La vacanza – Dacia Maraini

Scendemmo le scale di corsa, e percorremmo il lungo corridoio senza incontrare una suora.

Incipit La vacanza

Scendemmo le scale di corsa, e percorremmo il lungo corridoio senza incontrare una suora. Era l’ora della siesta. Le persiane erano accostate e ci si vedeva appena.
La vecchia portiera ci aprì brontolando: – Quando escono da qui non si sa mai come tornino -. Da tanti anni che ero in collegio, l’avevo sempre vista seduta goffamente nel suo giubbotto, col grembiule nero addosso e lo scialle rosa sdrucito gettato sulle spalle. – Andate al mare? – chiese, e ci guardò con rancore. – Attenti ai colpi di freddo, – continuò lasciandoci passare. Poi, tirò a sé la porta con fracasso.

Incipit tratto da:
Titolo: La vacanza
Autrice: Dacia Maraini
Casa editrice: Mondolibri

Libri di Dacia Maraini

Copertine di La vacanza di Dacia Maraini

Quarta di copertina / Trama

Anna e Giovanni, lei adolescente taciturna e attonita, lui piccolo e fragile, escono la collegio di suore per trascorrere una vacanza in famiglia, nel paese sul mare dove vivono il padre e la matrigna. È un estate speciale: quella del 1943. L’Italia, fascista ancora per poco, è sospesa tra due guerre e divisa. Si fa largo un pesante malessere, nonostante l’indolenza dei giorni estivi e l’ottimismo spavaldo di chi vuol credere a tutti i costi in una vittoria sempre più lontana. Il sole che brucia la pelle, le gite in pattino, l’appuntamento quotidiano ai bagni Savoia dove Anna comincia a guardare il mondo e a farsi guardare: il rombo degli aerei che passano per bombardare chissà dove è una breve parentesi che intacca appena la tranquilla cerimonia estiva. Ma basta poco perché Anna decida di diventare adulta: e lo fa entrando nel gioco delle parti senza apparente emozione, spogliandosi velocemente di fronte all’ebete incredulità di uomini giovani e vecchi. Gli incontri fuggevoli sulla spiaggia con i ragazzi che fanno a gara a chi è più cattivo sono solo gli ultimi fuochi di una libertà da bruciare in fretta, prima di tornare in collegio, al riparo dalla vita e dalla guerra. In questo suo primo romanzo Dacia Maraini racconta in modo spoglio, con sguardo fermo e oggettivo, la breve stagione di una ragazzina che vuole fare i conti con gli altri, subito e senza finzioni. Anna affronta l’amore – quello vissuto dai grandi – come un rapido incontro, molto silenzio e un grumo di pensieri nella testa, e usa il corpo denudato quasi fosse un velo ultimo ai segreti che si porta dentro. A distanza di molti anni dalla prima uscita,La vacanza si rivela l’opera di un esordiente eccezionalmente dotata. “Quella ragazza”, scrive Dacia Maraini parlando di una sé stessa così lontana da poter essere guardata quasi come un’estranea, “a diciassette anni ha cominciato a scrivere un romanzo asciutto e ruvido che ha voluto chiamare La vacanza, ma non nel senso di uno svago o di un viaggio festoso, bensì di un vuoto; un vuoto che le faceva torcere il collo in un gesto dolente di ricerca: chi e che cosa c’era al di là della porta, al di là della strada, al di là del fiume, al di là della città? Qualcosa di sensato, per cui valesse la pena di sacrificarsi, oppure solo pena e confusione?”
(Ed. Mondolibri)

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Isolina – Dacia Maraini

Incipit Isolina

Verona. 16 gennaio 1900. Due lavandaie sono chine ad insaponare delle lenzuola sul greto dell’Adige poco sotto il ponte Garibaldi.
Da alcune fotografie dell’epoca possiamo ricostruire come si presentava il fiume allora: torbido, irruento, da poco costretto dentro gli argini nuovi (l’Adige era straripato nel 1882 distruggendo mezza città); movimentando da un continuo passaggio di barche che trasportavano sabbia, di chiatte dalle vele larghe marrone, di traghetti che facevano spola fra una sponda e l’altra. Dove l’acqua era più fonda e turbinosa si alzavano i mulini galleggianti che agitavano le pale sporche e gocciolanti con un rumore di legni in movimento.
Lungo gli argini, su dei lembi di spiaggia pietrosa, file di donne imbacuccate stavano chine a lavare i panni, che il tempo fosse bello o brutto, chiacchierando allegramente fra loro.

