Lontani parenti – Veit Heinichen

Incipit Lontani parenti – Veit Heinichen

Incipit Lontani parenti

È sparita! Svanita nel nulla. Senza chiavi, senza borsa e senza cappotto. Non c’è. E nemmeno Barbara. Giù al mare non ho visto niente. Santo cielo, non sarà mica entrata in acqua? E la piccola? Dov’è finita?». L’agitazione le incrinava la voce.
«Ha sempre odiato il mare, Laura». Proteo Laurenti non credeva alle proprie orecchie. «Quando l’hai vista l’ultima volta?». Il suo sguardo vagò fuori dalla finestra e si posò sui resti dell’anfiteatro romano di fronte alla questura. Anche nelle più grandi crisi familiari, la moglie aveva sempre mantenuto i nervi saldi.
«Sono dovuta uscire e l’ho lasciata sola con Barbara. Ho fatto un salto all’aeroporto a prendere Livia, ma ci ho messo meno di un’ora». Laura non ne voleva sapere di calmarsi.
«Livia è tornata? Non me lo avevi detto». Laurenti fece cenno a Marietta di raggiungerlo nel suo ufficio e accese il vivavoce, sussurrando all’assistente di lunga data che si trattava della suocera, Camilla, e della nipotina.
«Devi trovarle, Proteo. Manda i tuoi uomini a cercarle, ti prego».
«Va tutto bene, Laura. Tua madre sarà andata a fare una passeggiata. Non ti preoccupare».
«Sono anni che non mette più il naso fuori casa da sola. E comunque ho controllato più volte la strada, in entrambe le direzioni. Niente».
«Che abiti indossava?».
«Gonna scura, maglia beige e pantofole. Le sue scarpe sono tutte qui».
Marietta alzò gli occhi al cielo e prese appunti. Sapeva anche lei che in genere Laura non perdeva il sangue freddo tanto facilmente.
«E la bambina? Avrà almeno una giacca? È febbraio» domandò Laurenti.
«Ora non prendertela con me, per favore».
«Com’è vestita Barbara? E dov’è Patrizia? Dopotutto stiamo parlando di sua figlia».
«A un colloquio di lavoro. Maglia rossa, pantaloni gialli e calzini rosa. Quando me ne sono andata aveva il bavaglino».
«E le scarpe? Camilla le avrà pur messo le scarpe, no? È troppo pesante per lei, non riesce a portarla in braccio».
«Non lo so. E se le hanno rapite, Proteo? A causa tua?».
«A causa mia? Non scherziamo, Laura».
«E se qualcuno volesse ricattarti, vendicarsi di te?».
«È escluso. Non si ricatta nessuno portandogli via la suocera. Hai detto che hai già controllato la Costiera?».
«Sì, varie volte. Fino alla stazione sono più di dodici chilometri, le avrei trovate. E Livia ha guardato in giardino e sulle terrazze fino al mare».
«E se avesse preso la scalinata tra i vigneti e fosse salita sul Carso, verso Santa Croce?».
«Perché mai? Che motivo aveva di andare lassù? E poi sono più di mille gradini, non ce la farebbero né lei né Barbara. Continuo a cercarle».
«No, Laura, ce ne occupiamo noi. Tu non ti muovere. Di’ a Livia di provare a vedere anche sulla scalinata, non si sa mai. E se ci sono novità, avvisa Marietta. Io ho una riunione, mi aggiornerà lei».
«Non ti preoccupare, la macchina si è messa in moto. Le troveremo. Stai tranquilla e scrivi a Patrizia di tornare subito a casa, invece di fare bisboccia». Proteo riattaccò con un sospiro.
«Ho informato la stradale» disse Marietta. «Dammi i dati, così inoltro anche quelli. Partiamo da tua suocera».
«Camilla Tauris, nata a San Daniele del Friuli. Quest’anno compie ottantacinque anni, forse ottantasei o…».
«Un po’ più preciso no?».
«Guarda sul computer».
«Da quanto vive con voi?».
«Qualche anno». Laurenti si strinse nelle spalle.
«Sono così felice che il mio parentado sia lontano». I genitori di Marietta si erano trasferiti a Milano perché il padre lavorava in un grosso istituto finanziario. Lei però andava già a scuola, così l’avevano affidata alle cure della zia, non più giovanissima nemmeno allora. Con il tempo avevano abbandonato il fermo proposito di tornare presto a Trieste e lasciato alla loro unica figlia il vecchio appartamento in via Bellosguardo. «È capitato spesso che Camilla scappasse?» indagò.

