Tu, mio – Erri De Luca

Incipit Tu, mio – Erri De Luca

Incipit Tu, mio

Il pesce è pesce quando sta nella barca. È sbagliato gridare che l’hai preso quando ha solo abboccato e senti il suo peso ballare nella mano che regge la lenza. Il pesce è pesce solo quando è a bordo. Devi tirarlo all’aria dal fondo con una presa dolce e regolare, svelta e senza strappi. Altrimenti lo perdi. Non ti agitare quando lo senti sfuriare là sotto, che sembra chissà quanto grosso dalla forza che mette a sviscerarsi dall’amo e l’esca dal corpo.

Incipit tratto da:
Titolo: Tu, mio
Autore: Erri De Luca
Casa editrice: Feltrinelli
Qui è possibile leggere le prime pagine di Tu, mio

Tu, mio - Erri De Luca

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Il ragazzo e il mare: l’avventura estiva di un adolescente del dopoguerra, l’incontro con la pesca, e con una ragazza più grande, col suo segreto, con il suo dolore per la perdita del padre in guerra, prima della fine delle vacanze. C’è un’estate brusca nell’età giovane in cui s’impara il mondo di corsa. In un’isola del Tirreno, in mezzo agli anni cinquanta del secolo, un pescatore che ha conosciuto la guerra e una giovane donna dal nome difficile, senza intenzione trasmettono a un ragazzo la febbre del rispondere. Qui si racconta una risposta, un eccomi, decisivo come un luogo di nascita.
Tu, mio è un racconto di superamento della cosiddetta “linea d’ombra”, centrato sul passaggio dai privilegi dell’adolescenza alla ruvidezza della maturità. Oltre le illusioni della giovinezza si apre il campo all’avventura nell’esistenza; e questa avventura, ogni adolescente lo scopre con dolore, con sofferenza, non potrà essere mai cifrata negli schemi delle consolazioni giovanili.”
Enzo Siciliano
(Ed. Feltrinelli; Universale Economica)

Tu, mio - Audiolibro - Erri De Luca

Una nuvola come tappeto – Erri De Luca

Incipit Una nuvola come tappeto – Erri De Luca

Incipit Una nuvola come tappeto

L’ombelico è un nodo che sutura una nascita. Il mondo ne ha posseduti alcuni disseminati lungo le latitudini abitabili. Uno di questi è la Mesopotamia, isola continentale iscritta nei corsi convergenti del Tigri e dell’Eufrate, oggi contenuta in territori irakeno. Qui si svolge la breve storia che il libro della Genesi tratta in nove capoversi incastrati in mezzo all’elenco della genealogia di Sem, uno dei figli di Noè.
(Il dono delle lingue)

Incipit tratto da:
Titolo: Una nuvola come tappeto
Autore: Erri De Luca
Casa editrice: Feltrinelli
Qui è possibile leggere le prime pagine di Una nuvola come tappeto

Una nuvola come tappeto - Erri De Luca

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Avanza con cenni sicuri un secolo che viene a innalzare armi e versetti. Prima che nuovi agitatori del sacro vengano con la Bibbia in pugno ad arrostire genti, sforzando le sue pagine a dettare massacri, racconto quello che ho trovato leggendo quel libro nella sua lingua madre.
Presto alcuni nomi di Dio verranno issati su opposte bandiere e i popoli saranno nemici per una volta ancora nel nome del cielo. Prima dei regni delle fedi armate, ognuno s’affretti e leggere la Bibbia a modo suo, con fervore e freddezza, in buona o cattiva sorte. Perché quel libro è bello, valore che ha contribuito a conservare quel sacro fino a oggi. Il sacro dura nel cuore dei millenni quando si fissa in libri grandiosi. La Bibbia ne è piena.
Non l’ ho letta spogliandola del divino. Questi racconti che sono resoconti di scoperte, di luci nuove su personaggi antichi, non vengono da una lettura profana della Bibbia. Il sacro sta in quelle pagine come la corrente placata di un fiume presso il mare: guida il viaggio ma non è fonte né foce, non è un luogo ma una necessità. Trovi ognuno i fogli scritti per lui nel Libro dei libri, rinnovando l’antica sorpresa di sentire che egli stesso, da alcune di quelle pagine, è stato trovato.
Erri De Luca
(Ed. Feltrinelli; Universale Economica)

Una nuvola come tappeto- Audiolibro - Erri De Luca

Il peso della farfalla – Erri De Luca

Incipit Il peso della farfalla – Erri De Luca

Incipit Il peso della farfalla

Sua madre era stata abbattuta dal cacciatore. Nelle sue narici di cucciolo si conficcò l’odore dell’uomo e della polvere da sparo.
Orfano insieme alla sorella, senza un branco vicino, imparò da solo. Crebbe di una taglia in più rispetto ai maschi della sua specie. Sua sorella fu presa dall’aquila un giorno d’inverno e di nuvole. Lei si accorse che stava sospesa su di loro, isolati su un pascolo a sud, dove resisteva un po’ di erba ingiallita. La sorella si accorgeva dell’aquila pure senza la sua ombra in terra, a cielo chiuso.
Per uno di loro due non c’era scampo. Sua sorella si lanciò di corsa a favore dell’aquila, e fu presa.
Rimasto solo, crebbe senza freno e compagnia. Quando fu pronto andò all’incontro con il primo branco, sfidò il maschio dominante e vinse. Divenne re in un giorno e in duello.

Incipit tratto da:
Titolo: Il peso della farfalla
Autore: Erri De Luca
Casa editrice: Feltrinelli
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Il re dei camosci è un animale ormai stanco. Solitario e orgoglioso, da anni ha imposto al branco la sua supremazia. Forse è giunto il tempo che le sue corna si arrendano a quelle di un figlio più deciso. È novembre, tempo di duelli: è il tempo delle femmine. Dalla valle sale l’odore dell’uomo, dell’assassino di sua madre.
Anche l’uomo, quell’uomo, era in là negli anni, e gran parte della sua vita era passata a cacciare di frodo le bestie in montagna. E anche quell’uomo porta, impropriamente, il nome di “re dei camosci” per quanti ne ha uccisi. Possiede una Trecento magnum e una pallottola da undici grammi: non ha mai lasciato la bestia ferita, l’ha sempre abbattuta con un solo colpo. Erri De Luca spia l’imminenza dello scontro, di un duello che sembra contenere tutti i duelli. Lo fa entrando in due solitudini diverse: quella del grande camoscio fermo sotto l’immensa e protettiva volta del cielo e quella del cacciatore, del ladro di bestiame, che non ha mai avuto una vera storia da raccontare per rapire l’attenzione delle donne, per vincere la sua battaglia con gli altri uomini. “In ogni specie sono i solitari a tentare esperienze nuove,” dice De Luca. E qui si racconta, per l’appunto, di questi due animali che si fronteggiano da una distanza sempre meno sensibile, fino alla pietà di un abbraccio mortale. “La montagna nasconde, ha vicoli, soffitte, sotterranei, come la città dei suoi anni più violenti, ma più segreti.”
(Ed. Feltrinelli; I Narratori)

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