Incipit tratto da:
Titolo: Isolina. La donna tagliata a pezzi
Autrice: Dacia Maraini
Casa editrice: Mondadori

Libri di Dacia Maraini

Copertine di Isolina di Dacia Maraini

Quarta di copertina / Trama

In questo bellissimo romanzo Dacia Maraini racconta la vera storia di Isolina, una ragazza come tante altre nella Verona a cavallo fra l’Ottocento e il Novecento, dove i militari potevano trovare facilmente divertimenti e belle donne.
Quando resta incinta, il suo amante, anch’egli un ufficiale dell’esercito, la costringe ad abortire e Isolina muore in modo raccapricciante fra urla strazianti sul tavolo di un’osteria. Ma per salvare l’onore dell’esercito tutto viene nascosto, come se Isolina non fosse mai esistita.
(Ed. Rizzoli; BUR)

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Donna in guerra – Dacia Maraini

Giacinto è andato a pescare.

Incipit Donna in guerra

Giacinto è andato a pescare. Si è alzato alle sette. Prima ancora di lavarsi la faccia ha allineato per terra i suoi attrezzi da pesca; li ha puliti uno per uno con uno straccio intinto nel petrolio.
Abbiamo preso il caffè in cortile, all’ombra dei banani. I vicini dormono ancora. È domenica. Giacinto si è infilato il costume da bagno nero. Ha inghiottito l’ultimo boccone di pane intinto nel latte. Si è avviato verso il portoncino che dà sulla strada. L’ho guardato camminare: la pelle bianca, farinosa, le lunghe gambe coperte di ricci biondi, la nuca sparuta, le spalle magre. Ha l’aria di un ragazzo indeciso e solitario.

Incipit tratto da:
Titolo: Donna in guerra
Autrice: Dacia Maraini
Casa editrice: Einaudi

Libri di Dacia Maraini

Copertine di Donna in guerra di Dacia Maraini

Quarta di copertina / Trama

Venticinque anni, siciliana d’origine, Vannina fa la maestra in una scuola elementare della periferia romana con rassegnata apatia. Suo marito Giacinto fa il meccanico. È «gentile, assorto, meticoloso», paternalista. La loro convivenza pare trascinarsi senza scosse, quando una vacanza estiva su un’isola mette bruscamente Vannina davanti ad una realtà diversa dal grigio mondo delle consuetudini. Con un linguaggio impastato di superstizioni e ossessioni e pregiudizi, le donne dell’isola la coinvolgono in una trama di storie inquietanti: le licenziosità dei ricchi, i figli dei pescatori che si vendono alle straniere. Ma per lei sarà importante soprattutto l’incontro con un gruppo di giovani extraparlamentari, che la trascinano nella loro attività politica. Dapprima ritagliata come per negativo nel poco spazio che gli altri – impegnati a vivere con furioso egoismo biologico – le lasciano, Vannina diventa, da pura spettatrice di appetiti e velleità, la protagonista della propria liberazione, e matura una presa di coscienza che la porterà a scelte radicali.
Svolto in forma di diario, il romanzo non riflette soltanto una esperienza personale, sia pure significativa ed emblematica. Nel dialogo fitto e concitato, nelle sorprese e negli scatti della vicenda, Dacia Maraini è riuscita a rappresentare i nodi e i problemi che agitano la vita civile nell’Italia degli anni ’70: non soltanto la condizione della donna (e soprattutto della donna del Sud), ma le tensioni sociali, i ritardi della scuola, la degradazione di Napoli e delle borgate romane, il lavoro a domicilio, la violenza delle istituzioni, la rivolta dei giovani. Il libro sembra avere talvolta la pregnanza di un documento sociologico, e nasce anche dall’effettiva diretta conoscenza che la Maraini ha della realtà che descrive; ma una scrittura viva e immaginosa e un ritmo sempre teso ne fanno un congegno narrativo di forte suggestione.
(Ed. Einaudi; 1975)

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Da questo romanzo il film Io sono mia per la regia di Sofia Scandurra (1977)