Incipit tratto da:
Titolo: Lontani parenti
Autore: Veit Heinichen
Traduzione: Monica Pesetti
Titolo originale: Entfernte Verwandte. Commissario Laurenti ahnt Böses
Illustrazione in copertina di Elisa Talentino
Art direction: Emanuele Ragnisco
Casa editrice: e/o

Libri di Veit Heinichen

Lontani parenti - Veit Heinichen

Incipit Entfernte Verwandte. Commissario Laurenti ahnt Böses

»Sie ist verschwunden! Spurlos verschwunden. Ohne Hausschlüssel, ohne Handtasche und Mantel. Einfach weg. Und Barbara ist auch nicht da. Unten am Meer hab ich nichts gefunden. Oh, mein Gott, sie wird doch nicht ins Wasser gegangen sein. Und die Kleine? Wo ist sie nur?« Ihre Stimme überschlug sich vor Aufregung.
»Sie hat das Meer doch immer gehasst, Laura.« Proteo Laurenti traute seinen Ohren nicht. »Wann hast du sie zuletzt gesehen?« Sein Blick fiel aus dem Fenster auf die Überreste des römischen Theaters gegenüber der Questura. Selbst in den größten Familienkrisen hatte seine Frau stets die Nerven behalten.
»Ich war keine Stunde aus dem Haus. Sie war mit Barbara allein. Ich bin nur kurz zum Flughafen gefahren, um Livia abzuholen.« Laura konnte sich nicht beruhigen.
»Livia ist da? Davon hast du mir gar nichts erzählt.« Laurenti winkte Marietta in sein Büro, seine langjährige Assistentin, und schaltete den Lautsprecher des Telefons ein. Er flüsterte ihr zu, dass es um seine Schwiegermutter Camilla und die Enkelin ging.
»Du musst sie finden, Proteo. Schick deine Leute los. Ich flehe dich an.«
»Ist ja gut, Laura, sie wird nur einen Spaziergang machen. Mach dir keine Sorgen.«
»Allein? Das hat sie seit Jahren nicht getan. Ich bin die Straße mehrfach abgefahren. In beide Richtungen. Nichts.«
»Wie war sie gekleidet?«
»Dunkler Rock, beigefarbener Pullover, Pantoffeln. Ihre anderen Schuhe stehen alle noch hier.«
Marietta verdrehte die Augen und schrieb mit. Auch sie wusste, dass Laura normalerweise nicht so leicht aus der Fassung zu bringen war.
»Und die Kleine? Hat sie wenigstens eine Jacke an? Es ist Februar«, fragte Laurenti weiter.
»Mach mir jetzt bitte keine Vorwürfe.«
»Was hat Barbara an? Und wo ist Patrizia? Immerhin geht es um ihre Tochter.«
»Patrizia ist bei einem Bewerbungsgespräch. Roter Pullover, gelbe Hose, rosa Socken. Sie trug ein Lätzchen, als ich aus dem Haus ging.«
»Und Schuhe, Laura? Die Kleine wird doch Schuhe tragen. Sie ist viel zu schwer für Camilla.«
»Ich weiß es nicht. Und wenn sie entführt worden sind, Proteo? Wegen dir.«
»Wegen mir, Laura? Du spinnst.«
»Und wenn dich jemand erpressen will, sich an dir rächen?«
»Ausgeschlossen. Mit der Schwiegermutter kann man niemanden erpressen. Du sagtest, du hättest die Küstenstraße bereits abgesucht?«
»Ja, mehrfach. Bis zum Bahnhof sind es über zwölf Kilometer. Wäre sie dort, hätte ich sie finden müssen. Livia hat den Garten und die Terrassen bis zum Meer hinunter abgesucht.«
»Und wenn sie eine der Treppen zwischen den Weingärten genommen hat, auf den Karst hinauf nach Santa Croce?«
»Weshalb? Was soll sie denn dort? Außerdem sind das über tausend Stufen. Das schafft weder sie noch Barbara. Ich fahr jetzt noch mal los.«
»Nein, Laura, das erledigen unsere Leute. Bleib du für alle Fälle zu Hause. Sag Livia, sie möge die Treppe nach Santa Croce hochgehen. Nur zur Sicherheit. Und setz dich mit Marietta in Verbindung, wenn du mehr weißt. Ich muss in eine Sitzung. Sie wird mich auf dem Laufenden halten.«
»Kannst du nicht einmal in so einer Situation absagen, Proteo?«, rief Laura entgeistert.
»Keine Sorge, der Apparat läuft schon. Wir werden die beiden finden. Beruhige dich. Schick Patrizia eine Nachricht, dass sie umgehend nach Hause kommen soll und nicht beim Aperitif versumpft.« Laurenti legte mit einem Seufzer auf.
»Der Streifendienst ist informiert«, sagte Marietta. »Gib mir noch rasch die Personendaten, damit ich sie nachschieben kann. Wann ist deine Schwiegermutter geboren?«
»Camilla Tauris, geboren in San Daniele del Friuli. Sie wird dieses Jahr fünfundachtzig oder sechsundachtzig oder…«
»Präziser geht’s wohl nicht.«
»Schau im Computer nach.«
»Wie lange lebt sie schon bei euch?«
»Seit ein paar Jahren.« Laurenti zuckte die Achseln.
»Was bin ich froh, dass meine Sippschaft weit genug weg wohnt.« Mariettas Familie stammte zwar aus Triest, doch wegen der Arbeit ihres Vaters bei einem großen Finanzinstitut waren ihre Eltern nach Mailand gezogen, als Marietta bereits zur Schule ging. Sie hatten ihr einziges Kind in der Obhut der damals schon betagten Tante gelassen. Den festen Vorsatz, bald wieder nach Triest zurückzukehren, hatten sie nach geraumer Zeit aufgegeben, ihrer Tochter überließen sie die alte Wohnung in der Via Bellosguardo. »Ist Camilla schon häufiger ausgebüxt?«, hakte Marietta nun nach.

