Numero undici – Jonathan Coe

Incipit Numero undici

La torre rotonda si levava, nera e luccicante, sullo sfondo color ardesia del cielo di fine ottobre. Rachel e suo fratello vi si stavano avvicinando da est, attraverso la brughiera, e da quel punto la torre appariva inquadrata da due frassini scheletrici e privi di foglie. Era l’ora che precedeva il crepuscolo di una giornata priva di vento. Arrivati agli alberi, avrebbero potuto riposare sulla panchina posta tra loro, guardando Beverley a breve distanza, il contorno preciso dell’abitato e, nel mezzo, le torri monumentali color grigio crema della cattedrale.

Incipit tratto da:
Titolo: Numero undici. Storie che testimoniano la follia
Autore: Jonathan Coe
Traduzione: Mariagiulia Castagnone
Titolo originale: Number 11: or Tales that Witness Madness
Casa editrice: Feltrinelli

Libri di Jonathan Coe

Copertine di Numero undici di Jonathan Coe

Incipit Number 11

The round tower soared up, black and glistening, against the slate grey of a late-October sky. As Rachel and her brother walked towards it across the moor, from the east, it was framed by two leafless, skeletal ash trees. It was the hour before dusk on a windless afternoon. When they reached the trees, they would be able to rest on the bench that stood between them, and look back towards Beverley in the near distance, the neat clusters of houses and, rising up in the midst of them, the monumental, answering greyish-cream towers of the Minster.

Incipit tratto da:
Title: Number 11: or Tales that Witness Madness
Author: Jonathan Coe
Publisher:Language: English

Quarta di copertina / Trama

L’undicesimo romanzo di Jonathan Coe è una storia dei nostri tempi: dal suicidio di David Kelly, lo scienziato britannico che aveva rivelato le bugie di Tony Blair sulla guerra in Iraq, agli anni austeri della Gran Bretagna che conosciamo oggi.
È un romanzo su quell’infinità di piccole connessioni tra la sfera pubblica e quella privata, e su come queste connessioni finiscano per toccarci, tutti.
È un romanzo sui lasciti della guerra e sulla fine dell’innocenza.
È un romanzo su come spettacolo e politica si disputino la nostra attenzione, e su come alla fine probabilmente è lo spettacolo ad avere la meglio.
È un romanzo su come 140 caratteri possono fare di tutti noi degli zimbelli.
È un romanzo su cosa significhi vivere in una città dove i banchieri hanno bisogno di cinema nelle loro cantine e altri di banche del cibo all’angolo della strada.
È un romanzo in cui Coe sfodera tutta la sua ingegnosità, il suo acuto senso della satira e la sua capacità di osservazione per mostrarci, come in uno specchio, il nuovo, assurdo e inquietante mondo in cui viviamo.
(Ed. Feltrinelli)

Cronologia opere e bibliografia di Jonathan Coe

Disaccordi imperfetti – Jonathan Coe

Incipit Disaccordi imperfetti

Io abito all’angolo tra la Nona e la Tredicesima, e ve lo assicuro, non è un bel posto per viverci. Non è un posto dove vorresti restare a lungo. È il classico posto di passaggio, il tipo di posto da cui te ne vai per qualcosa di meglio. Quantomeno, questo è quello che è per la maggior parte della gente. Per tutti tranne che per me.
(Nona e Tredicesima)

Incipit tratto da:
Titolo: Disaccordi imperfetti
Autore: Jonathan Coe
Traduzione: Delfina Vezzoli
Titolo originale: Loggerheads and Other Stories
Casa editrice: Feltrinelli

Libri di Jonathan Coe

Copertine di Disaccordi imperfetti di Jonathan Coe

Incipit Loggerheads and Other Stories

I live on the corner of 9th and 13th, and I promise you, it’s not a good place to be. It’s not a place where you’d want to linger. It’s the sort of place you pass through; the sort you move on from. Or at least, that’s what it is for most people. For everybody but me.
(9th and 13th)

Incipit tratto da:
Title: Loggerheads and Other Stories
Author: Jonathan Coe
Publisher: Penguin
Language: English

