Momenti di trascurabile infelicità – Francesco Piccolo

Incipit Momenti di trascurabile infelicità – Francesco Piccolo

Incipit Momenti di trascurabile infelicità

L’anno scorso, mia moglie mi ha allungato un pacchettino avvolto da carta colorata e un fiocchetto dorato: il mio regalo di Natale. All’inizio, ho provato a sciogliere il nodo e a scartare il pacchettino con delicatezza, ma non c’era modo che si aprisse; solo dopo tanto tempo, e molto innervosito, ho strappato la carta con le unghie e con i denti. Mia moglie mi guardava fisso negli occhi, curiosa e ansiosa – ma anche spaventata per quella violenza – perché aspettava di capire se mi piaceva.
L’ho aperto, l’ho guardato e ho sfoderato un sorriso molto ampio e ho detto grazie. Ti piace?, ha detto lei. Moltissimo, ho detto io.
Ma non ho capito cos’era.

Incipit tratto da:
Titolo: Momenti di trascurabile infelicità
Autore: Francesco Piccolo
Casa editrice: Einaudi

Libri di Francesco Piccolo

Momenti di trascurabile infelicità - Francesco Piccolo

Quarta di copertina / Trama

Dopo il grande successo di Momenti di trascurabile felicità, Francesco Piccolo torna a raccontare l’allegria degli istanti di cui è fatta la vita, ma questa volta prova a prenderli dalla parte sbagliata. Setacciando le giornate fino a scoprire come ogni contrattempo, anche il piú seccante, nasconda qualcosa di impagabile: una scintilla folgorante di divertimento e di vitalità. Che si tratti di condividere l’ombrello con qualcuno, strappandoselo di mano per gentilezza fino a ritrovarsi entrambi bagnati fradici. O di ammettere che non ci ricordiamo piú niente di quello che abbiamo imparato a scuola, che le recite dei bambini sono una noia mortale, e che non amiamo i nostri figli nello stesso modo, semplicemente perché sono diversi. Per non parlare dell’obbligo morale di farsi la doccia appena si arriva ospiti da un amico, che se ne abbia voglia o meno – in fondo soltanto per rassicurare l’altro sul fatto che ci si lava. Oppure delle persone troppo cortesi che ti tengono aperto il portone, costringendoti ad affrettare il passo. Ciascuno sperimenta ogni giorno mille forme trascurabili (e non irrilevanti) di infelicità. Ma sorge il dubbio che sia «come i bastoncini dello shangai: se tirassi via la cosa che meno mi piace della persona che amo, se ne verrebbe via anche quella che mi piace di piú».
(Ed.Einaudi)

Incipit Momenti di trascurabile infelicità – Francesco Piccolo

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Il desiderio di essere come tutti – Francesco Piccolo

Incipit Il desiderio di essere come tutti – Francesco Piccolo

Incipit Il desiderio di essere come tutti

Sono nato in un giorno di inizio estate del 1973, a nove anni.
Fino a quel momento la mia vita, e tutti i fatti che accadevano nel mondo, erano due entità separate, che non potevano incontrarsi in nessun modo. Me ne stavo nella mia casa, nel mio cortile, nella mia città; con i miei genitori, i miei fratelli, i compagni di scuola, i parenti e gli amici – e in un altro pianeta accadevano i fatti che guardavo in televisione. Ogni tanto i grandi ne parlavano, del mondo e dell’Italia in particolare; quindi c’era interesse verso quello che accadeva al di fuori della nostra vita. Ma noi tutti, in ogni caso, non c’entravamo niente. E io, ancora meno.

Incipit tratto da:
Titolo: Il desiderio di essere come tutti
Autore: Francesco Piccolo
Casa editrice: Einaudi

Libri di Francesco Piccolo

Il desiderio di essere come tutti - Francesco Piccolo

Quarta di copertina / Trama

I funerali di Berlinguer e la scoperta del piacere di perdere, il rapimento Moro e il tradimento del padre, il coraggio intellettuale di Parise e il primo amore che muore il giorno di San Valentino, il discorso con cui Bertinotti cancellò il governo Prodi e la resa definitiva al gene della superficialità, la vita quotidiana durante i vent’anni di Berlusconi al potere, una frase di Craxi e un racconto di Carver…
Se è vero che ci mettiamo una vita intera a diventare noi stessi, quando guardiamo all’indietro la strada è ben segnalata, una scia di intuizioni, attimi, folgorazioni e sbagli: il filo dei nostri giorni.
Francesco Piccolo ha scritto un libro anomalo e portentoso, che è insieme il romanzo della sinistra italiana e un racconto di formazione individuale e collettiva: sarà impossibile non rispecchiarsi in queste pagine (per affinità o per opposizione), rileggendo parole e cose, rivelazioni e scacchi della nostra storia personale, e ricordando a ogni pagina che tutto ci riguarda. «Un’epoca – quella in cui si vive – non si respinge, si può soltanto accoglierla».
(Ed.Einaudi)

Romanzo vincitore del Premio Strega nel 2014

Incipit Il desiderio di essere come tutti – Francesco Piccolo

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Momenti di trascurabile felicità – Francesco Piccolo