Titel : Entfernte Verwandte. Commissario Laurenti ahnt Böses
Autor : Veit Heinichen
Sprache : Deutsch
Incipit Lontani parenti – Veit Heinichen

Quarta di copertina / Trama

Dopo Borderless torna Proteo Laurenti, ora vicequestore aggiunto, più in forma che mai. E con lui tornano i tradizionali compagni di squadra, ai quali se ne aggiungono altri, e l’esuberante famiglia Laurenti a netta maggioranza femminile. E naturalmente torna Trieste, seconda casa di tutti i lettori di Heinichen, con le sue strade, il Gran Malabar, Umberto Saba, il Carso, le trattorie, il giusto pizzico di follia dei suoi abitanti e i tratti tipici della terra di frontiera.
Due uomini uccisi nel giro di poche ore, entrambi con una freccia tirata da una balestra professionale, ovviamente fanno pensare alla stessa mano. Ma quando gli omicidi vengono collegati ad altri avvenuti negli ultimi mesi in zone più o meno limitrofe, il caso si inserisce in un contesto politico e la prospettiva cambia. Con il progredire delle indagini, infatti, Proteo Laurenti e i suoi collaboratori capiscono che le cause della catena di delitti non devono essere ricercate tanto nel presente quanto nel passato, perché hanno avuto origine nella guerra, nell’occupazione tedesca dopo l’8 settembre, nella Risiera di San Sabba, nella Resistenza.
Parallelamente il commissario capo deve fare i conti con la dimensione ben più privata della vita familiare e ingoiare due rospi a breve distanza l’uno dall’altro: Livia e Dirk hanno deciso di sposarsi – quindi è fatta, dovrà mettersi l’anima in pace e accettare l’idea di ritrovarsi in casa un genero tedesco – e Patrizia è di nuovo incinta, ma a quanto pare il padre non è il fidanzato Gigi, come sempre imbarcato su una nave.
(Ed. e/o)

Cronologia opere e bibliografia di Veit Heinichen

Borderless – Veit Heinichen

Incipit Borderless

CERCATI UN ALTRO LAVORO, PUTTANELLA. IO TI ROVINO. A caratteri cubitali, come un titolone da tabloid, le parole in grassetto campeggiano sulla parete bianca sopra una serie di fotografie della senatrice e del fratello Carletto. Testimonianze che abbracciano un lungo arco di tempo. Romana Castelli de Poltieri negli anni Settanta, ai suoi primi passi in politica come giovanissima attivista contro la legalizzazione dell’aborto, in seguito consigliera comunale nella giunta di Trieste, e infine eletta al Senato per cinque volte di fila.

