Il mio romanzo viola profumato – Ian McEwan

Incipit Il mio romanzo viola profumato – Ian McEwan

Incipit Il mio romanzo viola profumato

Del mio amico, il romanziere Jocelyn Tarbet, un tempo celebrato, avrete sentito parlare, ma sospetto che il ricordo di lui cominci a sbiadire. Gli anni possono essere implacabili con la gloria. È probabile che mentalmente associate il suo nome a uno scandalo ormai semidimenticato, una vicenda incresciosa. Di me, di Parker Sparrow, romanziere un tempo oscuro, non avevate invece mai sentito parlare prima che il mio nome venisse collegato pubblicamente al suo. Come i due estremi di un dondolo, i nostri nomi rimangono inseparabili per un esiguo manipolo di bene informati. La sua ascesa ha coinciso, pur non essendone causa, con il mio declino. Il suo successivo tramonto è stato il mio trionfo terreno. Non nego che siano stati commessi degli illeciti. Ho rubato una vita e non intendo restituirla. Siete liberi di considerare le poche pagine che seguono come una confessione.

Incipit tratto da:
Titolo: Il mio romanzo viola profumato. Seguito da “L’io”
Autore: Ian McEwan
Traduzione: Susanna Basso
Titolo originale: My Purple Scented Novel
Casa editrice: Einaudi

Libri di Ian McEwan

Il mio romanzo viola profumato - Ian McEwan

Incipit My Purple Scented Novel

You will have heard of my friend the once celebrated novelist Jocelyn Tarbet, but I suspect his memory is beginning to fade. Time can be ruthless with reputation. The association in your mind is probably with a half-forgotten scandal and disgrace. You’d never heard of me, the once obscure novelist Parker Sparrow, until my name was publicly connected with his. To a knowing few, our names remain rigidly attached, like the two ends of a seesaw. His rise coincided with, though did not cause, my decline. Then his descent was my earthly triumph. I don’t deny there was wrongdoing. I stole a life, and I don’t intend to give it back. You may treat these few pages as a confession.

Incipit tratto da:
Title: My Purple Scented Novel
Author: Ian McEwan
Publisher: Vintage
Language: English

Quarta di copertina / Trama

Questa è la confessione di un crimine perfetto.
Parker Sparrow ha rubato la vita del suo caro amico Jocelyn Tarbet.
Da ragazzi sognavano entrambi di diventare grandi scrittori.
Jocelyn è riuscito a raggiungere la fama, Parker invece no.
Per decenni ha raccontato che non aveva importanza.
Poi ha scritto un altro finale.
(Ed. Einaudi)

Incipit Il mio romanzo viola profumato – Ian McEwan

Indice cronologico opere e bibliografia di Ian McEwan

Nel guscio – Ian McEwan

Incipit Nel guscio – Ian McEwan

Incipit Nel guscio

Dunque eccomi qui, a testa in giú in una donna. Braccia pazientemente conserte ad aspettare, aspettare e chiedermi dentro chi sono, dentro che guaio mi sto per cacciare. Mi si chiudono gli occhi di nostalgia al ricordo di quando fluttuavo libero nel mio sacco opalescente, a spasso dentro la bolla sognante dei miei pensieri, tra capriole al ralenti in un oceano privato, e delicate carambole contro i confini trasparenti della mia prigione, quella membrana sicura che, pur attutendole, vibrava insieme alle voci di cospiratori intenti a una macchinazione odiosa. Succedeva nella spensierata stagione della mia giovinezza. A questo punto, ormai completamente capovolto, con le ginocchia schiacciate al petto e senza alcun margine di movimento, non ho soltanto la testa impegnata ma anche tutti i pensieri. Non ho più scelta, un orecchio è premuto giorno e notte contro le pareti irrorate di sangue. Ascolto, prendo appunti mentali, e mi preoccupo. Tra le lenzuola sento discorsi efferati e mi agghiaccia il terrore di quel che mi aspetta, di quel che potrebbe compromettermi.

Incipit tratto da:
Titolo: Nel guscio
Autore: Ian McEwan
Traduzione: Susanna Basso
Titolo originale: Nutshell
Casa editrice: Einaudi

Libri di Ian McEwan

Nel guscio - Ian McEwan

Incipit Nutshell

So here I am, upside down in a woman. Arms patiently crossed, waiting, waiting and wondering who I’m in, what I’m in for. My eyes close nostalgically when I remember how I once drifted in my translucent body bag, floated dreamily in the bubble of my thoughts through my private ocean in slow-motion somersaults, colliding gently against the transparent bounds of my confinement, the confiding membrane that vibrated with, even as it muffled, the voices of conspirators in a vile enterprise. That was in my careless youth. Now, fully inverted, not an inch of space to myself, knees crammed against belly, my thoughts as well as my head are fully engaged. I’ve no choice, my ear is pressed all day and night against the bloody walls. I listen, make mental notes, and I’m troubled. I’m hearing pillow talk of deadly intent and I’m terrified by what awaits me, by what might draw me in.

