La memoria e la lotta – Maurizio Maggiani

Incipit La memoria e la lotta - Maurizio Maggiani

Incipit La memoria e la lotta. Calendario intimo della Repubblica

Io porto memoria, io ricordo.
Sarà perché vengo dalla piccola gente apua, così sperduta e barbara da non aver avuto una lingua scritta,
sarà perché tutto ciò che della mia gente è rimasto nella Storia è stato scritto da chi ci ha conquistato e asservito,
sarà perché non saremmo che polvere di marmo calpestata e spazzata via se non avessimo una qualche coscienza di noi,
del puro fatto di essere esistiti e di essere ancora vivi e presenti al mondo,
sarà perché sono stato cresciuto nell’orgoglio di ciò che possiamo essere, poco o niente che ci viene detto che siamo, se solo ci facciamo liberi da chi si impadronisce dei nostri destini,
sarà perché tutto questo va ricordato giorno per giorno, passo per passo, respiro per respiro,
che io del portare memoria me ne sono fatto una passione.
Sarà perché ho conosciuto l’amore, e nell’amore ha trovato riparo la mia dignità,
che so quanto il portare memoria sia una passione colma di vita, tutta la vita che prospera in un gesto d’amore.

Incipit tratto da:
Titolo: La memoria e la lotta. Calendario intimo della Repubblica
Autore: Maurizio Maggiani
Casa editrice: Feltrinelli
Qui è possibile leggere le prime pagine di La memoria e la lotta

La memoria e la lotta - Maurizio Maggiani

Quarta di copertina / Trama

“Io porto memoria, io ricordo. Sarà perché vengo dalla piccola gente apua, così sperduta e barbara da non aver avuto una lingua scritta, sarà perché tutto ciò che della mia gente è rimasto nella Storia è stato scritto da chi ci ha conquistato e asservito, sarà perché non saremmo che polvere di marmo calpestata e spazzata via se non avessimo una qualche coscienza di noi, sarà perché sono stato cresciuto nell’orgoglio di ciò che possiamo essere, poco o niente che ci viene detto che siamo, se solo ci facciamo liberi da chi si impadronisce dei nostri destini, sarà perché tutto questo va ricordato giorno per giorno, passo per passo, respiro per respiro, che io del portare memoria me ne sono fatto una passione.”
La memoria non può essere un’occorrenza simbolica, una verità manipolabile da chi ha il potere di stravolgerla, la memoria deve essere elezione, la memoria è promessa, è passione; la memoria è assunzione di responsabilità, e allora si fa lotta contro lo stato presente delle cose. Chi porta memoria da sé non è niente, esiste solo quando c’è chi lo accoglie, lo ascolta, lo vede, lo legge, e nel farlo si fa partecipe, a sua volta testimone. La Storia esiste e si tramanda finché è raccontata, e nessuno come Maurizio Maggiani sa raccontarla.
(Feltrinelli)

Cronologia opere, libri, biografia di Maurizio Maggiani su Incipitmania

McGlue – Ottessa Moshfegh

Incipit McGlue - Ottessa Moshfegh

Incipit McGlue

Mi sveglio. Ho il davanti della camicia rigido, marrone. Forse è sangue secco e io sono morto. L’aria dell’oceano mi convince a dubitarne, a girare la testa in due, tre riprese verso i piedi. I piedi sono a terra. Forse sono caduto a faccia in giù nel fango. E comunque, sono ancora troppo ubriaco perché me ne importi.
“McGlue!”
Una voce infuriata rimbomba da dove arriva il sole, vele issate, cigolii di legno e nodi stretti. Sento la pancia contorcersi. La testa. La scorsa primavera me la sono spaccata saltando da un treno in corsa – questo me lo ricordo. Mi metto in ginocchio.
Di nuovo, “McGlue!”.
Quel nome, McGlue, mi suona familiare.

Incipit tratto da:
Titolo: McGlue
Autrice: Ottessa Moshfegh
Traduzione: Gioia Guerzoni
Titolo originale: McGlue
Casa editrice: Feltrinelli
In copertina: illustrazione di Pietro Sedda
Qui è possibile leggere le prime pagine di McGlue

McGlue - Ottessa Moshfegh

Incipit McGlue

I wake up.
My shirtfront is stiff and bibbed brown. I take it to be dried blood and I’m a dead man. The ocean air persuades me to doubt, to reel my head in double, triple takes towards my feet. My feet are on the ground. It may be that I fell face first in mud. Anyway, I’m still too drunk to care.
“McGlue!”
A wrathful voice calls out from the direction of sunshine, ship sails hoisting, squeaks of wood and knots, tight. I feel my belly buckle. My head. Just last spring I cracked it jumping from a train of cars — this I remember. I get back down on my knees.
Again, “McGlue!”
This McGlue. It sounds familiar.

