E chi porta le cicogne? – Andrea G. Pinketts

Incipit E chi porta le cicogne – Andrea G. Pinketts

Incipit E chi porta le cicogne?

La storia del cavolo non poteva leggere. Come fai a far credere a un bambino di esser nato sotto un cavolo quando poi gli basta mettersi a tavola davanti a un piatto di cavoli (che generalmente gli fanno schifo), sollevare un cavolo con la forchetta e scoprire che sotto non c’è niente?

Incipit tratto da:
Titolo: E chi porta le cicogne?
Autore: Andrea G. Pinketts
Casa editrice: EL

Libri di Andrea G. Pinketts

E chi porta le cicogne – Andrea G. Pinketts

Quarta di copertina / Trama

In un paesino dell’hinterland milanese la polizia ritrova il cadavere carbonizzato di un ragazzo. L’assassino gli ha dato fuoco. La notizia scatena il panico: venti anni prima con la stessa tecnica il “vecchiaccio” aveva fatto fuori una serie impressionante di bambini. Il serial-killer era poi bruciato per sua stessa mano prima che la polizia potesse acciuffarlo. Almeno così raccontano le cronache locali, invece… Invece una sconvolgente verità verrà scoperta da Lazzaro Santandrea, protagonista di questo psico-giallo.
(Ed. EL)

Incipit E chi porta le cicogne – Andrea G. Pinketts

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Fuggevole turchese – Andrea G. Pinketts

Incipit Fuggevole turchese – Andrea G. Pinketts

Incipit Fuggevole turchese

Come esci dall’utero te lo mettono nel sedere: è la prassi.
Non so se sia giusto ma poco conta. Sarebbe utile saperlo in anticipo, l’adattamento sarebbe meno traumatico durante l’allattamento. Peccato che nessun neonato, nemmeno il feto prodigio che sono stato, sia in grado di leggere queste righe e quindi capirle. Il neonato è un futuro morto non ancora alfabetizzato. Non lo salva neanche l’intuito. È un bell’ignorantone in formato mignon che non conosce ancora le lettere ma avverte la musica della vita, come un cane fiuta un terremoto prima dei terremotati.

Incipit tratto da:
Titolo: Fuggevole turchese
Autore: Andrea G. Pinketts
Casa editrice: Mondadori

Libri di Andrea G. Pinketts

Fuggevole turchese - Andrea Pinketts

Quarta di copertina / Trama

Chi è quella ragazza che non abbiamo mai visto in volto, la cui immagine ci ossessiona da quando eravamo bambini? Sale sul tram proprio quando stiamo per raggiungerla. Un sedere ben tornito, inguainato in pantaloni turchesi, l’immagine della fanciulla compare e scompare. Che sia per caso la morte? Lazzaro Santandrea l’antieroe metropoliano protagonista dei romanzi di Andrea Pinketts indaga. Lui, che non ha mai lavorato in vita sua, si ritroverà a sfacchinare come reclutatore di principi azzurri…
(Ed. Mondadori)

Incipit Fuggevole turchese – Andrea G. Pinketts

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Ho fatto giardino – Andrea G. Pinketts

Incipit Ho fatto giardino – Andrea G. Pinketts

Incipit Ho fatto giardino

Un attimo di distrazione per asciugarmi il sudore dalla fronte, e mollai la presa. La carrozzella su cui troneggiava il professor Albert Deveraux, il più bel cervello matematico di Francia e Navarra e le peggiori gambe di Nizza, prese velocità in una discesa ripida alla fine della quale sfrecciavano Ferrari e annaspavano utilitarie, comunque letali in uno scontro frontale.
Il professor Albert era contemporaneamente un genio e un handicappato. Un po’ come me. Solo che il mio handicap era il mio genio, il suo erano le succitate gambe che lo avevano tradito a tradimento con la complicità della spina dorsale.
Inseguii la carrozzella e riuscii a bloccare la folle corsa giusto in tempo per evitare che il genere umano perdesse un luminare spiaccicato da una Due Cavalli.
Era il mio compleanno. Il quarantesimo.
Un giro di boa. Constrictor. Bel modo di festeggiarlo.

Incipit tratto da:
Titolo: Ho fatto giardino
Autore: Andrea G. Pinketts
Casa editrice: Mondadori

Libri di Andrea G. Pinketts

Ho fatto giardino – Andrea G. Pinketts

Quarta di copertina / Trama

Il momento è indubbiamente periglioso e difficile: Lazzaro Santandrea si trova a varcare la soglia dei fatidici 26 anni (sarebbero 40 ma, essendo nato quattordicenne, la fatidica soglia lui la supera a 26). Bisogna confessare che non è con spirito ottimista che il nostro eroe affronta questo momento gravido di insidie. Tutto il funambolico universo che gli gravita intorno manda mesti messaggi di decadimento: il suo locale preferito (il Trottoir) è stato chiuso, il cane che condivideva con la gagliarda mamma ormai pascola felice nelle praterie celesti, amici, pards e compari di avventure emigrano, si dileguano, intristiscono. In una Milano sempre più grigia, sempre più ripiegata su se stessa, l’unica cosa che sembra tener desta la curiosità della gente è il mito della Bumba, la leggendaria sostanza illegale in grado di mandarti fuori di testa sul serio. Finché una mattina, sul finire delle vacanze natalizie più desolanti della storia, la fidanzata di Lazzaro (ricca ed ex tossica) viene trovata uccisa. A questo punto il nostro eroe decide che è arrivato il momento di “fare giardino”. Per quei pochissimi tra i lettori che ancora inspiegabilmente non lo sapessero, “giardino” era stata la geniale combinazione pokeristica (rigorosamente di fantasia) grazie alla quale Lazzaro era riuscito, inventandosi su due piedi regole inesistenti, a ribaltare le sorti di una disastrosa partita con dei ricchi giapponesi in Costa Azzurra. Per Lazzaro gli anni passano, ma la ferrea determinazione di non piegarsi alla mestizia, all’ingiustizia e ad altre cose che finiscono per “zia” resta. E anche nel nostro caso “fare giardino” significherà ribaltare una situazione che ti vede perdente usando molta fantasia, una bella camionata di grinta e quella capacità di ironia totale che hanno fatto dei libri di Pinketts una sorta di leggenda metropolitana, urbana ed extraurbana. Un romanzo pirotecnico e al contempo durissimo tra Milano e Saint-Tropez, con tanto di corse di paralitici in carrozzella, cavie umane, folletti malvagi sfidati da Lazzaro, un eroe che rifiuta di sottostare alle leggi dell’età e che, invece di invecchiare, rimbambinisce e ringiovanisce.
(Ed. Mondadori)

Incipit Ho fatto giardino – Andrea G. Pinketts

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