Il prigioniero dell’interno 7 – Marco Presta

Incipit Il prigioniero dell’interno 7

È sincera l’amicizia tra un ristorante di pesce e una famiglia di vongole? Non credo. Potrei chiudere il corsivo di oggi affidando questo dubbio ai lettori.
Ho l’impressione, però, che le mie incertezze dovrebbero consacrarsi a questioni piú concrete. La maggior parte delle cose che faccio e dico durante la giornata sembra non avere senso. Si tratta semplicemente di ripetizioni, di abitudini: sono l’alabardiere di una tragedia in costume e ripeto sempre la stessa insulsa battuta.
Me ne sto disteso sul mio vecchio divano, la fantasia della stoffa che lo ricopre è ormai irriconoscibile, potrebbe raffigurare dei fiorellini o delle conchiglie o un breve tratto dell’intestino tenue. Sento voci provenire da fuori, non mi rendo subito conto di cosa stia accadendo, forse gente che litiga. Poi capisco: è un canto, che si leva sempre piú sicuro. Le parole della melodia dicono che è primavera, che lui la ama e che tutto il resto non conta.
Cantano. Cantano tutte le sere sui loro balconi.
All’inizio erano canzoni con un forte significato simbolico: l’inno nazionale o vecchi brani di cantautori impegnati. Adesso il livello è franato, lo spirito patriottico ha ceduto il posto alla voglia di talent show che percorre il Paese.
Cantate, fratelli miei. Fratelli d’Italia. Ci dimentichiamo di pagare le tasse e se fuori pioviggina evitiamo di andare a votare, ma in certe situazioni impieghiamo un secondo a tirare fuori il tricolore.
Dalla finestra aperta inneggiano a un gelato al cioccolato. Forse è vero quello che dicono gli scienziati: il virus colpisce anche il cervello.

Incipit tratto da:
Titolo: Il prigioniero dell’interno 7
Autore: Marco Presta
In copertina: Ilustrazione di Ale + Ale
Progetto grafico : Bianco
Casa editrice: Einaudi

Libri di Marco Presta

Il prigioniero dell'interno 7 di Marco Presta

Quarta di copertina / Trama

Vittorio ha poco piú di quarant’anni e per lavoro commenta notizie curiose su un quotidiano nazionale: un giorno scrive di granchi che scappano dai loro acquari, un altro di ricerche secondo cui l’universo odora di pancetta abbrustolita, o di piedi, o di lampone. Quando arriva, la pandemia lo prende in contropiede e in un attimo accartoccia la sua vita, proprio come succede a milioni di persone intorno a lui. Da un giorno all’altro Vittorio si ritrova a fare i conti con una realtà inaudita e il suo universo finisce per coincidere a poco a poco con i confini del condominio. Nessuno lo lascia in pace: la sua impegnativa quasi-fidanzata che gli si presenta sul pianerottolo con le valigie in mano, la vicina di casa filantropa che lo coinvolge nei suoi tentativi di aiutare il prossimo, l’anziano dirimpettaio che perde colpi, per non parlare degli agguati telefonici della madre che cerca di farlo sentire in colpa nei modi piú fantasiosi. Forse è un uomo buono a sua insaputa, Vittorio, di certo preferisce nascondersi dietro all’umorismo e alle battute feroci. Ma mentre una dopo l’altra cadono le certezze di sempre, lui ne ricava di nuove: che durante una pandemia i cani si possono noleggiare, che Andy Warhol può colonizzare la mente di un architetto svampito e che pure una signora anziana può innamorarsi. E, forse, che può provare a essere felice persino lui.
(Ed. Einaudi; I coralli)

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Fate come se non ci fossi – Marco Presta

Mettere in ordine le cose, ecco la chimera.

Incipit Fate come se non ci fossi

Mettere in ordine le cose, ecco la chimera.
Gli affetti nell’anima, i pensieri nella testa, i mocassini nella scarpiera.
«È tutto a posto», questa la frase piú potente che troviamo per tranquillizzare una persona cara in un momento difficile.
Ci provo anch’io, come tutti, a dare un’aggiustatina, ad assestare, a tenere in equilibrio. Questo taccuino serve a disporre tutto per bene sugli scaffali.
Alla fine di queste pagine, è evidente, non avremo risolto nulla.

