Avere tutto – Marco Missiroli

Incipit Avere tutto - Marco Missiroli

Incipit Avere tutto

Mi telefona mentre sono al supermercato. Lo saluto, lui si raschia la gola ma non parla. So che gira di notte con la Renault 5.
Gli chiedo se sta bene.
– Scusa il disturbo, – dice.
– Smettila.
Tira dalla sigaretta. – Alla fine ti hanno pagato?
– Ancora no.
Stiamo zitti come quando da ragazzino lo guardavo riparare una presa elettrica, la madia del tinello, la grondaia sul retro. Le sue dita leggere.
Poi gli annuncio che vado a trovarlo.
– Davvero vieni?
– È il tuo compleanno.
– E come fai con il lavoro?
– Faccio.
Cinque giorni dopo arrivo a Rimini. La casa ha le tapparelle basse e la porta del garage è spalancata. Lui è tra le piante dei pomodori con il suo cappello da pescatore.
– Ciao, – emerge dalla terra e splende per il sudore. – C’era traffico?
– No, non c’era.
Mi passa accanto e sta per prendermi la sacca, gliela allontano. Lo seguo nell’appartamento di sotto e mi fermo appena entriamo. Allora capisce che voglio dormire al piano di sopra.
Alzo la tapparella della camera e il sole sbatte sul pulviscolo e sulla mensola degli album Panini. Dalla finestra si vede la Renault 5 che guida da ventisette anni. Un cerchione ha una botta e il paraurti è tirato a lucido. È stato don Paolo a telefonarmi a Milano per avvertire che sta fuori fino all’alba e sono guai.
«Ma quali guai».
«Al bar chiacchierano che va lí di notte con la faccia storta. Lo conosci tuo babbo».
«Parlaci».
«Parlaci tu, Sandro».
Poi lui arriva con le federe e tutto. Prepariamo il letto, scrollando bene il lenzuolo come faceva lei. Siamo lenti e precisi e appena finiamo lui esce dalla camera e si ritira in cucina.
Ravana, spentola, sgranocchia. Quando mi affaccio è sulla sedia in punta di piedi e spulcia le conserve. Gli è venuta la pancia.
Salta giú senza tonfo, una libellula, va ai fornelli e apre il gas. Dal niente estrae il fiammifero e fa brillare la capocchia: Nando il pistolero.

Incipit tratto da:
Titolo: Avere tutto
Autore: Marco Missiroli
Casa editrice: Einaudi

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Avere tutto - Marco Missiroli

Quarta di copertina / Trama

I gabbiani a Rimini non urlano mai. In nessuna stagione dell’anno, neanche quando Sandro torna a casa dopo aver vissuto a Milano, e trova suo padre con la testa sempre piú dura. Neanche quando passano i mesi e si accorge di essere rimasto lí con lui per affrontare la loro partita piú grande, facendo un vecchio gioco: dove vorresti essere con un milione di euro in piú e parecchi anni in meno? Da giovane Nando Pagliarani aveva il torace da nuotatore e un destino interrotto. Ha lavorato sui bus turistici, fatto il ferroviere, posseduto il bar America, ma l’unica voce che dovrebbe esserci sul suo documento d’identità è: ballerino. Perché lui e sua moglie hanno ballato come diavoli, in tutte le competizioni della riviera romagnola. Ballavano per vincere. Anche a Sandro piace vincere, è una malattia di famiglia. Ma la sua danza è pericolosa. Le prime volte al tavolo da gioco era lui il tizio da spennare, poi è diventato lo sbarbato da tenere d’occhio. Quel che è certo è che prima aveva un lavoro stabile e programmava con Giulia un futuro. E adesso? Cos’è rimasto a Sandro, che voleva avere tutto? Cosa rimane a ciascuno di noi, ogni volta che sfidiamo la fortuna? Marco Missiroli firma il suo romanzo piú potente e maturo, raccontando la febbre di un giovane uomo pieno di slanci e difetti, di una città di provincia che vive alla grande solo una stagione all’anno, di una famiglia arsa dall’amore e dalla smania.
(Ed. Einaudi; Supercoralli)

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Incipit Avere tutto - Marco Missiroli

Fedeltà – Marco Missiroli

Incipit Fedeltà - Marco Missiroli

Incipit Fedeltà

– Tua moglie mi ha seguita.
– Mia moglie.
– Fino a qui –. Sofia lo fissò: – Professore?
Lui guardava l’entrata dell’aula.
– Credo sia in cortile.
Carlo Pentecoste andò alla finestra e riconobbe Margherita per il cappotto amaranto che indossava dal secondo giorno di primavera. Si era seduta sul muricciolo e leggeva un libro, ancora Némirovsky, teneva una gamba accavallata e con la mano libera vegliava lo zaino. Era fine marzo e una foschia inattesa attraversava Milano.
Carlo si voltò verso gli studenti. Sofia si stava sistemando in seconda fila e aveva tirato fuori il taccuino e le mandorle. Era piú giovane dei suoi ventidue anni, per il viso minuto, e per i movimenti gentili che mitigavano i fianchi, cosí inaspettati. Lo guardò, aveva la stessa apprensione di quando il rettore li aveva convocati per essere stati sorpresi da una matricola nel bagno del piano terra: lui sopra di lei, le mani che le carezzavano il collo, o qualcosa del genere, visto che la versione della matricola era stata una, un’altra, innumerevoli, tutte a irrobustire la voce per cui il professor Pentecoste e una sua studentessa avevano avuto un incontro ravvicinato di natura ambigua.

