La stranezza che ho nella testa – Orhan Pamuk

Incipit La stranezza che ho nella testa

Questa è la storia della vita e dei sogni del bozaci Mevlut Karatas, venditore di boza e yogurt. Mevlut nacque nel 1957 in un villaggio molto povero dell’Anatolia Centrale, nei pressi di un lago nebbioso, nel paese piú a occidente dell’Asia. All’età di dodici anni si trasferì a Istanbul e da allora visse sempre qui, nella capitale del mondo. A venticinque rapì una ragazza del suo paese. Questo gesto condizionò tutta la sua vita. Tornò a Istanbul, si sposò ed ebbe due figlie. Lavorò senza sosta, facendo i lavori più diversi: dal venditore di yogurt, gelato, riso ai ceci, al cameriere, ma non smise mai di vendere boza, sera dopo sera, per le strade di Istanbul. E non smise mai di abbandonarsi a bizzarre fantasie.

Incipit tratto da:
Titolo: La stranezza che ho nella testa
Autore: Orhan Pamuk
Traduzione: Barbara La Rosa Salim
Titolo originale: Kafamda Bir Tuhaflik
Casa editrice: Einaudi

Libri di Orhan Pamuk

Copertine di La stranezza che ho nella testa di Orhan Pamuk

Quarta di copertina / Trama

Un ragazzo ama una ragazza. Tutte le storie, anche quelle piú complicate, nascono da questa semplice, universale premessa. Mevlut l’ha incontrata una sola volta: i loro sguardi si sono incrociati di sfuggita al matrimonio di un parente a Istanbul. Eppure è bastato quell’attimo di perfezione e felicità a farlo innamorare. Süleyman, il cugino, gli ha detto che delle tre figlie di Abdurrahman, quella che ha visto Mevlut, quella di cui si è innamorato, è senz’altro Rayiha. Da allora non l’ha piú rivista ma, per tre anni, Mevlut le scrive le lettere piú appassionate che il suo cuore riesce a creare. Finché un giorno capisce che l’unico modo di coronare il suo sogno è scappare con Rayiha, di fatto rapendola dalla casa paterna in cui è rinchiusa. Così, una notte di tempesta, mentre Süleyman aspetta con un furgone in una strada poco lontana, Mevlut e la sua amata si riuniscono. Nulla potrà andare storto ora, nulla potrà piú dividerli, pensa lui. Poi un lampo illumina la scena e rivela il volto di Rayiha: quella non è la ragazza a cui Mevlut ha creduto di scrivere per tutto quel tempo, non è la ragazza di cui si è innamorato a prima vista tre anni prima! Chi ha ingannato Mevlut? E come si comporterà ora il nostro eroe? Questa è la sua storia, caro lettore: la storia di Mevlut Karataþ, venditore di boza (la bevanda, leggermente alcolica, tipica della Turchia), lavoratore indefesso, inguaribile ottimista (qualcuno direbbe ingenuo), sognatore, profondo conoscitore delle strade e dei vicoli di Istanbul. Perché questa è anche la storia di una città e del tempo che l’attraversa, una saga grandiosa e potente degli individui e delle famiglie che lottano, si alleano, si amano e si dividono per trovare il proprio posto nel mondo. Il premio Nobel Orhan Pamuk ha fatto della sua città, Istanbul, il personalissimo teatro in cui mettere in scena l’universale dei destini umani. Con La stranezza che ho nella testa ha saputo scrivere un romanzo rutilante in cui le storie piccole di uomini e donne comuni hanno la forza irresistibile della Storia di tutti.
(Ed. Einaudi; Supercoralli)

Cronologia opere e bibliografia di Orhan Pamuk

La casa del silenzio – Orhan Pamuk

Incipit La casa del silenzio

– La cena è pronta, signora. Se desidera venire a tavola…
Lei non ha detto niente. Se ne stava immobile, appoggiata al bastone. Sono andato a prenderla sotto braccio, l’ho aiutata a sedersi. Lei s’è limitata a borbottare qualcosa. Sono sceso in cucina a prenderle il vassoio, gliel’ho messo davanti. Lei l’ha guardato con la coda dell’occhio, senza toccare nulla. Soltanto quando ha teso il collo brontolando ci ho pensato, ho tirato fuori il tovagliolo e gliel’ho annodato sotto le orecchie immense, tendendo le braccia.

Incipit tratto da:
Titolo: La casa del silenzio
Autore: Orhan Pamuk
Traduzione: Francesco Bruno
Titolo originale: Sessiz Ev
Casa editrice: Einaudi

