La separazione del maschio – Francesco Piccolo

Incipit La separazione del maschio – Francesco Piccolo

Incipit La separazione del maschio

Qualche anno fa, a qualcuno è venuta l’idea di spruzzare della polvere di cacao nel cappuccino. Come se il cappuccino cosí com’era non bastasse piú. L’idea si è diffusa rapidamente. Dopo poco tempo, quando abbiamo ordinato un cappuccino, il barista ha cominciato a chiederci: un po’ di cacao?, con una specie di saliera obesa in mano, già in posizione, e bastava un cenno di assenso per veder ruotare l’angolazione di pochissimo e una spruzzata di cacao sarebbe piovuta sulla schiuma del nostro cappuccino. Io ho sempre risposto: no, grazie. Mi piaceva il cappuccino cosí com’era (mi bastava, appunto). Ma è evidente che siamo stati in pochi a dire no, visto che questa storia della spruzzata di cacao è dilagata come un’epidemia vertiginosa. A tal punto che è diventata un automatismo. Se vai in un bar e chiedi il cappuccino, te lo fanno e ti spruzzano il cacao dentro. Senza piú chiedertelo. Sei tu che devi dire che lo vuoi senza cacao. In poco tempo, l’evoluzione della polvere di cacao nel cappuccino è stata la seguente: prima non la mettevano; poi hanno cominciato a chiederti se potevano metterla; adesso devi essere tu a dire che non la vuoi. Sei costretto a stare in allerta fin dal primo momento, a non parlare piú con nessuno fino a quando il cappuccino non sia stato servito senza cacao, come richiesto – altrimenti vale la legge del silenzio-assenso. Non puoi piú fare colazione un po’ assonnato, perché ti ritrovi la polvere di cacao nel cappuccino.

Incipit tratto da:
Titolo: La separazione del maschio
Autore: Francesco Piccolo
In copertina: Carla Cerati, Nudo, 1974
Progetto grafico: 46xy
Casa editrice: Einaudi

Libri di Francesco Piccolo

La separazione del maschio – Francesco Piccolo

Quarta di copertina / Trama

Il maschio che parla in questo romanzo è un poligamo recidivo e impenitente, ma anche un padre capace di tenerezza e attenzione, un marito allegro e appassionato. Il sistema in apparenza è semplice, basta scomporre le giornate in segmenti, per cercare di vivere molteplici vite: frammenti di tempo, storie parallele, frazioni di felicità possibile. Per non parlare del sesso, che è un pensiero costante: un’ossessione e una consuetudine, un linguaggio, un modo per entrare in contatto con il mondo esterno. Piú ancora della seduzione e della conquista, piú dell’amore che in forme diverse è parte fondamentale di ciascuna relazione.
Ascoltando il suo racconto ci troviamo a ridere, sorridere e pensare, e mentre inorridiamo delle sue malefatte siamo costretti a riconoscere quanta verità ci sia nelle sue parole.
Un romanzo scandaloso e disarmante come una confessione.
(Ed.Einaudi)

Incipit La separazione del maschio – Francesco Piccolo

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Allegro occidentale – Francesco Piccolo

Incipit Allegro occidentale – Francesco Piccolo

Incipit Allegro occidentale

Hong Kong, una mattina. Esco dalla mia sontuosa stanza d’albergo a un piano altissimo di un grattacielo. Mi fermo davanti alle decine di ascensori, premo il pulsante e aspetto che uno qualsiasi mi porti giú al sontuoso ristorante per la prima colazione. Entro. C’è un signore cinese. Mentre ci diciamo «morning», mi guarda con un’espressione stupita, quasi sgrana gli occhi, come se non avesse mai visto un essere umano europeo, o per qualche altro motivo che non capisco. M’inquieta. L’ascensore parte e io e questo signore cinese adesso abbiamo davanti un piccolo viaggio insieme, prima di arrivare laggiú al piano terra, e non mi piace che mi guardi cosí come continua a guardarmi, a scrutarmi, fisso, con occhi ormai completamente sgranati, tanto che io comincio ad abbassare lo sguardo per l’imbarazzo, fino a quando lui finalmente non parla e dice quel che voleva dire.
Non m’aspettavo che parlasse e cosí sulle prime non capisco niente, tranne una parola che mi sembra abbastanza inappropriata nel contesto: Hollywood.
Però poi lo guardo e dico «what». Cosí lui ripete la domanda e capisco che sta balbettando (traduco direttamente dall’inglese claudicante che il cinese mostra): «ma lei è… quella star di Hollywood… non mi viene il nome… è lei, vero?»
Mi ha detto cosí.
Attenzione; non ha detto: sembra, somiglia. Ha detto: è.

