I giorni di Vetro – Nicoletta Verna

Incipit I giorni di vetro – Nicoletta Verna

Incipit I giorni di Vetro

Era molto meglio prima, quando io non c’ero e non c’era nessuno dei miei fratelli, né i vivi né i morti. C’era solo mia madre che si rivoltava sul materasso del camerino e urlava:
– Ammazzatemi, osta dla Madona, – e la Fafina rispondeva: – Sta’ zèta, ché chiami il diavolo, – e andò avanti cosí per tre giorni e tre notti, finché mia madre lanciò un grido feroce e venne fuori Goffredo, il primo dei miei fratelli morti. Quando gli diedero lo schiaffo per farlo piangere lui non pianse, allora la Fafina scossò la testa e disse: – È segno che a Dio Cristo lassú gli bisognava un angiolino.
Ne vedeva tanti, di bambini nati morti, e quello era uguale a tutti gli altri, anche se era suo nipote.
Mia madre lo guardò avvilita. – Perché? – chiese.
– Perché hai mangiato troppo cocomero. Il cocomero fa acqua nello stomaco e il bambino s’è annegato, il purino.

Incipit tratto da:
Titolo: I giorni di Vetro
Autrice: Nicoletta Verna
Casa editrice: Einaudi
In copertina: Caryn Drexl / Arcangel Images
Qui è possibile leggere le prime pagine di I giorni di vetro

I giorni di Vetro - Nicoletta Verna

Quarta di copertina / Trama

Redenta è nata a Castrocaro il giorno del delitto Matteotti. In paese si mormora che abbia la scarogna e che non arriverà nemmeno alla festa di San Rocco. Invece per la festa lei è ancora viva, mentre Matteotti viene ritrovato morto. È cosí che comincia davvero il fascismo, e anche la vicenda di Redenta, della sua famiglia, della sua gente. Un mondo di radicale violenza – il Ventennio, la guerra, la prevaricazione maschile – eppure di inesauribile fiducia nell’umano. Sebbene Bruno, l’adorato amico d’infanzia che le aveva promesso di sposarla, incurante della sua «gamba matta» dovuta alla polio, scompaia senza motivo, lei non smette di aspettarlo. E quando il gerarca Vetro la sceglie come sposa, il sadismo che le infligge non riesce a spegnere in lei l’istinto di salvezza: degli altri, prima che di sé. La vita di Redenta incrocia quella di Iris, partigiana nella banda del leggendario comandante Diaz. Quale segreto nasconde Iris?
(Einaudi)

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Chi dice e chi tace – Chiara Valerio

Incipit Chi dice e chi tace - Chiara Valerio

Incipit Chi dice e chi tace

Le bambine, scese dalla macchina, si erano messe a correre e non ci avevano salutato.
Ferma sulla porta, mia madre le aveva abbracciate e mi aveva sorriso sollevando il mento come a dire Non ti preoccupare.
Luigi aveva messo in moto prima che potessi dispiacermi o pentirmi di aver accettato l’invito per un fine settimana a Ponza, in una casa dalla quale si vedeva il porto.
La traversata in traghetto da Formia era stata piacevole e il venerdì pomeriggio caldo. Caldo umido. E infatti, sabato e domenica mattina, prima della partenza, l’aria era spessa e pareva dovesse piovere, ma non aveva piovuto. Avevamo passeggiato, mangiato, e c’eravamo fatti il bagno. Luigi no, diceva che l’acqua era fredda. Anche se non era vero. Semplicemente, preferiva ascoltare le chiacchiere seduto ai tavoli del bar del porto.
La domenica sera, rientrati a casa, avevo messo a letto le bambine, sfogliato l’edizione pomeridiana del Golfo, il foglio ciclostilato delle due parrocchie, e avevo fumato una sigaretta.
Se non ho letto della morte di Vittoria è perché prima di andare a dormire non leggo i necrologi e gli annunci immobiliari.

