’ di sordità e di tardanza. E con una nostalgia della giovinezza, che lo espone ai colpi di sole. Se il romanzo giallo è solo un “passatempo enigmistico”, un genere giocattoloso che induce il lettore a salire sulla “macchina”, a indovinare gli ingranaggi, e a correre alla soluzione per appagarsi, La vampa d’agosto, non è un romanzo giallo. O lo è in modo anomalo. Dentro la sua tram il lettore frena la sua corsa. Si attarda e si turba. Si lascia distrarre da una segnaletica truccata. Va fuori strada. Non vuole arrivare alla fine. Tenta di allontanarla. Ha paura di sapere come va a finire. Forse il commissario Montalbano… Sì, può piacere non saperlo.
Salvatore silvano Nigro
(Ed. Sellerio; La memoria)

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