Sotto la sua mano – Piero Chiara

Incipit Sotto la sua mano

Quando nel 1958 il mio amico Ferriani, gran cacciatore, mangiatore e amatore fortissimo al tempo di una vita, decise d’improvvisarsi editore per stampare alcune opere venatorie, gli proposi di includere nella sua collana, dove già figuravano le opere di Alberto Bacchi della Lega e di Paolo Savi, l’Uccelliera di Giovanni Pietro Olina. L’opera, apparsa la prima volta nel 1622 e riesumata altre volte nel corso dei tre secoli, era di un gusto così particolare che il Ferriani non esitò ad introdurla nel suo programma , del quale fu l’ultima voce, perché poco tempo dopo un incidente di caccia troncò giorni ed opere di quel gagliardo uomo.

Incipit tratto da:
Titolo: Sotto la sua mano
Autore: Piero Chiara
Casa editrice: A. Mondadori

Libri di Piero Chiara

Copertina di Sotto la sua mano di Piero Chiara

Quarta di copertina / Trama

Chi, guardando la statua gigantesca di san Carlo Borromeo, sul Monte di Arona, oserebbe pensare che il suo bronzo con quello di una parte, altrettanto gigantesca, ma consacrata all’amore pagano, del Colosso di Rodi? Eppure le diligenti indagini di Chiara gli consentono di ricostruire le peripezie della “parte”, che, finita da una grotta di Akka nelle mani di un antiquario e poi nella residenza sull’Aventino di un procuratore romano, affonda in un prato durante il trasloco a Pallanza, per riaffiorare nel 1692 e completare la statua del Santo. E chi (passando al secondo racconto di questa raccolta) oserebbe pensare che dietro le due lapidi della Banca di Monate, dedicate al suo fondatore e al suo primo direttore, si nasconde una storia, comica e avventurosa, di ricatti e di furti? Anche qui la ricostruzione di Chiara mostra come lo zelo maniacale del direttore Pigorini, che attraverso un tubo aveva collegato la sua camera da letto con il caveau della banca, si ritorse contro di lui quando passò dalla parte dei ladri, anche se alla fine riuscì a passare di nuovo dalla parte più remunerativa, quella della legge. L’ultimo racconto è un memorabile ritratto di un giocatore, che dedica una esistenza dai contorni indecifrati e ambigui a realizzare il suo destino: perdere.
Nella “Nota” finale l’autore dichiara che nessun personaggio o fatto, tranne quelli evidentemente storici, ha riscontro con la realtà: e mai una precisazione simile è stata così opportuna. All’interno del testo è infatti impossibile al lettore distinguere invenzione e storia, tanta è la naturalezza e l’affabilità con cui l’autore ci fa da guida negli orti soleggiati e caldi della Roma imperiale, come nei sotterranei di una banca lombarda oppure lungo i tavoli di un caffè di provincia, dove si gioca a carte il senso di una vita. Senza perdere l’amabilità della sua conversazione, il gusto del racconto come imprevisto, la scintillante malizia delle sue allusioni, in quest’opera Chiara ha ulteriormente allargato, spaziando in un passato reale e immaginario, il suo orizzonte narrativo e trovato il punto in cui storia e fantasia si fondono in un mondo che le include e le supera.
(Ed. Mondadori; Scrittori Italiani e Stranieri)

Indice cronologico opere e bibliografia di Piero Chiara

Da questo un racconto di questa raccolta il film La banca di Monate per la regia di Francesco Massaro (1976)

Una spina nel cuore – Piero Chiara

Incipit una spina nel cuore

Un mattino di primavera del 1933, dopo essermi fermato alcuni giorni a Venezia e a Milano nel viaggio di ritorno da certe strane località oltre Isonzo dov’ero stato per quasi un anno, rimisi piede al mio paese. A Venezia, dove pensavo di non tornare più per il resto dei miei giorni tanto mi lasciavo volentieri alle spalle quei luoghi, avevo passato quasi una settimana, deciso a vedere tutta la città una volta per sempre. A Milano invece ero rimasto quarantott’ore, il tempo per portare a termine una ricerca alla quale attribuivo una certa importanza nei miei futuri destini. Se avessi rintracciato la contessa Bettina Nazzari di Gostapiana, madre del conte Pier Cesare, mio principale quando lavoravo come fotografo a Milano, avrei potuto avere l’indirizzo del di lei figlio, finito in miseria e fallito anche come fotografo, al punto da trovarsi costretto ad andarsene in Brasile o in Argentina per sfuggire ai creditori.

