Lucernario – José Saramago

Incipit Lucernario – José Saramago

Incipit Lucernario

Tra i veli oscillanti che popolavano il suo sonno, Silvestre cominciò a udire rumori di stoviglie e avrebbe quasi giurato che dalle trame larghe dei veli trasparissero dei chiarori. Stava per irritarsi, ma all’improvviso si rese conto che si stava svegliando. Strizzò gli occhi più volte, sbadigliò e rimase immobile, mentre sentiva il sonno allontanarsi lentamente. Con mossa rapida si sedette sul letto. Si stiracchiò, facendo schioccare le articolazioni irrigidite delle braccia. Sotto la maglia, i muscoli del dorso si tesero e vibrarono. Aveva il torace robusto, le braccia grosse e dure, le scapole ricoperte da muscoli incordati. Aveva bisogno di quei muscoli per il suo mestiere di calzolaio. Le mani, le aveva come pietrificate, la pelle delle palme tanto ispessita che avrebbe potuto anche infilarci un ago, senza sanguinare.

Incipit tratto da:
Titolo: Lucernario
Autore: José Saramago
Traduzione: Rita Desti
Titolo originale: Claraboia
Casa editrice: Einaudi

Libri di José Saramago

Lucernario – José Saramago

Quarta di copertina / Trama

L’azione si svolge a Lisbona a metà del XX secolo, in un palazzo di un quartiere popolare non meglio identificato dove vivono sei famiglie. Su questa scena si animano personaggi minati da tristezza e rimpianto le cui esistenze paiono ravvivarsi solo per l’improvvisa eco di un concerto di musica classica trasmesso alla radio, che per un attimo riapre il mondo al bagliore della bellezza; o per l’instancabile elaborazione delle strategie fatte di piccole ipocrisie e compromessi, con cui si tenta di fugare la minaccia dell’indigenza o di realizzare le aspirazioni conformista della piccola borghesia.
Un universo circoscritto di mantenute, mogli tradite e dolenti, uomini sconfitti dalla vita che hanno rinunciato al futuro a cui fanno da contrappunto gli inserti del diario di una giovane sognatrice, vittima di una vicenda dalla morbosità inaspettata, o ancora le pagine di grande letteratura disseminate in forma di lunghe citazioni; ma soprattutto, gli ideali del protagonista Abel, giovane intellettuale libertario, figura paradigmatico di un determinato universo politico, specie se si tiene in considerazione il contesto in cui il romanzo fu scritto, ovvero gli anni bui del Portogallo salazarista, paese isolato, retrivo e misero dominato da una dittatura fascista.
Palesemente debitore della tradizione del grande romanzo russo da un lato e della coeva generazione dei neorealisti portoghesi dall’altro, Lucernario mostra già evidenti le qualità destinate a caratterizzare il corpus del Saramago più noto: profondo scavo pscicologico dei personaggi, grande respiro narrativo, capacità di catturare l’attenzione del lettore.
(Ed. Feltrinelli; Narratori)

Incipit Lucernario – José Saramago

Indice cronologico opere e bibliografia di José Saramago

Storia dell’assedio di Lisbona – José Saramago

Incipit Storia dell'assedio di Lisbona – José Saramago

Incipit Storia dell’assedio di Lisbona

Ha detto il revisore, sì, il nome di questo segno è deleatur, lo usiamo quando abbiamo bisogno di sopprimere e cancellare, la parola stessa lo dice, e vale sia per lettere singole che per parole intere, Mi ricorda un serpente che si fosse pentito al momento di mordersi la coda, Ben detto, dottore, davvero, per quanto siamo aggrappati alla vita, perfino una serpe esiterebbe dinanzi all’eternità, Mi faccia il disegno, ma lentamente, È facilissimo, basta prendere il verso, guardando distrattamente si pensa che la mano stia tracciando il terribile cerchio, invece no, noti che non ho chiuso il movimento qui dove l’avevo cominciato, ci sono passato accanto, all’interno, e adesso proseguirò verso il basso fino a tagliare la parte inferiore della curva, in fondo sembra proprio la lettera Q maiuscola, niente di più, Che peccato, un disegno che prometteva tanto, Accontentiamoci con l’illusione della somiglianza, ma in verità le dico, dottore, se posso esprimermi in stile profetico, che l’interessante della vita è sempre stato proprio nelle differenze, Che cosa c’entra questo con la revisione tipografica?, Gli autori vivono nelle loro epoche, non sprecano quel prezioso sapere in cose insulse e insignificanti, lettere ferite, scambiate, invertite, ché li classificavamo così i difetti al tempo della composizione manuale, differenza e difetto, allora, erano tutt’uno,

