Nero su nero – Leonardo Sciascia

La campagna è quest’anno popolata di mostri.

Incipit Nero su nero

La campagna è quest’anno popolata di mostri. Un pecoraio, un contadino, una donna hanno visto avvicinarsi a loro una specie di scimpanzé irsuto, nerissimo e gigantesco. Molti contadini hanno visto la biddina, un serpente d’acqua, che però si trova benissimo anche in terra grosso quanto un braccio,lungo più di due metri, la testa rudemente crestata. Se ne favoleggiava negli anni della mia infanzia; ma nessuno diceva di averlo mai visto. Ora lo vedono in molti. E ci sono anche le guizzine, che per diabolica metamorfosi nascono dall’acqua dai peli dei cavalli: dalla criniera, della coda. Sono saettanti vipere d’acqua, velenosissime.

Incipit tratto da:
Titolo: Nero su nero
Autore: Leonardo Sciascia
Casa editrice: Eianudi

Libri di Leonardo Sciascia

Copertine di Nero su nero di Leonardo Sciascia

Quarta di copertina / Trama

Questo diario – non regolare, non assiduo, occasionale e precario piuttosto – va dall’estate del 1969 ad oggi, 12 giugno. Certamente databile vi è l’ultima nota: le altre, quasi tutte scritte su foglietti o libretti di appunti, sono state ordinate o secondo memoria o secondo la data di pubblicazione sul «Corriere della sera», «La Stampa», «L’Ora». Fin dal momento in cui ho scritto la prima, ho pensato al libro, a questo libro: e vagheggiando contenesse anche, idealmente se non materialmente, per me come per il lettore, i libri che in quest’arco di tempo ho scritto. Peraltro, è consultabile che «in nuce» li contiene. Ho avuto come modello, forse, il «Journal» di Jules Renard; ma rileggendo, mi accorgo di essere andato vicino al «Diario in pubblico» di Vittorini. Pochi – alla Sainte-Beuve – i veleni; al minimo la malignità; discrete le confessioni; molti gli appunti di lettura e rilettura; nessun ritratto, nessuna registrazione di incontri con persone degne di avere un ritratto (alla Saint-Simon o alla Retz). Un libro, tutto sommato, molto italiano; forse molto siciliano.
Il titolo vuole essere parodistica risposta all’accusa di pessimismo che di solito mi si rivolge: la nera scrittura sulla nera pagina della realtà.
Leonardo Sciascia.
(Ed. Einaudi; Gli Struzzi)

Cronologia opere e bibliografia di Leonardo Sciascia

Porte aperte – Leonardo Sciascia

“Lei sa come la penso” disse il procuratore generale.

Incipit Porte aperte

Lei sa come la penso» disse il procuratore generale. Perfetto cominciare: di chi non si sa come la pensa, e se la pensa, e se pensa. Il piccolo giudice lo guardò con soave, indugiante, indulgente sonnolenza. E il procuratore se lo sentì sulla faccia, quello sguardo, come una volta, bambino, la mano di un suo parente vecchio e cieco che voleva – disse – vedere a chi dei più anziani della famiglia somigliasse. Di quel parente mai prima incontrato, per quella mano che gli scorreva sulla faccia come a modellargliela, aveva sentito un che di repugnanza, di ribrezzo. Ora, da quello sguardo, fastidio e inquietudine. A chi voleva assomigliarlo, il piccolo giudice? E si pentì di quella frase che voleva aprire un discorso confidente, quasi amichevole. Ma non trovò di meglio che rivoltarla. Disse: «So come lei la pensa». Ma ancora quello sguardo, ad accrescergli fastidio e inquietudine. Saltò tutta la premessa che si era accuratamente preparata e come annaspando disse: «Bisogna riconoscere che non ci hanno mai chiesto nulla; e nemmeno per questo caso, sia ben chiaro, si sono fatti avanti a chiedere qualcosa».