Incipit Momenti di trascurabile felicità – Francesco Piccolo

Incipit Momenti di trascurabile felicità

Nelle pagine romane del quotidiano, il mercoledí o a volte anche prima, vedo l’annuncio di un film che aspettavo. C’è scritto: «da venerdí». Chiudo il giornale sapendo che da venerdí comincerà un segmento di tempo dentro cui una sera, presto, andrò a vederlo. Non so ancora dove, quando. Ma ci andrò.
Poi arriva il venerdí, e passa. Il primo fine settimana non se ne parla. Altrimenti anche il sapore dell’attesa durerebbe poco; e poi il primo fine settimana ci vanno tutti.
Aspetto.
Dalla settimana successiva, ogni giorno studio le sale e gli orari, il cinema piú vicino o quello che mi piace di piú, valuto la sala ma anche la strada, e se devo dirla tutta anche il marciapiede dove all’uscita chiederò a qualcuno una sigaretta e la fumerò con un piacere lento, ripensando ad alcuni dialoghi del film. Finirò per scegliere anche il marciapiede dove lascerò il mozzicone della mia sigaretta dopo il film. Penso di andarci da solo al primo spettacolo, oppure con qualcuno alle otto e mezza di sera, anzi – meglio – penso di uscire di casa dopo cena e chiedere a un amico di arrivare un po’ prima e passeggiare intorno all’isolato e poi entrare all’ultimo spettacolo.
E aspetto. Aspetto. Dico: ci vado la prossima settimana.
Settimana dopo settimana vedo le sale che cambiano, che si riducono; e so che il prossimo giovedí tremerò perché da domani forse non c’è piú, il film. E poi c’è, per fortuna, ma spostato in una sala piccola o periferica, come in un’agonia lenta, che non termina perché sta aspettando me. È piú difficile, adesso, piú lontano, piú complesso; piú arduo trovare qualcuno che non l’abbia ancora visto.
Solo a questo punto comincia a sedurmi un’idea nuova, maliziosa, e nell’attimo in cui la penso, decido, con coscienza, di metterla senz’altro in pratica – una cosa insensata ma alla quale non so resistere.
Non ci andrò.
Scalpiterò l’ultimo giorno, un giovedí, sapendo che da domani scomparirà, telefonerò a tutti quelli che conosco dicendo che forse bisognerebbe proprio andarci perché è l’ultimo giorno; ma avendo una buona scusa per dire che non ce la faccio in tempo, se qualcuno dovesse poi essere realmente disponibile.
E poi lo lascio andare via, quel film che volevo assolutamente vedere; non potevo perdermelo e me lo perdo, e da domani dirò che me lo sono perso, che mi dispiace. Il venerdí apro il giornale, scorro tutte le sale, e davvero non c’è piú, è scomparso.
E io mi sento, in qualche modo incomprensibile, sollevato.

Incipit tratto da:
Titolo: Momenti di trascurabile felicità
Autore: Francesco Piccolo
Casa editrice: Einaudi

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Momenti di trascurabile felicità - Francesco Piccolo

Quarta di copertina / Trama

«Entro in un negozio di scarpe, perché ho visto delle scarpe che mi piacciono in vetrina. Le indico alla commessa, dico il mio numero, 46. Lei torna e dice: mi dispiace, non abbiamo il suo numero.
Poi aggiunge sempre: abbiamo il 41.
E mi guarda, in silenzio, perché vuole una risposta.
E io, una volta sola, vorrei dire: e va bene, mi dia il 41».
«Gli sms dopo le undici di sera che dicono: dove sei?, che significano molto di più di quello che dicono».
«Quando la donna con cui dormo ha capito che ognuno deve dormire dal suo lato. Che ci si può abbracciare prima, o quando ci svegliamo la mattina, ma quando si dorme bisogna stare ognuno per i fatti suoi. Dividendo il letto con la stessa meticolosità con cui si tracciava la linea di divisione del banco con il compagno di banco, a scuola».
Sei in coda al supermercato in attesa del tuo turno, magari sei bloccato nel traffico, oppure aspetti che la tua ragazza esca dal camerino di un negozio d’abbigliamento. Sei un po’ distratto, insomma. Quando all’improvviso la realtà intorno a te sembra convergere in un solo punto, e lo fa brillare. E allora capisci di averne appena incontrato uno. I momenti di trascurabile felicità funzionano così: possono annidarsi ovunque, pronti a pioverti in testa e farti aprire gli occhi su qualcosa che fino a un attimo prima non avevi considerato.
Per farti scoprire, ad esempio, quant’è preziosa quella manciata di giorni d’agosto in cui tutti vanno in vacanza e tu rimani da solo in città. Quale interesse morboso ti spinge a chiuderti a chiave nei bagni delle case in cui non sei mai stato e curiosare su tutti i prodotti che usano. O la soddisfazione nel constatare che un amico ha ripreso in poco tempo tutti i chili persi con una dieta faticosissima che, per qualche giorno, sei stato tentato di fare anche tu.
A metà strada tra Mi ricordo di Perec e le implacabili leggi di Murphy – ma col gusto tutto italiano della divagazione – Francesco Piccolo mette a nudo con spietato umorismo i piaceri più inconfessabili, i tic, le debolezze con le quali prima o poi tutti noi dobbiamo fare i conti. Pagina dopo pagina, momento dopo momento, si finisce col venire travolti da un’inarrestabile ondata di divertimento, intelligenza e stupore.
Con la stessa sensibilità con cui ha perlustrato l’Italia «spensierata», Francesco Piccolo raccoglie, cataloga e fa sue le mille epifanie che sbocciano a ogni angolo di strada. Perché solo riducendo a spicchi la realtà si riesce ad afferrare per la coda – magari un attimo appena – il senso più profondo della vita.
(Ed.Einaudi)

Incipit Momenti di trascurabile felicità – Francesco Piccolo

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