Una notte in cui la luna non è sorta – Dai Sijie

Incipit Una notte in cui la luna non è sorta

Chiamiamolo pure reliquia mutilata, quel brandello di testo sacro in una lingua ormai scomparsa su un rotolo di seta che, vittima di una violenta crisi di follia, fu strappata in due, non da mani, né da pugnale o forbici, ma letteralmente dai denti di un imperatore infuriato.

Incipit tratto da:
Titolo: Una notte in cui la luna non è sorta
Autore: Dai Sijie
Traduzione: Martina Mazzacurati
Titolo originale: Par une nuit où la lune ne s’est pas levée
Casa editrice: Adelphi

Libri di Dai Sijie

Copertine di Una notte in cui la luna non è sorta di Dai Sijie

Incipit Par une nuit où la lune ne s’est pas levée

Appelons-le relique mutilée, ce petit bout de texte sacré écrit dans une langue déjà disparue sur un rouleau de soie qui, victime d’une violente crise de folie, fut déchiré en deux non par des mains, ni un poignard ou des ciseaux, mais bel et bien par les dents d’un empereur enragé.

Incipit tratto da:
Titre: Par une nuit où la lune ne s’est pas levée
Auteur: Dai Sijie
Editeur: Gallimard
Langue: Français

Quarta di copertina / Trama

All’inizio c’è un manoscritto. Anzi, un frammento di manoscritto: una «reliquia mutilata», un «brandello di testo sacro» redatto, in una lingua sconosciuta, su un rotolo di seta risalente al II o III secolo dopo Cristo. Il rotolo fu probabilmente all’origine del misterioso assassinio di An Shigao, grande traduttore e poeta; poi, quasi mille anni dopo, l’imperatore Huizong, vissuto fra l’XI e il XII secolo, cercò invano di decifrarlo, dedicandovi «tutta la sua erudizione»; finché, all’inizio del Novecento, l’ultimo imperatore della Cina, Puyi, ne fu ossessionato al punto da uscire di senno, e durante il volo che lo portava in Giappone lo lacerò con i denti e ne gettò una parte dall’aereo. Quasi fosse un dono del cielo, il frammento cadde, alla lettera, nelle mani di Zai Lan, il legittimo erede al trono esiliato in Manciuria dalla crudele imperatrice Cixi. Ma questo, appunto, è solo l’inizio: perché la nipote di Zai Lan sposerà un sinologo francese (che brama di entrare in possesso del famoso rotolo e a causa di ciò finirà in un campo di lavoro), e da lui avrà un figlio, che a sua volta si innamorerà di una giovane sinologa francese, la quale rimarrà anche lei fatalmente impigliata nel groviglio di vicende che hanno al centro l’enigmatico frammento… Fermiamoci qui: questi, infatti, sono solo alcuni dei personaggi e delle storie che si intrecciano in un libro che (per una volta l’immagine non è arbitraria) ha una forma a scatole cinesi, mobile e affascinante, costituita di racconti magistralmente incastonati in altri racconti, di memorie di antichi viaggiatori che si disciolgono in schegge di diari, di chiose ad antichi testi sacri – sullo sfondo, come sempre, della Cina comunista, con la sua assurda ferocia.
(Ed. Adelphi; Fabula)

Bibliografia e cronologia opere di Dai Sijie

Muo e la vergine cinese – Dai Sijie

Incipit Muo e la vergine cinese

Una catena di ferro rivestita di plastica rosa trasparente si riflette, come una lucida serpe, nel finestrino di un vagone dietro il quale alcune luci segnaletiche vanno rimpicciolendosi fino a diventare minuscoli punti color smeraldo e rubino, presto inghiottito dai vapori di una calda notte di luglio.
(Solo pochi minuti primi, nel sudicio ristorante di una stazioncina nei pressi della Montagna Gialla, nel Sud della Cina, quella stessa catena assicurava al piede di un tavolo in finto mogano una valigia Delsey celeste, munita di rotelle e di un manico estraibili in metallo cromato, appartenente a Muo, aspirante psicanalista di origine cinese da poco rientrato dalla Francia).

Incipit tratto da:
Titolo: Muo e la vergine cinese
Autore: Dai Sijie
Traduzione: Angelo Bray e Marina Di Leo
Titolo originale: Le complexe de Di
Casa editrice: Adelphi