Incipit tratto da:
Titolo: Una spina nel cuore
Autore: Piero Chiara
Casa editrice: Mondadori

Libri di Piero Chiara

Copertine di Una spina nel cuore di Piero Chiara

Quarta di copertina / Trama

La figura enigmatica e sconcertante di una giovane donna, Caterina, è al centro di questo nuovo romanzo di Chiara: di lei, dopo averla inizialmente trascurata e avvilita, finisce con l’innamorarsi il narratore, un giovane in cui il bisogno del lavoro è soverchiato da una vocazione più profonda per il gioco del poker e le chiacchiere del caffè. Ma quando il giovane, cercando disperatamente di recuperare il terreno perduto e di riconquistare la ragazza, investiga nel suo passato, gli si spalancano retroscena imprevisti, esperienze torbide e inquietanti, la vita stessa della cittadina si rivela una rete di rapporti occulti e clandestini, di ciniche transazioni, di compromessi sordidi. E la sequenza degli eventi finali è scandita dalla sorpresa dei colpi di scena e insieme dalla necessità interna della storia.
Lo sfondo della Lombardia tra le due guerre e i personaggi provinciali sono quelli cari alla fantasia di Chiara, così come il destino, vagabondo e “picaresco”, del narratore: ma in questo romanzo essi appaiono come intensificati da una atmosfera morbosa, da un presentimento, sottile e intimo, del male. Attraverso il ritratto di Caterina, abisso di corruzione innocente, si delinea il quadro di una esistenza collettiva fatta di rinunce e rivalse, di sopraffazioni silenziose, di passioni gelide, di tenerezze e abbandoni puniti. Chiara conserva i suoi doni di distacco ironico e sapienza narrativa: ma li arricchisce con una umanità più complessa e dolente, con una partecipazione pacata che riflette una moralità matura; e il lettore rimane ugualmente attratto dalla comicità e dalla commozione, dalle svolte della trama e della sua malinconia di fondo: qualità che, nel loro accordo armonico, confermano una misura classica del raccontare.
(Ed. Mondadori; Scrittori italiani e stranieri)

Indice cronologico opere e bibliografia di Piero Chiara

Da questo romanzo il film Una spina nel cuore per la regia di Alberto Lattuada (1986)

Vedrò singapore? – Piero Chiara

Incipit Vedrò Singapore?

La data del 23 novembre 1932, più che scritta è scavata dentro la mia mente con segni non meno indelebili di quelli che in seguito e per tutta la vita vi incise, a giusti intervalli, il dolore. Data memorabile, perché segnò l’inizio di un corso di eventi dai quali dovevo emergere a distanza di un anno, ma restandone segnato per sempre.
Quel giorno, partito avanti l’alba da Pontebba, nell’alta Carnia, avevo cambiato treno da Udine e fatto sosta a Gorizia: due città che vedevo per la prima volta e delle quali sapevo soltanto quel poco che era legato alla guerra 1915-1918, combattuta una quindicina d’anni prima in quei luoghi e subito entrata nei libri di scuola.

Incipit tratto da:
Titolo: Vedrò Singapore?
Autore: Piero Chiara
Casa editrice: Mondadori

Libri di Piero Chiara

Copertine di Vedrò Singapore? di Piero Chiara

Quarta di copertina / Trama

Calarsi nei panni di un giovane impiegato di infimo rango dell’amministrazione giudiziaria, all’inizio degli anni Trenta, e fargli vivere, nel suo primo anno di servizio, una serie di peripezie sconvolgenti, di grotteschi colpi di scena, di dolorosi disinganni: è quanto Chiara riesce a realizzare in questo suo ampio romanzo, Vedrò Singapore?. Protagonista ne è il giovane narratore il quale, sedotto dall’attrazione per il gioco e soprattutto per le donne, viene perseguitato dall’Alto Commissario Speciale per la Giustizia Mordace, impietoso fustigatore dei suoi subalterni, che lo fa trasferire da una sede all’altra dell’istriano e del Friuli. Ma protagonista ne è anche la provincia italiana, con alcuni personaggi indimenticabili: dal cancelliere che cela la sua amante nei sotterranei, agli ospiti della pensione Cérmeli che alternano partite serali di gioco e di pettegolezzi e partite notturne d’amore con le combinazioni più sorprendenti, fino all’inarrivabile Ilde, stupenda cassiera del Caffè Longobardo a Cividale del Friuli, ambita dal narratore finché scopre che, ancora illibata, ha chiesto di entrare a ventun anni nelle case di meretricio. Proprio per tentare di strapparla a questa decisione egli andrà incontro a una serie di avventure che lo porteranno da un lato a vendicarsi nel modo più spettacolare dell’Alto Commissario Mordace e dall’altro a una possibile fuga su una nave per Singapore.
Maestro di una scrittura calibrata e allusiva, paziente nella tessitura quanto infallibile nell’effetto, Chiara ha forse espresso in questo romanzo il meglio della sua esperienza di uomo e di scrittore. Realismo della cornice e fantasia del montaggio, immediatezza degli accenti e ironia dissimulata si fondono con costante equilibrio narrativo. E dettagli e immagini si imprimono nella memoria non meno della persuasività del tono, che senza giudicarla lascia spazio alla vita, facendola apparire strana nei suoi riti quotidiani e quasi famigliare nelle sue inimmaginabili svolte.
(Ed. Mondadori; Scrittori Italiani e Stranieri)

Indice cronologico opere e bibliografia di Piero Chiara