Tess dei d’Urberville – Thomas Hardy

Incipit Tess dei d'Urberville - Thomas Hardy

Incipit Tess dei d’Urberville

Una sera di fine maggio un uomo di mezza età stava ritornando da Shaston al villaggio di Marlott, nella vicina Valle di Blackemore o Blackmoor. Avanzava su gambette rachitiche e v’era un certo che di bleso nella sua andatura che lo portava a deviare sulla sinistra. Ogni tanto scuoteva di scatto il capo, come se assentisse a qualche pensiero, benché in realtà non stesse pensando a nulla in particolare. Un paniere per uova gli pendeva vuoto dal braccio e il pelo del suo copricapo, sciupato, era consunto sulla falda nel punto in cui lo prendeva per toglierselo. Quando s’imbatté in un pastore attempato che, in groppa ad una giumenta grigia cavalcava canticchiando.
«Buona sera» esclamò l’uomo col paniere.
«Buona sera, Sir John» rispose il parroco.
Il viandante, dopo uno o due passi, si fermò e voltò.
«Sentite, signore, scusatemi, l’ultimo giorno di mercato ci siamo incontrati su questa strada, all’incirca a quest’ora e io dissi “Buona sera” e voi avete risposto “Buona sera, Sir John” come ora.»
«È vero» confermò il parroco.
«E così pure la volta precedente… circa un mese fa.»
«Avete ragione.»
«Allora per quale motivo mai mi avete sempre chiamato Sir John quando il mio nome è semplicemente Jack Durbeyfield, il carrettiere?»
Il parroco spinse la giumenta più vicino.
«È stata soltanto una mia fantasia» spiegò, e dopo un attimo di esitazione: «Si tratta di una scoperta che ho fatto poco tempo fa, mentre cercavo alberi genealogici per la nuova storia della contea; io sono il parroco Tringham, storiografo di Stagfoot Lane. Davvero non sapete, Durbeyfield, di essere il diretto discendente di un’antica famiglia di cavalieri, i d’Urberville, progenie di Sir Pagan d’Urberville, quel famoso cavaliere venuto dalla Normandia con Guglielmo il Conquistatore, come risulta dai registri dell’abbazia di Battle?»
«Mai sentito prima d’ora, signore!»

Incipit tratto da:
Titolo: Tess dei d’Urberville
Autore: Thomas Hardy
Traduzione: Giuliana Alda Pompili
Titolo originale: Tess of the d’Urbervilles
Casa editrice: Rizzoli BUR
Qui è possibile leggere le prime pagine di Tess dei d’Urberville

Tess dei d'Urberville - Thomas Hardy

Incipit Tess of the d’Urbervilles

On an evening in the latter part of May a middle-aged man was walking homeward from Shaston to the village of Marlott, in the adjoining Vale of Blakemore, or Blackmoor. The pair of legs that carried him were rickety, and there was a bias in his gait which inclined him somewhat to the left of a straight line. He occasionally gave a smart nod, as if in confirmation of some opinion, though he was not thinking of anything in particular. An empty egg-basket was slung upon his arm, the nap of his hat was ruffled, a patch being quite worn away at its brim where his thumb came in taking it off. Presently he was met by an elderly parson astride on a gray mare, who, as he rode, hummed a wandering tune.
“Good night t’ee,” said the man with the basket.
“Good night, Sir John,” said the parson.
The pedestrian, after another pace or two, halted, and turned round.
“Now, sir, begging your pardon; we met last market-day on this road about this time, and I said ‘Good night,’ and you made reply ‘Good night, Sir John,’ as now.”
“I did,” said the parson.
“And once before that—near a month ago.”
“I may have.”
“Then what might your meaning be in calling me ‘Sir John’ these different times, when I be plain Jack Durbeyfield, the haggler?”
The parson rode a step or two nearer.
“It was only my whim,” he said; and, after a moment’s hesitation: “It was on account of a discovery I made some little time ago, whilst I was hunting up pedigrees for the new county history. I am Parson Tringham, the antiquary, of Stagfoot Lane. Don’t you really know, Durbeyfield, that you are the lineal representative of the ancient and knightly family of the d’Urbervilles, who derive their descent from Sir Pagan d’Urberville, that renowned knight who came from Normandy with William the Conqueror, as appears by Battle Abbey Roll?”
“Never heard it before, sir!”

Title: Tess of the d’Urbervilles
Author: Thomas Hardy
Language: English

Quarta di copertina / Trama

Una ragazza tenace e sfortunata, figlia della povertà dei campi, vittima dell’uomo e dell’età industriale: è Tess dei d’Urberville, protagonista di uno dei capolavori del romanzo vittoriano. La tranquilla contea inglese del Wessex, antica denominazione anglosassone del Dorset, è teatro di sordide vicende e di soprusi: l’ingenua Tess, ultima rappresentante di una nobile famiglia decaduta, viene sedotta e abbandonata in giovane età, costretta a seppellire un figlio nato malato, battezzato da lei stessa con il significativo nome di Dolore. Condannata come “donna perduta” dall’opinione comune, non si arrende alla propria condizione: cerca il riscatto attraverso il lavoro e il matrimonio con Angel Clare, figlio di un pastore evangelico, turbato dal passato tormentato della moglie. In un crescendo di vicende drammatiche, Tess troverà riposo solo all’ombra dell’antico tempio pagano di Stonehenge, come una vera vittima sacrificale dei tempi moderni.
(BUR Grandi Classici)