Libri di Dai Sijie

Copertine di Muo e la vergine cinese di Dai Sijie

Quarta di copertina / Trama

Qual è il maggiore contributo che la Francia abbia dato alla civiltà? Muo (giovane cinese che proprio a Parigi studia da psicoanalista, ed è totalmente imbevuto di cultura freudiana, con un penchant per la scuola lacaniana) non ha dubbi: l’ideale cavalleresco. E come in un’eroica chanson de geste torna in patria per salvare la dama dei suoi sogni dal pericolo che la minaccia. Vulcano della Vecchia Luna, la bella compagna di scuola che di lui, miope e bruttino, non ne ha mai voluto sapere, è stata infatti arrestata per aver venduto foto proibite a un giornale straniero, e rischia una pesante condanna. Ma Muo non è Orlando: è un irresistibile iellato – tanto più che il certame in cui si parrà la sua virtù è dei più imbarazzanti, per non dire grotteschi (il prezzo da pagare al terribile giudice Di per la salvezza dell’amata è una vergine), e che l’unica arma a sua disposizione è una scienza di cui, come sarà costretto a constatare dopo alcuni volenterosi ma sfortunati tentativi, i suoi connazionali non riconoscono l’utilità. Risoluto a compiere la sua missione, Muo viene trascinato (e il lettore con lui) in una ridda di avventure comiche e stralunate, da ognuna delle quali, come in un cartone animato, si rialza un po’ acciaccato ma pronto a rimettersi in cammino e ad affrontare, impavido e cocciuto, ogni sorta di prove. Alle sue gesta non fanno da sfondo reami fatati, bensì la Cina di oggi: una Cina al tempo stesso ultramoderna e arcaica, efficiente e corrotta, scalcagnata e inesorabile, nella quale Muo rischia di smarrirsi come in uno di quei sogni dei quali ha ormai capito di non possedere la chiave, una Cina di cui Dai Sijie ci fa percepire con straordinaria, onirica precisione immagini, personaggi, suoni, colori, odori, sapori.
(Ed. Adelphi; Fabula)

Bibliografia e cronologia opere di Dai Sijie

Balzac e la piccola sarta cinese – Dai Sijie

Incipit Balzac e la piccola sarta cinese

Il capo del villaggio, un uomo sui cinquant’anni, era seduto a gambe incrociate al centro della stanza, accanto a un focolare scavato nel terreno in cui bruciava del carbone, e stava esaminando attentamente il mio violino: l’unico oggetto, nel bagaglio dei due «ragazzi di città», quali eravamo considerati Luo e io, da cui sembrava emanare un che di estraneo, un odore di civiltà, che insospettiva la gente del posto.
Un contadino accostò all’oggetto una lampada a petrolio, allo scopo di facilitarne l’identificazione. Il capo sollevò il violino in verticale e ispezionò il buco nero della cassa, come un doganiere meticoloso alla ricerca della droga. Notai tre gocce di sangue nel suo occhio sinistro, una grande e due piccole, tutte dello stesso color rosso vivo.
Tenendo il violino all’altezza del viso, lo scosse violentemente, quasi si aspettasse che dal fondo oscuro della cassa armonica cadesse qualcosa. Avevo l’impressione che da un momento all’altro le corde si sarebbero spezzate e il manico sarebbe volato in mille pezzi.

Incipit tratto da:
Titolo: Balzac e la piccola sarta cinese
Autore: Dai Sijie
Traduzione: Ena Marchi
Titolo originale: Balzac e la Petite Tailleuse Chinoise
Casa editrice: Adelphi

Libri di Dai Sijie

Copertine di Balzac e la Piccola Sarta cinese di Dai Sijie

Incipit Balzac et la Petite Tailleuse Chinoise

Le chef du village, un homme de cinquante ans, était assis en tailleur au milieu de la pièce, près du charbon qui brûlait dans un foyer creusé à même la terre ; il inspectait mon violon. Dans les bagages des deux ” garçons de la ville ” que Luo et moi représentions à leurs yeux, c’était le seul objet duquel semblait émaner une saveur étrangère, une odeur de civilisation, propre à éveiller les soupçons des villageois.
Un paysan approcha avec une lampe à pétrole, pour faciliter l’identification de l’objet. Le chef souleva le violon à la verticale et examina le trou noir de la caisse, comme une douanier minutieux cherchant de la drogue. Je remarquai trois gouttes de sang dans son oeil gauche, une grande et deux petites, toutes de la même couleur rouge vif.
Levant le violon à hauteur de ses yeux, il le secoua avec frénésie, comme s’il attendait que quelque chose tombât du fond noir de la caisse sonore. J’avais l’impression que les cordes allaient casser sur le coup, et les frettes s’envoler en morceaux.

Incipit tratto da:
Titre: Balzac et la Petite Tailleuse Chinoise
Auteur: Dai Sijie
Editeur: Gallimard
Langue: Français

Quarta di copertina / Trama

Come la lettura, grazie alla segreta malia di una misteriosa, preziosissima valigia di libri occidentali proibiti, riesca a sottrarre due ragazzi, colpevoli soltanto di essere figli di «sporchi borghesi», a svariate torture e permetta anche a uno di loro di conquistare la «Piccola Sarta cinese».

«Balzac e la Piccola Sarta cinese … è una tragedia raccontata con un soffio. Un soffio che anima il romanzo, come potrebbe tenere sospesa una piuma. È il trionfo della leggerezza, come l’intendeva Calvino. Non ricordo, come lettore, un libro recente in cui la sottrazione di peso alla struttura del racconto e del linguaggio sia stata realizzata con tanta spontaneità»
BERNANDO VALLI
(Ed. Adelphi; Gli Adelphi)

Bibliografia e cronologia opere di Dai Sijie

Da questo romanzo il film Balzac e la piccola sarta cinese (Balzac et la petite tailleuse chinoise) per la regia di Dai Sijie (2002)