Title: McGlue
Author: Ottessa Moshfegh
Language: English

Quarta di copertina / Trama

Acquista qui 150

Salem, Massachusetts, 1851: McGlue è tenuto sotto chiave nella stiva di una nave, ancora troppo ubriaco per essere sicuro del proprio nome, della situazione e del proprio orientamento: potrebbe aver ucciso il suo migliore amico. La memoria intollerabile di ciò che è accaduto si accompagna ai suoi sprazzi di sobrietà.
Ottessa Moshfegh veleggia spavalda nella grande tradizione letteraria americana e ci regala un furfante perfido e senza cuore in un viaggio affilato come un coltello attraverso le nebbie dei ricordi.
(Feltrinelli)

Cronologia opere, libri, biografia di Ottessa Moshfegh su Incipitmania

Alma – Federica Manzon

Incipit Alma - Federica Manzon

Incipit Alma

Ad aprile sono poche le barche che fanno la spola dalla terraferma all’isola. Lei cammina nel paese chiuso: una donna con gambe da cicogna e rughe ai lati degli occhi azzurrini come chi è cresciuto in una città ventosa, se ne va in giro sola tra case di vacanza disabitate, qualche facciata sfoggia una bandiera della Dinamo Zagabria appesa ai fili del bucato, qualche altra un muro decorato da fori di proiettile. Alma alza gli occhi verso il campanile e vede un gabbiano che si sgranchisce le ali. Stamattina ha telefonato all’albergo sull’isola, ha chiesto se era possibile prenotare una camera. È possibile, le hanno risposto con riluttanza. Sono cambiati i tempi ma l’isola conserva la sua scortesia.
Il cielo intanto è schiarito, c’è un sole baltico. Le sembra di aver passato la vita sotto cieli come questo, a inseguire qualcosa che non aveva chiaro. Un inverno nella sua città a est, doveva essere la fine di febbraio, camminava nel bosco del barone Revoltella e gli alberi sobbalzavano per la bora, lei stringeva la mano di un uomo che si era intrufolata nella tasca del suo cappotto e tremava. Accadevano cose del genere, conosceva persone con cui passava del tempo, scrutavano il cielo insieme, facevano un pezzo di strada, poi lei se ne andava.

Incipit tratto da:
Titolo: Alma
Autrice: Federica Manzon
Casa editrice: Feltrinelli
In copertina: illustrazione di Andrea Serio
Qui è possibile leggere le prime pagine di Alma

Alma - Federica Manzon

Quarta di copertina / Trama

Tre giorni dura il ritorno a Trieste di Alma, che dalla città è fuggita per rifarsi una vita lontano, e ora è tornata per raccogliere l’imprevista eredità di suo padre. Un uomo senza radici che odiava il culto del passato e i suoi lasciti, un padre pieno di fascino ma sfuggente, che andava e veniva al di là del confine, senza che si potesse sapere che lavoro facesse là nell’isola, all’ombra del maresciallo Tito “occhi di vipera”.
A Trieste Alma ritrova una mappa dimenticata della sua vita. Ritrova la bella casa nel viale dei platani, dove ha trascorso l’infanzia grazie ai nonni materni, custodi della tradizione mitteleuropea, dei caffè colti e mondani, distante anni luce dal disordine chiassoso di casa sua, “dove le persone entravano e se ne andavano, e pareva che i vestiti non fossero mai stati tolti dalle valigie”. Ritrova la casa sul Carso, dove si sono trasferiti all’improvviso e dove è arrivato Vili, figlio di due intellettuali di Belgrado amici di suo padre. Vili che da un giorno all’altro è entrato nella sua vita cancellando definitivamente l’Austriaungheria. Adesso è proprio dalle mani di Vili, che è stato “un fratello, un amico, un antagonista”, che Alma deve ricevere l’eredità del padre. Ma Vili è l’ultima persona che vorrebbe rivedere.
I tre giorni culminanti con la Pasqua ortodossa diventano così lo spartiacque tra ciò che è stato e non potrà più tornare – l’infanzia, la libertà, la Jugoslavia del padre, l’aria seducente respirata all’ombra del confine – e quello che sarà.
Federica Manzon scrive un romanzo dove l’identità, la memoria e la Storia – personale, familiare, dei Paesi – si cercano e si sfuggono continuamente, facendo di Trieste un punto di vista da cui guardare i nostri difficili tentativi di capire chi siamo e dov’è la nostra casa.
(Feltrinelli Editore)

Cronologia opere, libri, biografia di Federica Manzon su Incipitmania