Incipit tratto da:
Titolo: Storia dell'assedio di Lisbona
Autore: José Saramago
Traduzione: Rita Desti
Titolo originale: História do Cerco de Lisboa
Casa editrice: Einaudi

Libri di José Saramago

Storia dell'assedio di Lisbona – José Saramago

Quarta copertina/Trama

La História do Cerco de Lisboa esce in Portogallo nel 1989 e in Italia nel 1990: un libro divertente e divertito, quasi una sfida a coloro che definivano Saramago romanziere storico. Perché qui il tema stesso del romanzo è non già la ricostruzione della realtà storica, ma lo stravolgimento della storia, la sua negazione per mezzo di un «non» che il correttore di bozze Raimundo Silva introduce surrettiziamente in un’ennesima storia canonica dell’assedio della città di Lisbona: quello del 1147, in cui i Crociati, provenendo dal Nord nel loro viaggio verso la Terrasanta, avrebbero dato una mano al re Afonso Henriques nella sua azione di «Reconquista» del territorio del futuro regno di Portogallo.
Questo è quanto dice la storia ufficiale. Ma il correttore avrà l’audacia di trasgredire, di scrivere «no»: I Crociati «non» avevano per nulla aiutato i portoghesi. E cambia la Storia. Quella scritta e la sua. E con leggerezza e maestria Saramago intreccia altre storie: quella del presente, nel XX secolo, tra Raimundo e Maria Sara, funzionaria della casa editrice e «assediata» dal correttore, e quella del passato, nel XII, tra il soldato Mogueime, eroe della presa di Santarém, e la bella bella amata galiziana Ouroana, anch’essa assediata sotto le mura di Lisbona…
(Ed. Einaudi, Tascabili Letteratura)

Incipit Storia dell'assedio di Lisbona – José Saramago

Cronologia opere e bibliografia di José Saramago

Di questo mondo e degli altri – José Saramago

Incipit Di questo mondo e degli altri – José Saramago

Incipit Di questo mondo e degli altri

Non è una storia di fantasmi, sebbene sia una storia dell’altro mondo. E potrei raccontarla tanto in quattro frettolose righe, come riempiendo fogli su fogli, questa cronaca e un’altra, e le successive, all’infinito, fino alla resa e alla desistenza. Perché so in anticipo che tutto quel che dico o dirò non basterà a far affiorare neppure il contorno luminoso dell’apparizione notturna. È questo il difetto delle parole. Stabiliamo che non c’è altro mezzo d’intenderci e di spiegarci, e finiamo con lo scoprire che restiamo a metà della spiegazione e così lontani dal comprenderci che sarebbe stato molto meglio lasciare agli occhi e al gesto il loro peso di silenzio. Forse anche il gesto è un di più. In fin dei conti, non è altro che il disegno di una parola, il muoversi di una frase nello spazio. Ci restano gli occhi e il loro accesso privilegiato alle apparizioni.
(L’apparizione)

Incipit tratto da:
Titolo: Di questo mondo e degli altri
Autore: José Saramago
Traduzione: Giulia Lanciani
Titolo originale: Deste Mundo e do Outro
Casa editrice: Einaudi

Libri di José Saramago

Di questo mondo e degli altri – José Saramago

Quarta di copertina/Trama

Che Saramago sia uno straordinario inventore di storie, lo mostrano appunto già le cronache, suo primo, pieno e regolare esercizio della prosa. E’ quello delle cronache un universo tematico senza frontiere, dove in filigrana si scorgono nella loro figurazione embrionale personaggi, situazioni, immagini, colori, fantasie, linguaggio, inventiva, ironia, dei suoi romanzi a venire. E’ lo stesso autore, del resto, ad affermare che «Esta la tudo», ovvero il cammino percorso nei romanzi che lo faranno scrittore internazionalmente famoso è tutto tracciato in quelle lontane microstorie.
Saramago penetra nella realtà delle cose come se si immergesse in un fluido resistente, avvertendone le asperità e le dolcezze; ne insegue, lui che ha per “dovere e vocazione di negare l’insignificanza”, un senso – il senso -, lottando contro le correnti dell’abitudine e del preconcetto, riservando alle cose, sempre, «un’attenzione morbosamente acuta». E’ questo, in fondo, lo spirito che informa il caleidoscopico mondo delle cronache, un mondo dove i fili del presente si intrecciano con un passato mai perso, dove la rappresentazione simbolica trascorre nella concretezza cronachistica o nel pathos memoriale, e si scopre con emozione, commozione, stupore, godimento che «il mondo e quanto esso contiene non è poi quel poco che la gente crede». (Giulia Lanciani)
(Ed. Einaudi)

Incipit Di questo mondo e degli altri – José Saramago

Cronologia opere e bibliografia di José Saramago