Tess dei d'Urberville - Audiolibro - Thomas Hardy

Siddhartha – Hermann Hesse

Incipit Siddhartha - Hermann Hesse

Incipit Siddhartha

Nell’ombra della casa, sulle rive soleggiate del fiume presso le barche, nell’ombra del bosco di Sal, all’ombra del fico crebbe Siddharta, il bel figlio del Brahmino, il giovane falco, insieme all’amico suo, Govinda, anch’egli figlio di Brahmino. Sulla riva del fiume, nei bagni, nelle sacre abluzioni, nei sacrifici votivi il sole bruniva le sue spalle lucenti. Ombre attraversavano i suoi occhi neri nel boschetto di mango, durante i giochi infantili, al canto di sua madre, durante i santi sacrifici, alle lezioni di suo padre, così dotto, durante le conversazioni dei saggi. Già da tempo Siddharta prendeva parte alle conversazioni dei saggi, si esercitava con Govinda nell’arte oratoria, nonché nello esercizio delle facoltà di osservazione e nella pratica della concentrazione interiore. Già egli sapeva come si pronuncia impercettibilmente l’Om, la parola suprema, sapeva assorbirla in se stesso pronunciandola silenziosamente nell’atto di inspirare, sapeva emetterla silenziosamente nell’atto di espirare, con l’anima raccolta, la fronte raggiante dello splendore che emana da uno spirito luminoso. Già egli sapeva, nelle profondità del proprio essere, riconoscere l’Atman, indistruttibile, uno con la totalità del mondo.

Incipit tratto da:
Titolo: Siddhartha
Autore: Hermann Hesse
Traduzione: Massimo Mila
Titolo originale: Siddhartha
Casa editrice: Adelphi
Qui è possibile leggere le prime pagine di Siddhartha

Siddhartha - Hermann Hesse

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Quarta di copertina / Trama

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Chi è Siddhartha? È uno che cerca, e cerca soprattutto di vivere intera la propria vita. Passa di esperienza in esperienza, dal misticismo alla sensualità, dalla meditazione filosofica alla vita degli affari, e non si ferma presso nessun maestro, non considera definitiva nessuna acquisizione, perché ciò che va cercato è il tutto, il misterioso tutto che si veste di mille volti cangianti. E alla fine quel tutto, la ruota delle apparenze, rifluirà dietro il perfetto sorriso di Siddhartha, che ripete il «costante, tranquillo, fine, impenetrabile, forse benigno, forse schernevole, saggio, multirugoso sorriso di Gotama, il Buddha, quale egli stesso l’aveva visto centinaia di volte con venerazione».
Siddhartha è senz’altro l’opera di Hesse più universalmente nota. Questo breve romanzo di ambiente indiano, pubblicato per la prima volta nel 1922, ha avuto infatti in questi ultimi anni una strepitosa fortuna. Prima in America, poi in ogni parte del mondo, i giovani lo hanno riscoperto come un loro testo, dove non trovavano solo un grande scrittore moderno ma un sottile e delicato saggio, capace di dare, attraverso questa parabola romanzesca, un insegnamento sulla vita che evidentemente i suoi lettori non incontravano altrove.
(Adelphi; Piccola Biblioteca Adelphi)

Siddhartha - Audiolibro - Hermann Hesse

Demian – Hermann Hesse

Incipit Demian - Hermann Hesse

Incipit Demian

Per raccontare la mia storia devo incominciare dal lontano inizio. Dovrei, se mi fosse possibile, risalire ancora più indietro, fino ai primissimi anni della mia infanzia, e di là oltre ancora nelle lontananze della mia origine.
I poeti, quando scrivono romanzi, si comportano come se fossero Dio e potessero abbracciare con lo sguardo la storia di un qualche uomo, come se Dio la narrasse a se stesso, senza veli, e del tutto veritiera. Io non posso, come non possono gli scrittori. La mia storia però ha per me più importanza di quanta non ne abbia per qualche scrittore la sua; infatti è la mia, la storia di un uomo non inventato e possibile, non ideale o in qualche modo non esistente, ma di un uomo vero, unico, di un uomo che vive. Certo, che cosa sia un uomo realmente vivo si sa oggi meno che mai, e così si ammazzano gli uomini in grande quantità, mentre ognuno di essi è un esperimento unico e prezioso della natura. Se non fossimo qualcosa più di uomini unici, se si potesse veramente togliere di mezzo ognuno di noi con una pallottola di fucile, non ci sarebbe senso a raccontare storie. Però ogni uomo non è soltanto lui stesso; è anche il punto unico particolarissimo, in ogni caso importante e degno di nota, il punto dove i fenomeni del mondo s’incrociano una volta sola e mai più. Perciò la storia di un uomo è importante, eterna, divina, fino a che vive e adempie il volere della natura, meravigliosamente degna di ogni attenzione. In ognuno lo spirito è divenuto forma, in ognuno soffre il creato, in ognuno si crocifigge un Redentore.

Incipit tratto da:
Titolo: Demian
Autore: Hermann Hesse
Traduzione: Bruna Maria Dal Lago Veneri
Titolo originale: Demian
Casa editrice: Newton Compton
Qui è possibile leggere le prime pagine di Demian

Demian - Hermann Hesse

Quarta di copertina / Trama

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Come, pochi anni dopo, Siddharta, Demian è il romanzo del recupero dei valori interiori, della necessità di riprendere la via verso l’autonomia della coscienza, di scendere nella profondità del proprio io, di scoprire che la vera vocazione di ognuno di noi è una sola, quella di arrivare a se stessi. Un libro che, uscito nel 1919, produsse un effetto elettrizzante sulle giovani generazioni come era successo 150 anni prima con il Werther di Goethe. La storia di una rigenerazione possibile e di una liberazione diversa, fuori dalle mitologie del progresso industriale e tecnologico, con una fortissima carica di attualità per i giovani di oggi, pari davvero a quella che esercita sempre, ogni anno, Siddharta.
(Marsilio; Tascabili)

Demian - Audiolibro - Hermann Hesse

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