Quarta di copertina / Trama

I primi quattro racconti di questa raccolta sono percorsi da una vena di ironica malinconia per le occasioni mancate e per il passaggio inesorabile del tempo. In Nona e Tredicesima un musicista di piano-bar sogna ciò che avrebbe potuto essere; in V.O. Versione originale un regista della giuria di un festival dell’horror e del fantasy tentenna tra due rapporti possibili per ripiombare nell’inconcludenza di una vita mediocre; in Ai ferri corti una coppia di pensionati vive nella solitudine rassegnata di una casa sul mare alla quale non sono riusciti a dare un nome, neppure dopo anni di lunghe discussioni; in Leida una donna spiega la nostalgia a un giovane ammiratore. I successivi tre racconti sono storie compiute e allo stesso tempo – come dice l’autore nella nota introduttiva – schizzi e frammenti per un’opera di più ampio respiro intitolata Unrest, che traccia la storia di una famiglia borghese nella seconda metà del Ventesimo secolo. In Ivy e le sue sciocchezze l’io narrante è il figlio più piccolo, che a dieci anni, mentre la famiglia allargata è riunita per Natale, vede il fantasma di un uomo assassinato dalla moglie che cerca di uccidere la nonna. In Pentatonica assistiamo alla prima frattura di un matrimonio che rivela la fondamentale diversità nel sentire dei coniugi, durante il saggio a scuola della figlia. E in Rotary Park una donna scompare proprio alla vigilia di Natale nell’impossibilità di porre rimedio al senso di inquietudine che domina il suo matrimonio. Infine, Billy Wilder. Diario di un’ossessione, il racconto che chiude la raccolta, evoca la vera ossessione dell’autore per un film amato di Billy Wilder, La vita di Sherlock Holmes, e in particolare per la colonna sonora. Tutti i racconti di Jonathan Coe e un diario della sua ossessione per Billy Wilder scritto per i “Cahiers du Cinéma”.
(Ed. Feltrinelli)

Cronologia opere e bibliografia di Jonathan Coe

Expo 58 – Jonathan Coe

Incipit Expo 58

In una nota datata 3 giugno 1954, l’ambasciatore del Belgio a Londra trasmetteva un invito al governo di Sua Maestà britannica: un invito a partecipare a una nuova Fiera mondiale che i belgi chiamavano l’“Exposition Universelle et Internationale de Bruxelles 1958”.
Cinque mesi dopo, il 24 novembre 1954, l’accettazione formale dell’invito da parte del governo di Sua Maestà fu presentata all’ambasciatore, in occasione di una visita a Londra del barone Moens de Fernig, nominato dal governo belga commissario generale con l’incarico di occuparsi del lavoro di organizzazione dell’Expo.

Incipit tratto da:
Titolo: Expo 58
Autore: Jonathan Coe
Traduzione: Delfina Vezzoli
Titolo originale: Expo 58
Casa editrice: Feltrinelli

Libri di Jonathan Coe

Copertine di Expo 58 di Jonathan Coe

Incipit Expo 58

In a note dated 3 June 1954, the Belgian Ambassador in London conveyed an invitation to Her Majesty’s Government of Great Britain: an invitation to take part in a new World’s Fair which the Belgians were calling the ‘Exposition Universelle et Internationale de Bruxelles 1958’.
Five months later, on 24 November 1954, Her Majesty’s Government’s formal acceptance of the invitation was presented to the Ambassador, on the occasion of a visit to London by Baron Moens de Fernig, the Commissioner-General appointed by the Belgian government to undertake the work of organizing the exposition.

Incipit tratto da:
Title: Expo 58
Author: Jonathan Coe
Publisher: Penguin
Language: English

Quarta di copertina / Trama

L’Exposition universelle et internationale de Bruxelles del 1958 è il primo evento del genere dopo la Seconda guerra mondiale. La tensione politica tra la Nato e i paesi del blocco sovietico è al culmine. In piena Guerra fredda, dietro la facciata di una manifestazione che si propone di avvicinare i popoli della Terra, fervono operazioni d’intelligence in cui le grandi potenze si spiano a vicenda. Incaricato di sovrintendere alla gestione del club Britannia nel padiglione inglese è un giovane copywriter del Central Office of Information di Londra, Thomas Foley, che si trova così catapultato al centro di un intrigo internazionale di cui diventa un’inconsapevole pedina. In un fuoco di fila di esilaranti colpi di scena, il racconto corre su due binari paralleli egualmente coinvolgenti: i turbamenti amorosi del giovane Thomas e una spy story che ci inchioda alle pagine, pervasa dal proverbiale umorismo di Coe. Una vicenda appassionante in cui l’autore inglese torna ad attingere alla ricca vena ironica dei suoi inizi.
(Ed. Feltrinelli; I Narratori)

Cronologia opere e bibliografia di Jonathan Coe