Incipit tratto da:
Titolo: Borderless
Autore: Veit Heinichen
Traduzione: Monica Pesetti
Grafica: Emanuele Ragnisco
Titolo originale: Borderless
Casa editrice: e/o

Libri di Veit Heinichen

Copertine di Borderless di Veit Heinichen

Incipit Borderless

SUCH DIR EINEN NEUEN JOB, FLITTCHEN. ICH MACH DICH FERTIG. Groß wie die Headline einer Boulevardzeitung prangt der Satz in fetten Lettern an der weißen Wand über einer Serie von Fotos der Senatorin und ihres Bruders Carletto. Zeugnisse, die einen langen Zeitraum umspannen. Romana Castelli de Poltieri von ihren politischen Anfängen als blutjunge Agitatorin gegen die Liberalisierung des Abtreibungsverbots in den Siebzigerjahren, später als Stadträtin von Triest und schließlich die Wahl in den Senat in Rom, in dem sie in der fünften Legislaturperiode sitzt.

Incipit tratto da:
Titel : Borderless
Autor: Veit Heinichen
Verleger: Piper
Sprache: Deutsch

Quarta di copertina / Trama

Xenia Ylenia Zannier ha perso i genitori appena nata, entrambi sono morti durante il terremoto che ha devastato il Friuli nel 1976. È stata adottata dalla zia materna e dal marito, che avevano già un figlio di dieci anni, Floriano, da subito affezionato alla bambina che lo considererà sempre l’amatissimo fratello maggiore. Nel 1990 Floriano, nel frattempo entrato nella guardia di finanza a Trieste, viene processato e ingiustamente accusato di tentato omicidio e tre giorni dopo l’udienza si impicca in cella. La strada di Xenia, oggi commissario a Grado, incrocia ripetutamente quella della senatrice Romana Castelli de Poltieri, donna senza scrupoli corresponsabile della morte del fratello e implicata in una rete di corruzione internazionale. Con l’uccisione dell’amico e giornalista austriaco Jordan S. Becker e l’arrivo di una nave carica di profughi siriani, le indagini portano Xenia all’intelligence tedesca e al traffico di armi con base in Croazia. Passando per Trieste, Fiume, Salisburgo, Monaco, la Cancelleria a Berlino, Pullach e il ministero dell’Interno a Roma, tutte le tracce riconducono alla senatrice, capace di qualunque cosa per conservare il proprio potere. A fare da sfondo, la xenofobia di Patria Nostra che istiga all’odio verso gli stranieri, l’Unione Europea e la Germania.
(Ed. e/o; Dal Mondo)

Cronologia opere e bibliografia di Veit Heinichen

Ostracismo – Veit Heinichen

Athos la trovò solo dopo una lunga ricerca.

Incipit Ostracismo

Athos la trovò solo dopo una lunga ricerca. Dal centro si era inerpicato in autobus fino al grigio complesso di cemento alla periferia della città e poco dopo le undici aveva optato senza troppa convinzione per entrare in una delle orribili torri. Writer ribelli avevano decorato con simboli incomprensibili le nude pareti in calcestruzzo. Anni prima, quando lo avevano arrestato, imbrattare i muri delle case era ancora un passatempo raro a Trieste. Salì incerto le scale piene di spifferi e spinse con il piede la grande porta a vetri che si apriva su un corridoio interminabile, male illuminato e con il pavimento in vinile nero. A parte lui, in giro non c’era nessuno. La solitaria insegna al neon di una farmacia era l’unico dettaglio che risaltava nell’ambiente, per il resto anonimo. Chi voleva comprare delle medicine doveva suonare, diceva il cartello. Svoltato l’angolo passò davanti perfino a uno spartano ufficio postale, che quella mattina era aperto. Soltanto i graffiti donavano un tocco di vivacità al desolato squallore generale, ma considerato il posto dovevano essere stati commissionati: disegni realizzati con cura e corredati di commenti ironici, che illustravano in modo caricaturale la fredda struttura architettonica e i suoi abitanti. Anche i corridoi del carcere in cui aveva trascorso gli ultimi diciassette anni erano altrettanto spogli, in compenso però più puliti e meglio illuminati. Aristèides Albanese non ricordava a quale scala dovesse cercare il campanello. Oltre duemilacinquecento persone vivevano lì, e solo al settimo ingresso trovò il nome, quasi illeggibile: Melissa Fabiani. Dopo aver suonato invano memorizzò il numero dell’appartamento e si diresse verso il secondo blocco, collegato al primo e non meno labirintico. Nel corridoio successivo alcune donne in abiti modesti fumavano sotto l’insegna di un bar che vendeva anche tabacchi e giornali. La locandina del quotidiano locale esposta accanto all’entrata titolava: Assolto Tonino Gasparri. Prescritta l’accusa di corruzione.