Incipit tratto da:
Titolo: Porte aperte
Autore: Leonardo Sciascia
Casa editrice: Adelphi

Libri di Leonardo Sciascia

Copertine di Porte aperte di Leonardo Sciascia

Quarta di copertina / Trama

A Palermo, verso la fine degli Anni Trenta, «un crimine atroce e folle, di cui è protagonista un personaggio vinto quanto quelli di Verga e sgradevole quanto quelli di Pirandello». La macchina giudiziaria si muove – e sin dall’inizio aleggia sul processo l’ombra della condanna a morte. In Italia «si dorme con le porte aperte»: era questa una delle più sinistre massime del regime, che molto teneva a sottolineare, in mancanza della libertà, il proprio culto dell’ordine. Ma, trasportata a Palermo, «città irredimibile», quella massima assume subito altri significati. Qui «aperte sicuramente restavano le porte della follia». E, controparte della follia, qui regna una vischiosità di rapporti che inficia ogni gesto, ogni parola. Eppure, proprio qui si profila un personaggio che rappresenta l’opposto: il «piccolo giudice» che, trovatosi fra le mani quel delicato processo dove le autorità tenevano ad applicare la pena di morte, quale prova della loro fermezza morale, testardamente si oppone, soltanto perché ha un’idea netta e precisa della Legge. In queste pagine, che vibrano di un occulto furore, Sciascia ci fa avvicinare ancora una volta, e più che mai, al cuore nero e opulento della Sicilia, scenario e humus di una vicenda che «assurge a significare la pena del vivere, lo squallore e l’indegnità di quegli anni, la negazione della giustizia».
(Ed. Adelphi; Fabula)

Cronologia opere e bibliografia di Leonardo Sciascia

Da questo romanzo il film Porte aperte per la regia di Gianni Amelio (1990)

Una storia semplice – Leonardo Sciascia

Incipit Una storia semplice

La telefonata arrivò alle 9 e 37 della sera del 18 marzo, sabato, vigilia della rutilante e rombante festa che la città dedicava a san Giuseppe falegname: e al falegname appunto erano offerti i roghi di mobili vecchi che quella sera si accendevano nei quartieri popolari, quasi promessa ai falegnami ancora in esercizio, e ormai pochi, di un lavoro che non sarebbe mancato. Gli uffici erano, più delle altre sere a quell’ora, quasi deserti: anche se illuminati, l’illuminazione serale e notturna degli uffici di polizia tacitamente prescritta per dare impressione ai cittadini che in quegli uffici sempre sulla loro sicurezza si vegliava.
Il telefonista annotò l’ora e il nome della persona che telefonava: Giorgio Roccella. Aveva una voce educata, calma, suadente. ‘Come tutti i folli’ pensò il telefonista. Chiedeva infatti, il signor Roccella, del questore: una follia, specialmente a quell’ora e in quella particolare serata.

Incipit tratto da:
Titolo: Una storia semplice
Autore: Leonardo Sciascia
Casa editrice: Adelphi

Libri di Leonardo Sciascia

Copertine di Una storia semplice di Leonardo Sciascia

Quarta di copertina / Trama

Una storia semplice è una storia complicatissima, un giallo siciliano, con sfondo di mafia e droga. Eppure mai – ed è un vero tour de force – l’autore si trova costretto a nominare sia l’una sia l’altra parola. Tutto comincia con una telefonata alla polizia, con un messaggio troncato, con un apparente suicidio. E subito, come se assistessimo alla crescita accelerata di un fiore, la storia si espande, si dilata, si aggroviglia, senza lasciarci neppure l’opportunità di riflettere. Davanti alla proliferazione dei fatti, non solo noi lettori ma anche l’unico personaggio che nel romanzo ricerca la verità, un brigadiere, siamo chiamati a far agire nel tempo minimo i nostri riflessi – un tempo che può ridursi, come in una memorabile scena del romanzo, a una frazione di secondo. È forse questo l’estremo azzardo concesso a chi vuole «ancora una volta scandagliare scrupolosamente le possibilità che forse ancora restano alla giustizia».
(Ed. Adelphi; Piccola Biblioteca)

Cronologia opere e bibliografia di Leonardo Sciascia

Da questo romanzo il film Una storia semplice per la regia di Emidio Greco (1991)