Incipit tratto da:
Titolo: Allegro occidentale
Autore: Francesco Piccolo
Casa editrice: Einaudi

Libri di Francesco Piccolo

Allegro occidentale - Francesco Piccolo

Quarta di copertina / Trama

Mister Piccolo è uno scrittore al quale viene fatta una proposta: girare il mondo insieme ad altri sei colleghi. Cosí comincia per lui un’avventura all’insegna della diversità: quella di popolazioni lontane, ma soprattutto della sua. Sí, perché Mister Piccolo, con il bagaglio di Occidente che si porta dietro, capisce ben presto che il vero diverso è lui, segnato dal marchio del privilegio che azzera le distanze geografiche e amplifica le differenze sociali. Eppure, a poco a poco, si lascia permeare dall’imprevedibilità del viaggio, perdendosi nella mesta allegria di sapersi altro da ciò che è. E scopre che i cinesi vedono gli occidentali tutti allo stesso modo (tanto che lui viene scambiato per Nicolas Cage), che a Hong Kong non si è nessuno se non si possiede un biglietto da visita, e che l’avventura piú inquietante, in realtà, l’ha vissuta a Roma, una notte che non aveva i soldi per rientrare a casa in taxi…
(Ed. Einaudi; SuperET)

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Allegro occidentale – Audiolibro - Piccolo

Storie di primogeniti e figli unici – Francesco Piccolo

Quando ero piccolo, e andavo a scuola insieme a mio fratello

Incipit Storie di primogeniti e figli unici

Quando ero piccolo, e andavo a scuola insieme a mio fratello, mia madre mi diceva di tenerlo per mano, e questo mi sembrava giusto e anche responsabile. Quello che non capivo è perché mi diceva sempre: «mi raccomando, quando passate per quella strada dove non c’è il marciapiede, mettiti sempre tu dal lato della strada, dove passano le automobili». Io lo facevo, e lo facevo con diligenza, ma ero molto dispiaciuto. Per me significava: «io spero che nessuna auto vi butti sotto, ma se proprio dovesse succedere, preferisco che muoia tu piuttosto che lui».
La cosa mi rendeva abbastanza agitato. Anche perché, ogni volta che le chiedevo un po’ piú di nutella nel panino, lei diceva che non era giusto, e che eravamo tutti uguali; e a quel punto non ho mai avuto il coraggio di risponderle: «e allora se siamo tutti uguali, la mattina dal lato della strada si mette chi capita, o facciamo una mattina per uno, cosí le possibilità di essere investiti sono alla pari». Confesso che ho piú volte avuto la tentazione di lasciare lui, dal lato della strada; ma mi mettevo una paura del diavolo, perché sono sicuro che se si fosse spiaccicato sotto un’auto, le avrei prese di brutto, perché sarebbe stato evidente che avevo lasciato lui dalla parte piú pericolosa, disubbidendo. A dire la verità, avevo già preparato una scusa: avrei detto con voce incredula che era stata colpa di un pazzo che con il motorino aveva tentato di passare rasente il muro e aveva colpito in pieno mio fratello; questa spiegazione non soltanto mi sembrava credibile, ma mi avrebbe pure consentito di fare a mia madre una lezione morale, del tipo «in nessun luogo si può essere al sicuro quando il destino ha scelto, nemmeno dalla parte del muro».

Incipit tratto da:
Titolo: Storie di primogeniti e figli unici
Autore: Francesco Piccolo
In copertina: foto © Elliott Erwitt / Magnum / Contrasto.
Casa editrice: Einaudi

Libri di Francesco Piccolo

Copertine di Storie di primogeniti e figli unici di Francesco Piccolo

Quarta di copertina / Trama

C’è, in queste nove storie di infanzie, adolescenze e giovinezze, tutta l’abilità di Francesco Piccolo di soffermarsi su quei dettagli e sorprese della vita che afferrano però il senso della vita: una frase ricorrente della mamma; un saluto sempre uguale; le caramelle di un tempo che erano un colorante unico; la convinzione tutta meridionale che non piove mai e gli ombrelli non servono. Con ironia, intelligenza, stupore, e con la consapevolezza che sono spesso le piccole cose a dimostrarsi rivelatrici, Piccolo ci conduce per mano, attraverso episodi semplici, spunti presi da una pacata ma evocativa quotidianità, a scoprire sotto una superficie apparentemente insignificante una profondità inaspettata.
(Ed. Einaudi)

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