Principessa di sangue – Jean-Patrick Manchette

L’Oldsmobile nera procedeva sulla sabbia di una spiaggia

Incipit Principessa di sangue

L’Oldsmobile nera procedeva sulla sabbia di una spiaggia, con cautela. Balázs era al volante. Sul sedile posteriore Maurer e Branko scortavano una bambina di sette anni avvolta in un sacco a pelo e che era stata stordita con un’iniezione di morfina. Era l’alba. Con le luci di posizione spente, la vettura era cupa sulla sabbia grigia della spiaggia deserta. Il volto dei tre uomini appariva livido, i loro abiti erano scuri. L’estremità violetta di una lingua spuntava dalle labbra sottili di Balázs, all’angolo della bocca, mentre pilotava lentamente la pesante auto sul terreno ineguale dove si intravedevano solchi vecchi e induriti la cui cresta si stava però sfaldando. Procedevano in prima verso una casa cubica isolata davanti all’oceano. La raggiunsero, si fermarono, scesero. Maurer risalì sulla vettura e si mise al volante per condurla nel garage arrangiato: non era che una lastra di catrame, sotto un’ampia tettoia di canne secche, sostenuta da alti paletti, addossata al muro posteriore della casa cubica.

Incipit tratto da:
Titolo: Principessa di sangue
Autore: Jean-Patrick Manchette
Traduzione: Camilla Testi
Titolo originale: La Princesse du sang
Casa editrice: Einaudi

Libri di Jean-Patrick Manchette

Copertine di Principessa di sangue di Jean-Patrick Manchette

Quarta di copertina / Trama

Un’automobile avanza lenta tra le dune sabbiose di una spiaggia. A bordo, tre uomini dal fare circospetto e una bambina di sette anni, avvolta in un sacco a pelo, stordita da un’iniezione di morfina. Il gruppo raggiunge una casa isolata, si unisce al resto dei rapitori. Ma scoppia uno scontro a fuoco e i malviventi si uccidono tra loro. Uno solo si salva, si carica in spalla la bambina rimasta ferita e si allontana a piedi tra i bagliori di un’esplosione. È il 1950. 1956. Ivory Pearl, una fotoreporter d’assalto che ha seguito a rischio della vita i vari conflitti e guerriglie del dopoguerra, decide di prendersi una pausa da quell’esistenza di dolore e morte e si ritira a Cuba, nel cuore della Sierra Maestra. Immersa in una natura selvaggia e mozzafiato, si ritroverà suo malgrado al centro di un intrigo internazionale condotto dai Servizi segreti. Con lei, un uomo inquietante e una ragazzina rozza e misteriosa, di cui sarà costretta a incrociare il destino.
Un romanzo in cui si mescolano piccola e grande Storia, personaggi straordinari e traffici di tutti i generi, e che traccia sapientemente il grande caos del secolo appena trascorso.
(Ed. Einaudi; Stile Libero Noir)

Cronologia opere e bibliografia di Jean-Patrick Manchette

Un mucchio di cadaveri – Jean-Patrick Manchette

La giornata di giovedì è stata assai deprimente

Incipit Un mucchio di cadaveri

La giornata di giovedì è stata assai deprimente. La sveglia ha suonato alle nove e io mi sono seduto sul letto. Se si può chiamare questo un letto. Se si può chiamare questo un letto. In ogni modo, da un paio d’ore non dormivo più per davvero, sonnecchiavo. E mi ero coricato alle ventidue e trenta. Dormo molto. O meglio, sonnecchio molto. Insomma, dipende dai momenti.

Incipit tratto da:
Titolo: Un mucchio di cadaveri
Autore: Jean-Patrick Manchette
Traduzione: Luigi Bernardi
Titolo originale: Morgue pleine
Casa editrice: Einaudi

