La bambina e il sognatore – Dacia Maraini

Cammino rapido in mezzo a una strada quasi cancellata dalla nebbia.

Incipit La bambina e il sognatore

Cammino rapido in mezzo a una strada quasi cancellata dalla nebbia. Un vento secco e cattivo mi fa socchiudere le palpebre, mi toglie il respiro. Mi chiedo dove sono e dove sto andando. Dal muretto di mattoni sbreccati, carico di rampicanti, che scorgo alla mia sinistra, mi sembra di riconoscere la strada che porta alla scuola in cui insegno. Non vedo a due metri di distanza. Avanzo a fatica, forzando quella parete di vento e nebbia. Improvvisamente quasi inciampo in una bambina che cammina lesta, avvolta in un cappottino rosso da cui esce un collo bianco e lungo. Faccio per dire: mi scusi, e scavalcarla, ma qualcosa in quella bambina mi blocca in mezzo alla strada, stupito. Il cappottino rosso, i capelli castani raccolti in una coda dietro la nuca, con qualche ricciolo biondo che sguscia disordinato, la camminata ciondolante, un poco sghemba. Ma è mia figlia, mi dico e grido: «Martina!». La vedo fermarsi in mezzo al marciapiede e voltarsi frettolosa come se le avessi gettato un sasso.

Incipit tratto da:
Titolo: La bambina e il sognatore
Autrice: Dacia Maraini
Casa editrice: Rizzoli

Libri di Dacia Maraini

Copertina di La bambina e il sognatore di Dacia Maraini

Quarta di copertina / Trama

Ci sono sogni capaci di metterci a nudo. Sono schegge impazzite, che ci svelano una realtà a cui è impossibile sottrarsi. Lo capisce appena apre gli occhi, il maestro Nani Sapienza: la bambina che lo ha visitato nel sonno non gli è apparsa per caso. Camminava nella nebbia con un’andatura da papera, come la sua Martina. Poi si è girata a mostrargli il viso ed è svanita, un cappottino rosso inghiottito da un vortice di uccelli bianchi. Ma non era, ne è certo, sua figlia, portata via anni prima da una malattia crudele e oggi ferita ancora viva sulla sua pelle di padre. E quando quella mattina la radio annuncia la scomparsa della piccola Lucia, uscita di casa con un cappotto rosso e mai più rientrata, Nani si convince di aver visto in sogno proprio lei. Le coincidenze non esistono, e in un attimo si fanno prova, indizio. È così che Nani contagia l’intera cittadina di S., immobile provincia italiana, con la sua ossessione per Lucia. E per primi i suoi alunni, una quarta elementare mai sazia dei racconti meravigliosi del maestro: è con la seduzione delle storie, motore del suo insegnamento, che accende la fantasia dei ragazzi e li porta a ragionare come e meglio dei grandi. Perché Nani sa essere insieme maestro e padre, e la ricerca di Lucia diventa presto una ricerca di sé, che lo costringerà a ridisegnare i confini di un passato incapace di lasciarsi dimenticare. Con questo romanzo potente, illuminato per la prima volta da un’intensa voce maschile, Dacia Maraini ci guida al cuore di una paternità negata, scoprendo i chiaroscuri di un sentimento che non ha mai smesso di essere una terra selvaggia e inesplorata.
(Ed. Rizzoli; La Scala)

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Chiara di Assisi, Elogio della disobbedienza – Dacia Maraini

Incipit Chiara di Assisi, Elogio della disobbedienza

Cara scrittrice
Sono una studentessa siciliana, di un piccolissimo paese alle falde dell’Etna chiamato Santo Pellegrino. Sta in fondo a una isola disgraziata eppure bellissima che lei conosce bene e che io amo ma di cui sento addosso i difetti come tante pulci affamate.

Mi chiamo Chiara. Questo non le dirà nulla, ma per me invece è molto, moltissimo. Su questo nome luminoso, cristallino, su questo nome che parla di trasparenze pensose, mi sto rompendo la testa. L’origine della scelta è semplice, quasi banale: mia madre è molto religiosa e ha voluto mettermi il nome di Chiara perché sono nata proprio il giorno in cui si festeggia la santa, l’11 agosto – che poi sarebbe il giorno della sua morte, perché il giorno della sua nascita non è noto come non si conosce con esattezza l’anno, il 1193 o il 1194.
Banalità delle coincidenze. Se fossi nata il giorno di santa Genoveffa la mia sciagurata madre mi avrebbe chiamato Genoveffa? Stupidità da calendario, la definirei. Il fatto è che mio padre voleva chiamarmi come sua madre, Giuseppina e a mia madre quel nome aceva vomitare, pure a me a dire la verità fa vomitare; così per non farla vomitare, si sono accordati sulla santa del giorno, le pare una cosa seria? Insomma sarei il frutto di un compromesso. Un bel frutto davvero! Io che i compromessi li ho sempre sentiti come punte di coltello sulla carne.