Libri di Orhan Pamuk

Copertine di La casa del silenzio di Orhan Pamuk

Quarta di copertina / Trama

La novantenne Fatma, insieme al nano Recep, figlio illegittimo del suo defunto marito, vive ancora nella austera e silenziosa casa affacciata sul mare, ormai cadente, in cui si trasferì con il suo sposo – un medico fallito, attivista politico e alcolista – quando decisero di abbandonare Istanbul agli inizi della rivoluzione del 1908. Altezzosa e bisbetica, Fatma trascorre i giorni e le notti assorta nei ricordi, a rodersi in un cupo sentimento. Ogni estate i suoi tre nipoti vanno a trovarla per un breve soggiorno: Faruk, il maggiore, Nilgün, affascinante studentessa progressista, e il giovane Metin che vuole emigrare negli Stati Uniti. Per motivi diversi tutti e tre desiderano che la nonna venda la casa.
Attraverso i ricordi di Fatma, Recep e le opinioni dei nipoti, Pamuk disegna gli ultimi anni di storia del popolo turco fino ai giorni del golpe militare di Evren, parlando della ricerca delle radici, della necessità di un cambiamento sociale e del difficile equilibrio tra tradizione e influenze occidentali.
(Ed. Einaudi; Super ET)

Cronologia opere e bibliografia di Orhan Pamuk

Romanzieri ingenui e sentimentali – Orhan Pamuk

I romanzi sono seconde vite

Incipit Romanzieri ingenui e sentimentali

I romanzi sono seconde vite. Al pari dei sogni di cui parla il poeta francese Gérard de Nerval, rivelano i colori e la complessità della nostra vita e sono pieni di gente, facce e oggetti che ci sembra di riconoscere. Leggendo un romanzo, come nei sogni, accade a volte che la natura straordinaria degli avvenimenti ci colpisca con tale forza da farci dimenticare dove siamo, e con l’occhio della mente vediamo noi stessi fra le persone e i fatti immaginari di cui siamo spettatori. In tali occasioni ci sembra che quel mondo fittizio e godibile sia molto più reale di quello che viviamo. Che queste seconde vite ci appaiano più reali della realtà, o quantomeno li confondiamo con la vita reale. È un’illusione, un’ingenuità, di cui peraltro non ci rammarichiamo. Al contrario, proprio come con certi sogni, desideriamo che il romanzo non finisca e speriamo che quella seconda vita continui a evocare in noi un solido senso di realtà e autenticità. Malgrado ciò che sappiamo della fiction, se un’opera narrativa non alimenta l’illusione che si tratti di vita reale,proviamo disagio e irritazione.

Incipit tratto da:
Titolo: Romanzieri ingenui e sentimentali
Autore: Orhan Pamuk
Traduzione: Anna Nadotti
Titolo originale: The naive and the sentimental novelist
Casa editrice: Einaudi

Libri di Orhan Pamuk

Copertine di Romanzieri ingenui e sentimentali di Orhan Pamuk

Incipit The Naive and the Sentimental Novelist

Novels are second lives. Like the dreams that the French poet Gérard de Nerval speaks of, novels reveal the colors and complexities of our lives and are full of people, faces, and objects we feel we recognize. Just as in dreams, when we read novels we are sometimes so powerfully struck by the extraordinary nature of the things we encounter that we forget where we are and envision ourselves in the midst of the imaginary events and people we are witnessing. At such times, we feel that the fictional world we encounter and enjoy is more real than the real world itself. That these second lives can appear more real to us than reality often means that we substitute novels for reality, or at least that we confuse them with real life. But we never complain of this illusion, this naïveté. On the contrary, just as in some dreams, we want the novel we are reading to continue and hope that this second life will keep evoking in us a consistent sense of reality and authenticity. In spite of what we know about fiction, we are annoyed and bothered if a novel fails to sustain the illusion that it is actually real life.

Incipit tratto da:
Title: The Naive and the Sentimental Novelist
Author: Orhan Pamuk
Publisher: Vintage
Language: English

Quarta di copertina / Trama

I romanzi di Orhan Pamuk sono, tra le altre cose, delle dichiarazioni d’amore al romanzo stesso, alla sua tradizione e al suo mistero. Era quindi quasi inevitabile che l’autore del Libro nero dedicasse le prestigiose Norton Lectures, un ciclo di conferenze a Harvard, proprio all’arte del romanzo. Riprendendo le categorie del saggio schilleriano Sulla poesia ingenua e sentimentale che, pubblicato nel 1795-96, fu forse la prima lucida formulazione di un’estetica della modernità, Pamuk per ogni romanzo prevede un lettore «ingenuo» e uno «sentimentale»: il primo è così immerso nella storia narrata da scambiarla con la realtà; il secondo è invece consapevole della natura testuale, fittizia, di ciò che sta leggendo: è un sognatore che sa di star sognando. Il grande mistero del romanzo, il segreto del suo inesauribile fascino, è che non necessariamente questi due lettori devono essere due persone diverse: quello ingenuo e quello sentimentale sono in realtà due momenti, ugualmente necessari, che ogni lettore attraversa leggendo un romanzo. E, analogamente, esiste il romanziere ingenuo, convinto che l’ispirazione gli giunga da «un altrove», e quello sentimentale, consapevole di lavorare all’interno di una tradizione e di ricorrere, in ogni momento, al repertorio del «già scritto». In compagnia degli autori da lui più amati – Mann, Tolstoj, Melville, Dostoevskij -, Pamuk prende così per mano il lettore e lo conduce al «centro segreto» di un genere letterario che, dopo tanti secoli di storia, non smette di incantare lettori in ogni parte del mondo.
(Ed. Einaudi; Frontiere)

Cronologia opere e bibliografia di Orhan Pamuk