L’allegria degli angoli – Marco Presta

Ieri sera con Giorgio abbiamo fatto il punto.

Incipit L’allegria degli angoli

Ieri sera con Giorgio abbiamo fatto il punto.
Eravamo seduti nella sua cucina, avvolti dalle mattonelle grigie. Ha insistito perché assaggiassi un po’ delle melanzane avanzate dalla cena, fredde come la prima ragazza che ho baciato, un’estate di molti anni fa. Speravo che anche per lei fosse un debutto, che è poi l’ottusa aspettativa di ogni uomo. Invece la mia Stefania, così si chiamava, aveva già un buon chilometraggio, unito purtroppo a una scarsa vocazione. Scoprii che i ragazzi più grandi, in spiaggia, l’avevano soprannominata «Latino»: una lingua morta.

Incipit tratto da:
Titolo: L’allegria degli angoli
Autore: Marco Presta
Casa editrice: Einaudi

Libri di Marco Presta

Copertine di L’allegria degli angoli di Marco Presta

Quarta di copertina / Trama

Lorenzo è un geometra, ma ha imparato a proprie spese che di geometrico a questo mondo c’è veramente poco. Le rette parallele, nella realtà, finiscono spesso per incontrarsi, e il quadrato costruito sull’ipotenusa – probabilmente in modo abusivo – non equivale mai alla somma dei quadrati costruiti sui cateti. Vive con la madre, circondato da un piccolo gruppo di amici – tra cui Massimo, pervaso da un’insana passione per gli articoli da bagno, e Fabio, detto «Il Tranquillizzatore» per la sua capacità di confortare tutti con prevedibili ma graditissime frasi di rito. Lorenzo è serenamente disperato, perché gli manca una cosa fondamentale: il lavoro. Cosí si piega a fare di tutto, persino la statua vivente in una piccola piazza del centro. Trasformandosi da mite geometra a faraone immobile, dal suo angolo comincerà a vedere il mondo. Osserverà il microcosmo che gli sfila davanti: turisti euforici, connazionali annoiati e un cane bruttissimo, ad esempio. E s’innamorerà – molto – di una ragazza che non fa proprio per lui, d’altra parte «all’interno d’ogni amore deve esserci un circuito stampato, fragile e complicato, che lo rende unico e incomprensibile». Piloterà nell’ombra qualche vita che gli è cara, nel frattempo. Ma soprattutto, alla fine, lui, proprio lui, messo all’angolo e spalle al muro, farà un gesto imprevisto che ha la forza di un’esplosione: uno di quei gesti che possono inaugurare una nuova vita.
(Ed. Einaudi; I Coralli)

Cronologia opere e bibliografia di Marco Presta

Il piantagrane – Marco Presta

Incipit Il piantagrane

Non esistono segnali che ci avvertano all’inizio di un giorno particolare, diverso dagli altri, destinato a centrifugare la nostra esistenza. La data di una gran vincita alla lotteria e le ennesime ventiquattr’ore insipide si presentano, in genere, allo stesso modo. Basterebbe una sirena, una semplice luce lampeggiante, la telefonata di una vecchia zia che ti chiama dopo anni per benedirti, qualcosa, insomma, che ti metta in guardia e ti sussurri: «Posa le buste della spesa, imbecille… stai per conoscere la moretta seduta alla cassa: ti darà quattro figli e poi scapperà col macellaio», oppure: «Preparati, oggi il tram ti passerà sui piedi.
Quella unicità imprevista ci colpisce spesso all’improvviso e nell’indifferenza del mondo circostante. Il nostro dovere è farci trovare impreparati.

Incipit tratto da:
Titolo: Il piantagrane
Autore: Marco Presta
Casa editrice: Einaudi

Libri di Marco Presta

Il piantagrane- M. Presta

Quarta di copertina / Trama

Tutta colpa di un vivaista con la scoliosi.
Giovanni è un uomo mite, buono, pago della piccola vita che ha: curare le piante, guardare la televisione la sera, trovare il coraggio di chiedere a Nina di uscire. Ma un giorno, avvicinandosi al bancone di un bar, scopre di avere un potere gigantesco. Un potere che può cambiare il mondo.