Incipit tratto da:
Titolo: Fedeltà
Autore: Marco Missiroli
Casa editrice: Einaudi

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Fedeltà di Marco Missiroli

Quarta di copertina / Trama

«Il malinteso», cosí Carlo e Margherita chiamano il dubbio che ha incrinato la superficie del loro matrimonio. Carlo è stato visto nel bagno dell’università insieme a una studentessa: «si è sentita male, l’ho soccorsa», racconta al rettore, ai colleghi, alla moglie, e Sofia conferma la sua versione.
Margherita e Carlo non sono una coppia in crisi, la loro intesa è tenace, la confidenza il gioco pericoloso tra le lenzuola. Le parole fra loro ardono ancora, cosí come i gesti. Si definirebbero felici. Ma quel presunto tradimento per lui si trasforma in un’ossessione, e diventa un alibi potente per le fantasie di sua moglie. La verità è che Sofia ha la giovinezza, la libertà, e forse anche il talento che Carlo insegue per sé. Lui vorrebbe scrivere, non ci è mai riuscito, e il posto da professore l’ha ottenuto grazie all’influenza del padre.
La porta dell’ambizione, invece, Margherita l’ha chiusa scambiando la carriera di architetto con la stabilità di un’agenzia immobiliare. Per lei tutto si complica una mattina qualunque, durante una seduta di fisioterapia. Andrea è la leggerezza che la distoglie dai suoi progetti familiari e che innesca l’interrogativo di questa storia: se siamo fedeli a noi stessi quanto siamo infedeli agli altri? La risposta si insinua nella forza quieta dei legami, tenuti insieme in queste pagine da Anna, la madre di Margherita, il faro illuminante del romanzo, uno di quei personaggi capaci di trasmettere il senso dell’esistenza.
In una Milano vivissima, tra le vecchie vie raccontate da Buzzati e i nuovi grattacieli che tagliano l’orizzonte, e una Rimini in cui sopravvive il sentimento poetico dei nostri tempi, il racconto si fa talmente intimo da non lasciare scampo. Con una scrittura ampia, carsica, avvolgente, Marco Missiroli apre le stanze e le strade, i pensieri e i desideri inconfessabili, fa risuonare dialoghi e silenzi con la naturalezza dei grandi narratori.
(Ed. Einaudi)

Incipit Fedeltà - Marco Missiroli

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Atti osceni in luogo privato – Marco Missiroli

Incipit Atti osceni in luogo privato – Marco Missiroli

Incipit Atti osceni in luogo privato

Avevo dodici anni e un mese, mamma riempiva i piatti di cappelletti e raccontava di come l’utero sia il principio della modernità. Versò il brodo di gallina e disse – Impariamo dalla Francia con le sue ondate di suffragette che hanno liberalizzato le coscienze.
– E i pompini.
La crepa fu questa. Mio padre che soffiava sul cucchiaio mentre sentenziava: e i pompini.
Mamma lo fissò, Non ti azzardare più davanti al bambino, le sfuggì il sorriso triste. Lui continuò a raffreddare i cappelletti e aggiunse – Sono una delle meraviglie del cosmo.

Incipit tratto da:
Titolo: Atti osceni in luogo privato
Autore: Marco Missiroli
Casa editrice: Feltrinelli

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Atti osceni in luogo privato - Marco Missiroli

Quarta di copertina / Trama

Questa è una storia che comincia una sera a cena, quando Libero Marsell, dodicenne, intuisce come si può imparare ad amare. La famiglia si è da poco trasferita a Parigi. La madre ha iniziato a tradire il padre. Questa è la storia, raccontata in prima persona, di quel dodicenne che da allora si affaccia nel mondo guidato dalla luce cristallina del suo nome. Si muove come una sonda dentro la separazione dei genitori, dentro il grande teatro dell’immaginazione onanistica, dentro il misterioso mondo degli adulti. Misura il fascino della madre, gli
orizzonti sognatori del padre, il labirinto magico della città. Avverte prima con le antenne dell’infanzia, poi con le urgenze della maturità, il generoso e confidente mondo delle donne. Le Grand Liberò – così lo chiama Marie, bibliotecaria del IV arrondissement, dispensatrice di saggezza, innamorata dei libri e della sua solitudine – è pronto a conoscere la perdita di sé nel sesso e nell’amore. Lunette lo porta sin dove arrivano, insieme alla dedizione, la gelosia e lo strazio. Quando quella passione si strappa, per Libero è tempo di cambiare.
Da Parigi a Milano, dallo Straniero di Camus al Deserto dei Tartari di Buzzati, dai Deux Magots, caffè esistenzialista, all’osteria di Giorgio sui Navigli, da Lunette alle “trentun tacche” delle nuove avventure che lo conducono, come un destino di libertà, al sentimento per Anna. Libero Marsell, le Grand Liberò, LiberoSpirito, è un personaggio “totale” che cresce con noi, pagina dopo pagina, leggero come la giovinezza nei film di Truffaut, sensibile come sono sensibili i poeti, guidato dai suoi maestri di vita a scoprire l’oscenità che lo libera dalla dipendenza di ogni frase fatta, di ogni atto dovuto, in nome dello stupore di esistere.
(Ed. Feltrinelli; I Narratori)

Incipit Atti osceni in luogo privato – Marco Missiroli

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