Incipit Non si uccide di martedì
Come tutti i mercoledì, l’avvocato Ridolfi sorseggiava il caffè sfogliando il «Corriere della Sera» al Floriàn, in piazza San Marco. L’aveva incuriosito un titolo al centro di pagina tre: Come ho scavato a Rodi, con Agàpito eversore di necropoli. L’articolo faceva il ritratto di un Ercole vecchio e stanco, maestro di zappa e di piccone, ultimo sopravvissuto di una generazione di scopritori di tombe. Il sole del primo mattino accendeva le finestre delle Procuratie, lasciando ancora in ombra la piazza. Immerso nella lettura, Ridolfi non si accorse di un’anziana signora dall’aria altera e svagata che gli sedeva vicino, finché questa, sollevando la veletta che scendeva da un cappellino à la page, non si mise a canticchiare, a voce bassa ma ben udibile, un motivetto che lo distrasse. L’avvocato staccò il naso dal giornale.
Incipit tratto da:
«Perdonatemi… ero soprappensiero, non mi sono accorta di canticchiare».
«Non datevene pena, signora, capita anche a me più di qualche volta» disse l’avvocato, facendo il gesto di togliersi il cappello. «Permettete… mi presento, sono l’avvocato Ridolfi… Giorgio Ridolfi».
Con uno spillone uscito chissà mai da dove la signora inchiodò al cappellino la veletta che la brezza minacciava di farle ricadere sul viso, e si portò alle labbra la tazza fumante, piena fin quasi all’orlo di un liquido giallo. Un breve sorso. «Ma guarda… un avvocato… Mebel Valt, molto lieta», l’anziana signora posò la tazza. «Strano posto questo» disse, dando un calcetto a un piccione che si era intrufolato sotto il suo tavolino.
«Che intendete, signora?».
«Qui gli uccelli camminano» disse la donna e, indicando con un guizzo del mento il leone alato della basilica, aggiunse: «e i felini volano». Tossicchiò portando la mano alla bocca. «Sapete… avrei proprio bisogno di un uomo di legge per un consiglio… una questione delicata».
Titolo: Non si uccide di martedì
Autore: Andrea Molesini
Casa editrice: Sellerio
In copertina: Ubaldo Oppi, Ritratto della moglie sullo sfondo di Venezia, 1921 (particolare)
Quarta di copertina / Trama
Venezia. Nel più rinomato caffè di San Marco una elegante anziana signora incontra l’avvocato Ridolfi, un giovane dal fare astuto, anche se alcuni dettagli del suo abbigliamento denunciano scarsa affermazione professionale. La signora è una vedova molto ricca e altrettanto cinica, indifferente alle sirene del conformismo. Tra i due si stringe un accordo.
Rita, la nipote della vedova, ed Enrico, chirurgo in carriera, sono in viaggio di nozze a Rodi, allora italiana: siamo nel 1938, nei giorni del Trattato di Monaco. Li avvicina un sedicente generale di nome Costantini, che comunica a Rita l’improvvisa morte della nonna, dicendo di averla sposata poco prima che si spegnesse e consegnando alla nipote un testamento che la rende unica erede di una immensa fortuna. Ma il testamento include una clausola capestro, dove si insinua l’avvocato Ridolfi, che fa la sua comparsa a Rodi con una proposta tanto ambigua quanto minacciosa. Tra i quattro, sullo sfondo mondano e corrotto dell’isola levantina, inizia un carosello di mosse e contromosse, che include il ricatto e un incombente delitto: un gioco in cui uno solo potrebbe vincere tutto. Il mistero da Rodi ritorna infine a Venezia, dove i personaggi, messi in scena con piglio umoristico e a tratti satirico, lo condurranno a soluzione.
Anche in questo libro Andrea Molesini – autore di Non tutti i bastardi sono di Vienna e di Il rogo della Repubblica – sceglie la via del romanzo storico per raccontare torbide relazioni familiari e intrecci criminali, invitando il lettore a esplorare il passato per interrogare il presente.
(Sellerio; La Memoria)