Incipit tratto da:
Title: Nutshell
Author: Ian McEwan
Publisher: Random House
Language: English

Quarta di copertina / Trama

«Potrei anche essere confinato in un guscio di noce e sentirmi il re di uno spazio infinito – se non fosse la compagnia di brutti sogni», lamentava l’Amleto shakespeariano. Recluso a testa in giú nel guscio materno, il narratore di questo thriller unico nel suo genere ha invece finito lo spazio a disposizione. Una certa dose di piaceri regali – del sublime Sancerre Chavignol sorbito attraverso il cordone, magari – può forse allietare la sua attesa. Ma non mancano i brutti sogni, con la madre e lo zio perversi e assassini che il destino gli ha dato in sorte. E dunque basta con gli indugi, è arrivato il tempo di scegliere: essere o non essere?
La gravidanza di Trudy è quasi a termine, ma l’evento si prospetta tutt’altro che lieto per il suo piccolo ospite. Ad attenderlo nella grande casa di famiglia (e nel letto coniugale) non c’è il legittimo marito di Trudy e suo futuro padre, John Cairncross, poeta povero e sconosciuto, innamorato della moglie e della civiltà delle parole, ma il fratello di lui, il ricco e becero agente immobiliare Claude. Dalla sua posizione ribaltata e cieca, il nascituro gode nondimeno di una prospettiva privilegiata sugli eventi in corso, ed è lui a metterci a parte di una vicenda di lutto e di sospetto dagli echi assai familiari. Certo, la scena non è quella corrotta e claustrofobica del castello di Elsinore. Certo, i due cognati fedifraghi, Trudy e lo zio Claude, non hanno regni nordici cui aspirare. Piuttosto a far gola ai due vogliosi amanti è l’edificio georgiano su Hamilton Terrace, decrepito ma d’inestimabile valore, incautamente ereditato da John, i cui pavimenti luridi e la cui onnipresente immondizia prendono il posto del marcio in Danimarca. Ma amletico è il crimine orrendo che il narratore vede (o meglio sente) arrivare, e amletico è pure il suo inesauribile flusso di pensieri dubitanti, gli stessi che hanno inaugurato al mondo la danza della modernità. Se nel testo shakespeariano l’origliamento, l’atto di spiare e raccogliere informazioni rovistando i recessi e gli anditi del regno, è spesso motore dell’azione, nel guscio l’udito è il senso privilegiato per ragioni fisiologiche, e a essere rovistati a pochissima distanza dal capo dell’inorridito narratore sono spesso e volentieri i recessi e gli anditi del corpo materno. Mentre all’orecchio non sempre affidabile del nostro eroe non-nato si dipana la tragica detective story, nella manciata di giorni che separano il suo «esserci» dal suo protetto «non-esserci» ancora, con il conforto di qualche buon vino giunto fino a lui dalle superbe degustazioni materne, e costantemente edotto sul mondo dai programmi radiofonici di approfondimento culturale che fortunatamente Trudy preferisce a quelli musicali, il nascituro ha tempo di riflettere su di sé, sulla complicata faccenda dell’amore, sul mondo, coi suoi orrori contemporanei e con le sue desiderate meraviglie. Ha tempo e curiosità sufficienti per farsi domande, interpretare i segni della sua realtà mediata, contemplare azioni e concludere che la sua sola salvezza, la salvezza dell’uomo, sta forse nell’esitazione.
(Ed. Einaudi; Supercoralli)

