Incipit L’eterna gioventù
Nel fosco fin del secolo morente un vecchio garibaldino si lasciò alle spalle l’ultima rivoluzione e prese la strada per tornare a casa. Si tolse la camicia rossa con i galloni da maggiore e si vestì da straccione, a Salonicco trovò un imbarco da mozzo di sottocoperta su un vapore che portava mille pecore vive al porto di Genova. Tenne a bada le pecore per una settimana, sbarcò, si fece pagare e si ricordò che non sapeva più dov’era casa sua, allora riprese dalla sacca la camicia rossa e salì sul primo tranvai per Quarto. A Quarto si cacciò in acqua vestito com’era e nuotò verso il largo finché ne ebbe la forza, poi si lasciò andare, perché aveva vissuto tutto quello che c’era da vivere e non gli importava più di niente, se non di finire dove aveva cominciato, nell’acqua da dove il Generale Garibaldi l’aveva pescato e portato con sé nella più gloriosa di tutte le rivoluzioni.
Incipit tratto da:
Allora aveva tredici anni e il sergente reclutatore l’aveva cacciato perché gli pareva troppo gracile, lui arrivò a nuoto sotto le murate del Lombardo con le caldaie che erano già in pressione, e fu il Generale in persona a lanciargli la sagola per issarlo a bordo. Era di maggio e l’acqua era freschina, lo mandarono ad asciugarsi alle caldaie e gli misero addosso una camicia che gli arrivava alle ginocchia.
Adesso si era in ottobre e l’acqua gli sembrava tale e quale, fu riportato a riva contro la sua volontà sul barchino di un pescatore di palamito, fu portato in città sopra un carro dei volontari del fuoco e innalzato al Caricamento come un eroe, l’ultimo, il redivivo, il Garibaldo.
Titolo: L’eterna gioventù
Autore: Maurizio Maggiani
In copertina: illustrazione di Gianluca Folì
Casa editrice: Feltrinelli
Quarta di copertina / Trama
Questa è una storia leggendaria, il mito di una dinastia di ribelli ostinati in un sogno, perseveranti nel costruirlo a dispetto di ogni sconfitta del presente. Una storia di eterna rivolta, di molte vite e gesta, vite che non hanno avuto voce e vite la cui alta voce è stata dimenticata. Una storia che attraversa epoche e oceani e continenti, guerre e rivoluzioni, da Genova a New York a San Pietroburgo, da Domokos a Sidone.
C’è fra loro un personaggio di pura leggenda, una donna nata nel 1901, “l’essere umano più antico del mondo”, lei conosce ogni storia e ogni storia ha vissuto, è la Canarina. Chiamavano così le giovani donne che nella Grande Guerra lavoravano nell’industria bellica al munizionamento, perché il tritolo tinteggiava di giallo il viso e le mani. Aveva sedici anni la Canarina, quando nascondeva sotto le unghie dei piedi qualche grano di quel composto micidiale, sottraendo ogni giorno un po’ di guerra alla guerra.
È suo nipote l’Artista a dipanare la Storia e le storie attraverso una progenie di figli unici che costruiscono una dolcissima elegia eroica, sfiorando le vite di Garibaldi e Anita, Antonio Meucci, Emma Goldman, Gaetano Bresci, Carlo Tresca, Sandro Pertini e tanti altri ancora.
Maurizio Maggiani scrive il grande romanzo della rivolta libertaria, dedicandolo all’oggi, ai molti che vivono senza un mito di collettiva identità che li affratelli, ma credono ancora alla costruzione di un sogno di promettente bellezza. È un incitamento appassionato a partecipare della leggenda, a costruirne nuovi capitoli, a sentirsene eredi.
I legami non si sciolgono mai, mai e poi mai quando sono legami di libertà.
(Ed. Feltrinelli; I Narratori)