«Gli italiani non sono portati per la rivoluzione. Bravissimi nel tiro al piattello e irraggiungibili nell’arte culinaria, la rivoluzione non rientra però nell’elenco delle loro specialità. In centinaia d’anni, mentre francesi, americani e russi si ribellavano all’andamento della propria Storia, gli italiani sceglievano strade alternative quali la diplomazia, l’iniziativa individuale, l’attesa della dipartita naturale del nemico, il superenalotto.
Il piantagrane si svolge in un Paese che somiglia molto all’Italia dei giorni nostri. Narra la vicenda di un individuo qualunque che, suo malgrado, si trova a innescare un grande, strabiliante, radicale cambiamento. A causa della sua semplice presenza, tutti cominciano ad agire secondo logica e buonsenso. Addirittura secondo coscienza.
Si tratta di un pericolo enorme, che nessuna società occidentale può permettersi di affrontare: il pover’uomo, quindi, diventerà ben presto oggetto di una feroce caccia da parte dei servizi segreti.
Qualcuno cercherà di aiutarlo, inviandogli l’angelo custode più grottesco e maldisposto che si possa immaginare: un omino forzutissimo, che frulla parole storpiate dall’ignoranza e da un’oscura sapienza. E così il destino del pianeta e la possibilità stessa di una rivoluzione saranno nelle piccole mani di una coppia stralunata».
Marco Presta
(Ed. Einaudi; I Coralli)

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Il paradosso terrestre – Marco Presta

Incipit Il paradosso terrestre

Il tendone del circo Monteburron diceva tutto. Le sue dimensioni erano talmente ridotte da far ensare piú a un cam-peggiatore megalomane che a una tribú circense.
D’altro canto le ambizioni del circo erano ancor piú modeste del suo tendone: nei paesini della provincia il massimo che si potesse sperare era una platea di un centinaio di persone.
Vicino al piccolo padiglione rosso e blu si vedevano tre roulotte e una gabbia; all’interno di quest’ultima giaceva in stato catatonico quella che un tempo era stata una tigre. L’animale non si esibiva piú da anni. La sua presenza supina dietro le sbarre aveva il solo scopo di attirare i bambini, perché facessero la lagna con i genitori tanto da farsi portare al circo.
La compagnia era composta da una coppia di trapezisti, un clown, il presentatore e la sua signora, una bionda sui cinquantacinque, la cui fissità del sorriso davanti al pubblico era il solo, vero, fenomeno da baraccone di cui il Monteburron disponeva.
(La grande attrazione)

Incipit tratto da:
Titolo: Il paradosso terrestre
Autore: Marco Presta
Casa editrice: Einaudi

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Il paradosso terrestre - M. Presta

Quarta di copertina / Trama

Ventuno racconti umoristici che cercano di descrivere la rassicurante mostruosità dei nostri anni, l’abnorme e incredibile normalità del mondo che troviamo fuori della porta di casa, tutte le volte che usciamo. Piante d’appartamento che diventano star del piccolo schermo, uomini onesti che, per la loro rarità, si trasformano in fenomeni da circo, nuove forme virali fuori controllo che costringono le persone infettate a innamorarsi di continuo: tutto ciò probabilmente accadrà, o forse sta già accadendo. L’impressione è che l’evoluzione dell’essere umano stia proseguendo, e in una direzione non troppo rassicurante. L’Homo sapiens sapiens sta per cedere il campo all’Homo absurdus: quando l’avvicendamento sarà ufficiale e definitivo, questi racconti, forse, saranno considerati un modesto esempio di neorealismo.
Con Il paradosso terrestre Marco Presta, voce del leggendario programma radiofonico Il ruggito del coniglio, si fa testimone attonito della nostra epoca. Alla fine, solo l’umorismo come estrema tecnica di sopravvivenza ci potrà salvare.
(Ed. Einaudi; Super ET)

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