Incipit Cuore puro. Quattro amici. Quattro destini. Una sola passione
È una regola eterna. Immutabile. Bisognerebbe riuscire a trovarle una formula matematica. O quantomeno una riduzione numerica, una frase aritmetica, un tentativo di proporzione, un delirio logaritmico. Insomma, qualcosa che ne dimostri l’assoluta scientificità. Si dovrebbe individuare una traccia formale per comprendere le leggi ineluttabili e perenni che regolano le partite del calcio di strada. Il più in carne va in porta, quello smilzo e veloce avanti, l’armadio va in difesa e chi resta a centrocampo. Lì possono andarci tutti: quelli che non hanno i piedi buoni ma sanno lanciare, quelli che sanno correre veloce ma hanno il fiato corto, quelli muscolosi ma non abbastanza piantati. A centrocampo, per farla breve, vanno messi quelli che sanno fare tutto a metà. Ora, però, rispetto a qualche anno fa sono state ammesse delle varianti. Quando ero ragazzino i portieri erano i peggiori. E la porta era una punizione tra le più umilianti. Un posto dove vedere la partita da lontano e ricevere dolorose pallonate in faccia che ti segnavano il viso di rosso e di viola, con sfumature più o meno cangianti, per settimane. Un ruolo che ti costringeva a raccogliere la colpa del gol subìto ed essere escluso dagli abbracci del gol realizzato. Più che un giocatore, il portiere era un raccattapalle mobile. Un ruolo terribile. Spesso il posto del portiere era sopportato a turno, ma quando non si trovava nessuno da relegare in porta, da soggiogare nelle retrovie, quando insomma tutti i giocatori erano capaci di tener testa, allora si giocava a “porta americana”. Senza portiere. Due squadre si fronteggiavano cercando di segnare in un’unica porta con nessuno a difenderla: a turno, la squadra difendeva o attaccava, alternandosi nei ruoli dopo ogni gol.
Incipit tratto da:
Non mi è chiaro perché questa versione del gioco fosse chiamata “all’americana”. Una volta ero in macchina con un gruppo di ragazzi ubriachi, tornavamo da una festa e questi aprirono le quattro portiere dell’auto mentre correvano su una strada sterrata urlando: «Andiamo all’americana!». A Maddaloni, vicino a Caserta, c’è una pizzeria che serve pizze all’americana: su un piccolo treppiedi messo al centro del tavolo arrivano enormi ruote fumanti coperte dei più svariati condimenti. Enormi, esagerate, “all’americana” appunto. Tutto quello che è strano e insensato, o forse semplicemente fuori dal comune, come giocare senza portiere, mangiare una gigantesca pizza con sopra di tutto, o rischiare da idioti un incidente mortale, è “americano”.
Titolo: Cuore puro. Quattro amici. Quattro destini. Una sola passione
Autore: Roberto Saviano
Casa editrice: Giunti
In copertina: © Foto di Goran Ruškuc
Quarta di copertina / Trama
Hanno appena dieci anni Dario, Giovanni, Giuseppe e Rino, ma formano già il quartetto di calciatori più affiatato del quartiere, alla periferia nord di Napoli. Le rincorse al mitico pallone Super Santos screziano d’arancio la monotonia dei caseggiati, i suoni del gioco spezzano il ritmo di giorni sempre uguali, tra pusher e caporioni che stabiliscono le regole violente e insindacabili di una realtà che non offre alternative. Per i ragazzini il calcio è una boccata d’aria pura, una speranza incastonata nei loro giovani cuori. Così, quando il boss locale gli offre del denaro – oltre a una fornitura illimitata di palloni nuovi – per giocare nella piazza di spaccio, a loro sembra di sognare. In cambio, dovranno soltanto urlare forte ogni volta che si avvicina una volante della polizia. Non gli ci vorrà molto per rendersi conto che la camorra ha usato proprio il calcio per piegarli alle sue logiche. Ma nei lunghi pomeriggi di sfide “all’americana”, ginocchia scorticate, sudore e fiato rotto, i quattro amici hanno imparato la libertà. Sarà difficile dimenticarla. Anche dieci anni più tardi, quando la vita li metterà di fronte alla necessità di ripescare quel ricordo, all’urgenza di riassaporarlo per non dover rinunciare definitivamente alla loro umanità. Partendo da fatti di cronaca e da uno dei suoi primi racconti editi, Roberto Saviano dà vita in queste pagine a un romanzo intimo e struggente, che è al tempo stesso celebrazione letteraria del calcio di strada e dolente apologo su quel passaggio feroce dall’innocenza all’età adulta che tocca a chiunque nasca in una terra ferita. Un romanzo che ci restituisce il sapore dell’infanzia e la certezza che il cuore puro non è quello di chi non sbaglia, non si sporca le mani, semmai quello di chi con gesti quotidiani trova il coraggio di cambiare le cose.
(Giunti Editore)
Cronologia opere e bibliografia di Roberto Saviano