Incipit tratto da:
Titolo: Chiara di Assisi. Elogio della disobbedienza
Autrice: Dacia Maraini
Casa editrice: Rizzoli

Libri di Dacia Maraini

Copertina di Chiara di Assisi Elogio della disobbedienza di Dacia Maraini

Quarta di copertina / Trama

È la storia di un incontro, questo libro intimo e provocatorio: tra una grande scrittrice che ha fatto della parola il proprio strumento per raccontare la realtà e una donna intelligente e volitiva a cui la parola è stata negata. Non potrebbero essere più diverse, Dacia Maraini e Chiara di Assisi, la santa che nella grande Storia scritta dagli uomini ha sempre vissuto all’ombra di Francesco. Eppure sono indissolubilmente legate dal bisogno di esprimere sempre la propria voce. Chiara ha dodici anni appena quando vede “il matto” di Assisi spogliarsi davanti al vescovo e alla città. È bella, nobile e destinata a un ottimo matrimonio, ma quel giorno la sua vita si accende del fuoco della chiamata: seguirà lo scandaloso trentenne dalle orecchie a sventola e si ritirerà dal mondo per abbracciare, nella solitudine di un’esistenza quasi carceraria, la povertà e la libertà di non possedere. Sta tutta qui la disobbedienza di Chiara, in questo strappo creativo alle convenzioni di un’epoca declinata al maschile. Perché, ieri come oggi, avere coraggio significa per una donna pensare e scegliere con la propria testa, anche attraverso un silenzio nutrito di idee. In questo racconto, che a volte si fa scontro appassionato, segnato da sogni e continue domande, Dacia Maraini traccia per noi il ritratto vivido di una Chiara che prima è donna, poi santa dal corpo tormentato ma felice: una creatura che ha saputo dare vita a un linguaggio rivoluzionario e superare le regole del suo tempo per seguirne una, la sua.
(Ed. Rizzoli; La Scala)

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L’amore rubato – Dacia Maraini

Il giovane dottore Giovanni Lenti se ne stava seduto sullo sgabello del Pronto Soccorso con in mano un bicchiere di polistirolo pieno di caffè.

Incipit L’amore rubato

Il giovane dottore Giovanni Lenti se ne stava seduto sullo sgabello del Pronto Soccorso con in mano un bicchiere di polistirolo pieno di caffè. Incollati alle orecchie ha gli auricolari da cui sgorga una musica dolce, di tipo orientale di quelle che lui preferisce. Gli ricorda i quadri di Gauguin di cui ha visto recentemente una mostra. Donne a piedi nudi coi fiori fra i capelli, cavalli azzurri che riempiono l’orizzonte, palme dalle grandi foglie ciondolanti che si indovinano profumate emorbide.
Oggi finalmente si respira. Solo un ictus in tutta la mattinata. Meno male. Quasi quasi me ne vado a prendere un gelatosi, si dice. Ma proprio in quel momento vede aprirsi la porta a vetri. Davanti a lui una ragazzina dagli zigomi sporgenti, i lunghi capelli castani, avanza trascinando un braccio evidentemente spezzato.

Incipit tratto da:
Titolo: L’amore rubato
Autrice: Dacia Maraini
Casa editrice: Rizzoli

Libri di Dacia Maraini

Copertina di L’amore rubato di Dacia Maraini

Quarta di copertina / Trama

Sono tutte qui le donne raccontate da Dacia Maraini, in questo piccolo libro importante. Sono qui a mostrarci qualcosa di intimo, qualcosa di necessario e doloroso. Le donne di Dacia sono forti, hanno lottato, a volte hanno perso ma non si sono mai arrese. Le protagoniste de L’amore rubato combattono una battaglia antica e sempre attuale, contro gli uomini amati che sempre più spesso si dimostrano incapaci di ricambiarle, di confrontarsi con il rifiuto, il desiderio. Davanti a queste donne, mariti, amanti, compagni si rivelano ragazzini che stentano a crescere e confondono la passione con il possesso e, per questo, l’amore lo rubano: alle bambine che non sanno, alle donne che si donano troppo. Come Marina, che si ostina a cadere dalle scale, come Ale, che sceglie con sofferta determinazione di non far nascere il frutto di una violenza o ancora come Angela, che si addossa, aderendo alle parole della Chiesa, le colpe che una antica misoginia attribuisce alla prima disobbedienza femminile. In tutte queste storie affilate e perfette, dure e capaci di emozionare e indignare, Dacia Maraini racconta di un mondo diviso fra coloro che vedono nell’altro una persona da rispettare e coloro che, con antica testardaggine, considerano l’altro un oggetto da possedere e schiavizzare.
(Ed. Rizzoli; La Scala)

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