Incipit tratto da:
Titolo: Fate come se non ci fossi
Autore: Marco Presta
Casa editrice: Einaudi

Libri di Marco Presta

Copertine di Fate come se non ci fossi di Marco Presta

Quarta di copertina / Trama

Zio Michele ride. Non c’è una ragione precisa, col tempo è diventato riso-autonomo.
MARGHERITA… PERCHÉ?: questa la drammatica scritta apparsa su un muro di quartiere, che in pochi giorni fa nascere un serrato dibattito. Lungi dal pensare che si tratti di un dubbio amletico sulla scelta della pizza, tutti indagano sul grido inascoltato, chiedendosi quale disperazione sentimentale possa mai celare. Piero vive nell’attesa spasmodica di fare la battuta giusta, «vuole renderti felice fino ad ammazzarti». Alfonso si presenta ogni giorno in uno studio radiofonico, siede al suo posto, accende il microfono e comincia a parlare. Non va piú in onda da anni, ormai, ma lui parla lo stesso. Sono solo alcuni dei personaggi di questo libro, memorabili, comici, malinconici, alcuni deliberatamente sopra le righe, altri simili al nostro vicino di casa, ma tutti accomunati dal tentativo di vivere e sopravvivere tra i relitti di un mondo ridicolo, sminuzzato, che non può fare a meno di cercare ostinato il suo senso. Uno sguardo caustico e perplesso, profondamente partecipe, quello di Marco Presta, che si tuffa tra gli altri con un triplo carpiato restituendoci un’umanità che ci fa sorridere e pensare, senza giudizio, sí, ma anche senza facili vie di fuga. E nel susseguirsi di episodi esilaranti, pensieri «gradassi», storie e idee di storie, riflessioni ironiche, dinamitarde, luminose, viene fuori il libro di un misantropo gentile, di un uomo che si è buttato nel mondo a modo suo, per raccontarcelo.
(Ed. Einaudi; I Coralli)

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Accendimi – Marco Presta

Era una torta fuori ordinanza, dissidente, un prototipo illegale che nessun ricettario avrebbe ospitato tra le sue pagine.

Incipit Accendimi

Era una torta fuori ordinanza, dissidente, un prototipo illegale che nessun ricettario avrebbe ospitato tra le sue pagine. Un esemplare unico, anomalo, una mascalzonata a tre gusti, mangiarla era come far sparire delle prove. Si trattava del dolce per il compleanno di un’amica e Caterina non voleva che lo festeggiasse affettando una dozzinale Saint Honoré di ruolo. Quel legame insolito tra pistacchio, castagne e torroncino, che sarebbe stato considerato un’associazione a delinquere da qualunque altro pasticciere, aveva il preciso scopo di comunicare alla persona cui era destinato: «Per me non sei un individuo come gli altri. Ti voglio bene». Nel laboratorio posto sul retro del negozio non c’erano testimoni quel giorno, se si escludeva un piccolo Montblanc da sei porzioni con scritto sulla fronte «Auguri Carmine». Lui non avrebbe parlato.
I dolci che Caterina preparava esprimevano il suo stato d’animo.

Incipit tratto da:
Titolo: Accendimi
Autore: Marco Presta
Casa editrice: Einaudi

Libri di Marco Presta

Copertine di Accendimi di Marco Presta

Quarta di copertina / Trama

Caterina ha una pasticceria. E ha un fidanzato medio, delle amiche medie, una vita media. È insomma serenamente disperata, fa parte del grande fiume d’insoddisfatti che tutti i giorni, da ogni parte del mondo, riceve milioni di affluenti. Poi una voce le parla dalla radio, sembra rivolgersi solo a lei e dice cose bellissime che sono come un terremoto. Nasce a poco a poco un sentimento che assomiglia in maniera preoccupante all’amore, «quello stato tragico e soave in cui riusciamo a sospirare davanti a un passo carrabile».
Sacher, Mimose, Millefoglie, Charlotte… La pasticceria di Caterina addolcisce le pene di molti, con le sue maestose cattedrali di zucchero. Ma la prima che avrebbe bisogno di dolcezza è proprio lei, Caterina, che si sente sola anche se la sua vita sentimentale è «intasata come una litoranea in agosto». Giancarlo, il fidanzato, è un commissario di Polizia che non sa infiammarle il cuore, le amiche si ricordano di lei raramente e Vittorio, il fratello, ha il singolare talento di mettersi, e di metterla, nei guai. Finché un giorno Caterina non trova nel retrobottega del negozio una radio, «un modello degli anni Settanta, un cubo arancione con tanto di antenna». Il primo miracolo è che dopo tutti quegli anni funzioni ancora. Il secondo è che la voce che parla da lí dentro parli a lei, a lei e a nessun altro. E dica cose che a poco a poco la conquistano, mettendole a soqquadro la vita. Marco Presta ci racconta da par suo, attraverso una scrittura comica ma alta, controllatissima, la storia di una giovane donna che trova, letteralmente, l’amore nell’aria. E pagina dopo pagina fa un incantesimo alla portata di chi ha la fantasia all’altezza del cuore.
(Ed. Einaudi; I coralli)

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