Incipit Nel guscio – Ian McEwan

Cronologia opere e bibliografia di Ian McEwan

La ballata di Adam Henry – Ian McEwan

Incipit La ballata di Adam Henry – Ian McEwan

Incipit La ballata di Adam Henry

Londra. Giugno. Una settimana dall’inizio del Trinity Term. Tempo inclemente. Quella domenica sera Fiona Maye, giudice dell’alta corte, era a casa, sdraiata su una chaise longue a fissare in fondo alla stanza, oltre i propri piedi scalzi, lo scorcio di una libreria a incasso accanto al camino e, sul lato di una vetrata alta, la piccola litografia di bagnante, a firma Renoir, acquistata trent’anni prima per cinquanta sterline. Un falso, probabilmente. Poco sotto, al centro di un tavolo rotondo in legno di noce, un vaso azzurro. Scomparsa ogni memoria di come ne fosse venuta in possesso. Come pure dell’ultima volta che ci aveva messo a bagno dei fiori. Il camino era spento da un anno. Gocce di pioggia annerite precipitavano sulla grata colpendo fogli appallottolati di carta di giornale ingiallita. Tappeto bukara sul palchetto a listato tirato a cera. Ai margini del campo visivo, un pianoforte a mezza coda sul cui lucido smalto nero poggiava foto di famiglia in cornice d’argento. A terra, a portata di mano della chaise longue, la bozza di una sentenza. E Fiona sdraiata immobile, col solo desiderio che tutto questo potesse sparire al fondo del mare.

Incipit tratto da:
Titolo: La ballata di Adam Henry
Autore: Ian McEwan
Traduzione: Susanna Basso
Titolo originale: The Children Act
Casa editrice: Einaudi

Libri di Ian McEwan

La ballata di Adam Henry - Ian McEwan

Incipit The Children Act

London. Trinity term one week old. Implacable June weather. Fiona Maye, a High Court judge, at home on Sunday evening, supine on a chaise longue, staring past her stockinged feet towards the end of the room, towards a partial view of recessed bookshelves by the fireplace and, to one side, by a tall window, a tiny Renoir lithograph of a bather, bought by her thirty years ago for fifty pounds. Probably a fake. Below it, centred on a round walnut table, a blue vase. No memory of how she came by it. Nor when she last put flowers in it. The fireplace not lit in a year. Blackened raindrops falling irregularly into the grate with a ticking sound against balled-up yellowing newsprint. A Bokhara rug spread on wide polished floorboards. Looming at the edge of vision, a baby grand piano bearing silver-framed family photos on its deep black shine. On the floor by the chaise longue, within her reach, the draft of a judgment. And Fiona was on her back, wishing all this stuff at the bottom of the sea.

Incipit tratto da:
Title: The Children Act
Author: Ian McEwan
Publisher: Random House
Language: English

Quarta di copertina / Trama

«Divino distacco, diabolica perspicacia»: cosí si mormora negli ambienti giudiziari londinesi a proposito di Fiona Maye, giudice dell’Alta Corte britannica in servizio presso la litigiosa Sezione Famiglia. Sposata da trentacinque anni con lo stesso uomo e senza figli, il giudice Maye ha dedicato tutta la sua carriera alla composizione di dissidi sanguinosi spesso giocati nella carne di chi un tempo si è amato. Battaglie feroci per l’affidamento di figli non piú condivisi, baruffe patrimoniali, esplosioni d’irrazionalità cui il giudice Maye oppone un paziente esercizio di misura e sobrietà nella convinzione di «poter restituire ragionevolezza a situazioni senza speranza». I casi su cui è chiamata a pronunciarsi popolano i giorni e ossessionano le notti di Fiona, calcandone la coscienza. Forse la rendono piú sfuggente, distratta. Sarà dunque a questo che si deve l’oltraggiosa richiesta di suo marito Jack? «Ho bisogno di una bella storia passionale», un «ultimo giro» extraconiugale con la ventottenne Melanie, esperta di statistica. Umiliata, ferita, «abbandonata agli albori della vecchiaia», Fiona cerca rifugio, come d’abitudine, nel caso successivo. È quello di Adam Henry, violinista dilettante, poeta in erba, diciassette anni e nove mesi, troppo pochi per decidere autonomamente della propria vita o della propria morte. Adam è affetto da una forma aggressiva di leucemia che richiede trattamento immediato. I genitori del ragazzo e il minore stesso, Testimoni di Geova, si oppongono alla trasfusione di sangue che lo salverebbe. Del suo futuro deve decidere la corte, il giudice Maye, che, in deroga all’ortodossia, sceglie di stabilire un contatto diretto. E incontrando il ragazzo reale che si cela dietro il nome Adam Henry, scopre un essere sul ciglio dell’abisso e però sorprendentemente appassionato della vita.
(Ed. Einaudi; Supercoralli)

Incipit La ballata di Adam Henry – Ian McEwan

Cronologia opere e bibliografia di Ian McEwan

Da questo romanzo il film The children act – Il verdetto per la regia di Richard Eyre (2017)