Gusci – Livia Franchini

So come dare peso alle cose.

Incipit Gusci

So come dare peso alle cose. Una libbra di piume pesa quanto una libbra di mattoni, ma una di mattoni è più facile da trasportare. Una libbra di carne può essere usata al posto dei soldi per pagare o risarcire. Esiste una torta per cui ci vuole una libbra di ogni ingrediente: farina, uova, burro e zucchero, si chiama torta-libbra, ma avrebbe più senso che si chiamasse torta-quattro-libbre. Le cose che compriamo al supermercato hanno di norma una forma standard e un determinato peso, ed è questo che ce le rende familiari. Per esempio, la bottiglia da un litro di acqua frizzante della tua marca preferita pesa esattamente un chilo. Il peso della quantità di avena che uso per prepararti il porridge mi colma a perfezione il palmo della mano. Il peso della tua giacca sulle spalle quando ho freddo perché ho dimenticato di portarmi un maglione è lo stesso identico peso di quel finale di serata: lo sento nelle ginocchia, nella morsa leggera di un’emicrania che mi attanaglia le tempie, e posso facilmente associarlo a un orario specifico, tra le undici e mezzanotte, appena prima dell’ultima metro per tornare a casa. Il peso del tuo braccio che mi cinge la vita quando siamo sdraiati a letto e tu stai per addormentarti, e il tempo che impiega a trasformarsi in un diverso tipo di peso, il peso morto del tuo sonno profondo, è il peso stesso del sonno. In assenza, la nozione di sonno perde di significato. Hai lasciato un’impronta nel nostro letto che corrisponde esattamente alla misura del tuo corpo, ma è il tuo corpo a non essere presente per comprovarne il peso. Ed è per questo che sono qui distesa alle quattro di mattina, insonne.

Incipit tratto da:
Titolo: Gusci. Una storia d’amore e guarigione
Autrice: Livia Franchini
Traduzione: Veronica Raimo
Titolo originale: Shelf Life
Casa editrice: Mondadori
Copertine di Gusci di Livia Frranchini

Incipit Shelf Life

Here are some things I know about weight. A pound of feathers weighs as much as a pound of bricks, but a pound of bricks is easier to carry. A pound of flesh may be used as payment or taken as forced retribution. A pound cake is made using a pound each of four ingredients: flour, eggs, butter and sugar, which actually means a more exact name for this cake would be four-pound cake. Most things you buy in the supermarket come in a standard shape, a fixed weight, which makes them feel familiar. For example, a one-litre bottle of sparkling water, the brand you like to drink, weighs exactly one kilo. The weight of the measure of oats that you enjoy in your morning porridge fits perfectly in the palm of my hand. The weight of your suit jacket on my shoulders, when I get cold because I have forgotten to bring a jumper, is exactly the same weight as the end of that night, which is felt in the knees, in the light grip of a migraine nudging at my temples, and is easily assigned to a specific hour, between eleven and midnight, just before the last train home. The weight of your arm, draped across my waist when we are lying in bed and you are falling asleep, and how long it takes for that weight to turn into a different kind of weight, the dead weight of your deep sleep, is the weight of sleep itself. Without it, the notion of sleep is emptied of meaning. You have left an indentation of exactly the size of your body in our bed, but your body is unavailable to substantiate its weight. Which is why I am lying here at four in the morning, sleepless.

Incipit tratto da:
Title: Shelf Life
Author: Livia Franchini
Publisher: Doubleday
Language: English

Quarta di copertina / Trama

Ruth ha trent’anni, lavora come infermiera in una casa di riposo ed è appena stata lasciata dal suo compagno. L’unica cosa che le rimane dei loro dieci anni insieme è la lista della spesa che aveva compilato con lui per la settimana a venire.
Ed è a partire da quella lista che Ruth racconta la sua storia e ripercorre la relazione con Neil fin dal loro primo incontro. Ogni ingrediente è un salto nel tempo, ma anche un cambio di prospettiva e di registro narrativo. Lo zucchero, quindi, ci trasporta al momento in cui Neil ha visto Ruth per la prima volta attraverso la vetrina di un’agenzia di viaggi, la pizza è il diario scritto da un’amica di Ruth durante una vacanza che hanno trascorso insieme a Roma, il deodorante ci porta ancora più indietro, ai tempi del liceo, a sbirciare le chat tra le sue compagne di scuola, mentre gli spaghetti sono un’eloquente incursione nella casella di posta elettronica di Neil.
Tra uova, mele, olive e balsamo, Ruth scopre che sono molti anni che modella la propria identità in base alle aspettative e ai desideri delle persone che la circondano: il suo fidanzato, ma anche i pazienti della casa di riposo, le colleghe, la sua famiglia. Ora ha bisogno di capire chi è senza Neil, deve imparare a camminare da sola.
Attraverso una voce fresca, tagliente, e un impianto narrativo originale e ipercontemporaneo, Livia Franchini ci spiazza continuamente decostruendo un genere dall’interno, disattendendo uno per uno tutti i cliché e i canoni del romanzo d’amore. Gusci è un oggetto intimo, eccentrico, imprevedibile, che esplora la complessa posizione di una giovane donna non convenzionale nella nostra società, sollevando al contempo domande enormi sull’amore, la perdita e l’identità.
(Ed.Mondadori; Scrittori Italiani e Stranieri)