Libri di Jean-Patrick Manchette

Copertine di Un mucchio di cadaveri di Jean-Patrick Manchette

Quarta di copertina / Trama

Eugène Tarpon era uno sbirro.
Durante un’operazione di ordine pubblico ha ecceduto con la legittima difesa, ammazzando un dimostrante. Dopo, ha lasciato la gendarmeria e si è improvvisato investigatore privato. Ma c’è davvero bisogno di investigatori privati nella vita di tutti i giorni? Apparentemente no, perché Tarpon non ha uno straccio di cliente e si appresta a lasciare la professione, tornando al paese natio, dalla mamma. Di colpo però i clienti arrivano. Tutti quando i bagagli sono fatti e Tarpon aspetta solo la luce del sole per dire addio a Parigi. Uno, due, tre clienti, uno dopo l’altro, nel tempo di finire la bottiglia alla quale ha santificato la sua ultima notte da investigatore. Tarpon prima li ascolta poi li manda via. Dopo, la curiosità lo spinge fuori di casa, incontro al primo cadavere di un caso che ne riserverà molti. Alle prese con la figura piú classica del poliziesco americano, Manchette distilla l’irriverenza del suo approccio in un libro dal ritmo scatenato dove non mancano inseguimenti, sparatorie e personaggi indimenticabili, e dove i cadaveri si ammucchiano con sorprendente rapidità in un crescendo polifonico diretto con sapienza. Un romanzo che sorprenderà anche i fans piú sfegatati di Manchette, che pure alle sorprese sono abituati
(Ed. Einaudi; Stile libero Noir)

Cronologia opere e bibliografia di Jean-Patrick Manchette

Pazza da uccidere – Jean-Patrick Manchette

L’uomo che Thompson doveva uccidere

Incipit Pazza da uccidere

L’uomo che Thompson doveva uccidere, un pederasta colpevole di aver sedotto il figlio di un industriale, entrò nella stanza. Chiudendosi la porta alle spalle, ebbe il tempo di sobbalzare alla vista di Thompson addossato alla parete. Poi Thompson gli piantò nel cuore la lama di una sega rigida montata su una grossa impugnatura cilindrica e provvista di una guaina circolare in lamiera. Mentre la guaina tratteneva gli schizzi di sangue, Thompson mosse vigorosamente l’impugnatura cilindrica, e il cuore dell’omosessuale fu affettato in due o più pezzi. La vittima aprì la bocca ed ebbe un unico spasimo.

Incipit tratto da:
Titolo: Pazza da uccidere
Autore: Jean-Patrick Manchette
Traduzione: Luigi Bernardi
Titolo originale: Ô dingos, ô châteaux!
Casa editrice: Einaudi

Libri di Jean-patrick Manchette

Copertine di Pazza da uccidere di Jean-Patrick Manchette

Incipit Ô dingos, ô châteaux!

L’homme que Thompson devait tuer, un pédéraste coupable d’avoir séduit le fils d’un industriel, entra dans sa chambre. Refermant sa porte derrière lui, il eut le temps de sursauter à la vue de Thompson debout contre le mur à côté des gonds. Puis Thompson lui plongea dans le coeur une lame de scie rigide montée sur une grosse poignée cylindrique et pourvue d’une garde circulaire en tôle. Tandis que la garde empêchait les jets de sang, Thompson agita vigoureusement la poignée cylindrique et le coeur de l’homosexuel se trouva coupé en deux ou plusieurs morceaux. La victime ouvrit la bouche et eut un seul spasme.

Incipit tratto da:
Titre: Ô dingos, ô châteaux!
Auteur: Jean-patrick Manchette
Editeur: Folio
Langue: Français

Quarta di copertina / Trama

Thompson è un killer professionista, freddo e spietato ma con problemi di ulcera. Qualcuno lo incarica di uccidere un bambino, il mal di stomaco aumenta di pari passo alla determinazione di portare a compimento l’ingaggio. Hartog è a capo di un potente gruppo industriale, ereditato grazie a un incidente aereo che gli ha portato via il fratello e la cognata. Spetta dunque ad Hartog prendersi cura del figlio dei due, Peter, il vero destinatario della fortuna familiare.
Julie ha avuto un’infanzia difficile e un’adolescenza travagliata. Adesso, dopo cinque anni di cure psichiatriche, sembra stare bene. Peter è un marmocchio collerico e viziato.
Hartog ha assunto Julie proprio perché faccia da bambinaia a Peter. E se fosse un’orribile trappola di Hartog per sbarazzarsi del bambino facendo ricadere la colpa proprio su Julie?
(Ed. Einaudi; Stile libero Noir)

Cronologia opere e bibliografia di Jean-patrick Manchette