Incipit tratto da:
Titolo: Ostracismo
Autore: Veit Heinichen
Traduzione: Monica Pesetti
Titolo originale: Scherbengericht
Casa editrice: e/o

Libri di Veit Heinichen

Copertine di Ostracismo di Veit Heinichen

Incipit Scherbengericht

Athos fand sie erst nach langer Suche. Mit dem Bus war er vom Zentrum zu dem grauen Wohnklotz am Stadtrand hochgefahren und hatte sich kurz nach elf unschlüssig für einen der abweisenden Eingangstürme entschieden. Wilde Sprayer hatten die grauen Stahlbetonwände mit unverständlichen Symbolen dekoriert. Als man ihn damals verhaftete, waren Schmierereien an den Hauswänden in Triest noch selten gewesen. Zaghaft stieg er das zugige Treppenhaus hinauf, bis er schließlich mit dem Fuß die breite Glastür zu einem endlosen Flur mit schwarzem Kunststoffboden und schwacher Beleuchtung aufstieß. Kein Mensch außer ihm war hier unterwegs. Die einsame Leuchtreklame einer Apotheke war der einzige Kontrast in der ansonsten anonymen Umgebung. Wer eintreten, Medikamente kaufen wollte, musste klingeln, stand an der Tür. Nach der ersten Ecke kam er sogar an einem karg eingerichteten Postamt vorbei, das an diesem Morgen geöffnet hatte. Nur die Werke der Sprayer brachten etwas Abwechslung in die Tristesse, wobei sie in diesen Korridoren offiziell angebracht worden sein mussten: Es waren sorgsam gestaltete Bilder mit ironischen Kommentaren, die karikaturengleich die kalte Betonarchitektur und ihre Bewohner illustrierten. Die Flure im Zellentrakt des Gefängnisses, in dem er die letzten siebzehn Jahre eingesessen hatte, waren ebenso karg gewesen, dafür sauberer und besser ausgeleuchtet. Aristèides Albanese erinnerte sich nicht mehr, an welchem der verschlossenen Treppenhäuser zu den oberen Etagen er nach dem Klingelschild suchen musste. Über zweieinhalbtausend Menschen wohnten hier, und erst am siebten Eingang fand er den kaum noch lesbaren Namen: Melissa Fabiani. Er hatte vergebens geläutet, sich schließlich die Appartmentnummer eingeprägt, war am Übergang zum angehängten zweiten, nicht weniger labyrinthischen Gebäudekomplex vorübergegangen. Im nächsten Flur standen schlecht gekleidete Frauen rauchend vor dem Schild einer Bar, wo auch Tabakwaren und Zeitungen verkauft wurden. Neben dem Eingang warb ein Streifenplakat mit der Schlagzeile der lokalen Tageszeitung: Tonino Gasparri freigesprochen. Tatbestand der Korruption verjährt.

Incipit tratto da:
Titel : Scherbengericht
Autor : Veit Heinichen
Verleger : Piper Verlag
Sprache : Deutsch

Quarta di copertina / Trama

Una nuova indagine del commissario salernitano di nascita e triestino d’adozione. Un romanzo corale, in cui i personaggi si muovono sullo sfondo della città di Umberto Saba, che “ha una scontrosa grazia” e “in ogni parte è viva”, sempre più terra di confine e sempre più protagonista.
Aristèides Albanese torna a Trieste dopo diciassette anni passati in carcere e per molti è uno scheletro nell’armadio. Il Greco, infatti, è stato condannato per omicidio in seguito alle dichiarazioni schiaccianti di dodici testimoni che hanno deposto in blocco contro di lui. Ora vuole iniziare una nuova vita aprendo un locale insieme all’amico ed ex compagno di cella, il giovane pakistano Aahrash, ma vuole anche voltare finalmente pagina.
Ha intenzione di vendicarsi e lo farà a modo suo, sfruttando la propria creatività di cuoco per preparare una gustosa – e indimenticabile – ultima cena. Questa volta potrebbe essere in pericolo anche Proteo Laurenti, che durante il processo ad Aristèides ha commesso un errore e adesso deve fare i conti con la propria coscienza e ricostruire in fretta il legame tra passato e presente, prima che tutti i falsi apostoli facciano una brutta fine.
(Ed. e/o)

Indice cronologico opere e bibliografia di Veit Heinichen