Incipit tratto da:
Titolo: Chi dice e chi tace
Autrice: Chiara Valerio
Casa editrice: Sellerio
In copertina: Self care di Erika Lee Sears, 2020

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Chi dice e chi tace - Chiara Valerio

Quarta di copertina / Trama

Scauri, affacciato sul Tirreno, è l’ultimo paese del Lazio, un posto né bello né brutto, con una sua grazia scomposta. Qui negli anni Settanta si trasferisce Vittoria, è arrivata assieme a Mara, forse l’ha adottata, forse l’ha rapita, si dicono tante cose. Vittoria, con la sua risata che comincia bassa e finisce acuta, è una donna distaccata e affabile, accogliente ed evasiva; ha comprato una casa nella quale tutti possono entrare e uscire, ha aperto una pensione per animali quando in paese i veterinari si preoccupano solo di mucche e conigli. Vittoria non ha mai litigato con nessuno, non ha mai cambiato taglio di capelli. La sua generosità è inesauribile, alcune sue abitudini sono diventate moda comune. Il paese non la capisce, eppure si sente attratto da lei.
Vittoria viene ritrovata morta nella vasca da bagno, uno stupido incidente, una fine improbabile. Il paese accetta, perché sa capire le disgrazie e tace, Lea Russo invece no. Lea, che fa l’avvocato, ha un marito, due figlie e una vita ricca di impegni, è sempre stata affascinata da Vittoria. Non vuole accontentarsi di ciò che ha avuto sempre davanti agli occhi. Vuole capire come è morta Vittoria, e chi era davvero. Ciò che emerge della donna, del suo passato insospettabile, spinge Lea Russo lungo un sentiero su cui è difficile avanzare, e dal quale è impossibile tornare indietro. Qui scopre l’evanescenza dell’identità, la sua e quella di tutti. Qui scopre, senza riuscire a contarle, quante sono le facce della violenza. Storia nera di personaggi, indagine su una provincia insolita, ritratto di donne in costante mutazione. In Chi dice e chi tace niente rimane mai fermo, le passioni, le inquietudini, le verità e gli enigmi, i silenzi del presente e il frastuono del passato: tutto sempre si muove, tutto può sempre cambiare.
(Sellerio; La Memoria)

Il ritorno – Marco Vichi

Incipit Il ritorno - Marco Vichi

Incipit Il ritorno

Una lunga fila di figure nude, e in fondo, all’orizzonte, una parete bianca, e una porta. La fila si allunga ogni minuto, io sono sempre l’ultima. Ogni secondo che passa è un tempo interminabile. Aspetto, aspetto, in quell’attesa mi sento quasi invecchiare… Nel frattempo, una per volta o a gruppi, quelle figure umane spariscono oltre quella porta. Ecco, non c’è più nessuno in attesa. Dovrebbe toccare a me. Un uomo con il viso da saggio, vestito di bianco, mi chiede il nome. «Maria…» rispondo. L’uomo si abbassa, mi guarda tra le gambe con una lente, osserva con interesse qualcosa che io non vedo, scuote il capo. Con un attrezzo prende alcune misure e le scrive sopra un foglio, poi con decisione comincia a tagliarmi dal corpo dei minuscoli brandelli di carne. Non sento male, ma cerco lo stesso di ribellarmi.

«Bisturi…» dice il chirurgo, e un attimo dopo il bisturi è nelle sue mani.

Incipit tratto da:
Titolo: Il ritorno
Autore: Marco Vichi
Casa editrice: Guanda
In copertina: illustrazione di Giancarlo Caligaris
Progetto grafico ebook: Guido Scarabottolo

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Il ritorno - Marco Vichi

Quarta di copertina / Trama

In questo romanzo incontrerete una donna nata bambino che per non rinunciare alla propria identità più autentica dovrà attraversare l’inferno, quello costruito dagli uomini sulla terra. Sarà costretta a fuggire da molte gabbie, liberandosi da pregiudizi, malignità, umiliazioni, violenza. Sopporterà i tradimenti più dolorosi e la solitudine più estrema. Lontana da casa, sprofonderà nell’orrore e nello strazio della guerra dei Balcani, simile a una delle tante guerre che ammorbano questi decenni di pace apparente. Nella sua storia senza respiro, ogni affermazione e ogni negazione vengono rivoltate, amplificate, distrutte e poi sognate, nel tentativo folle di arrivare a un punto che sia almeno un po’ veritiero. Un luogo dove chi è generoso e sa amare abbia ancora diritto all’esistenza. Questa donna che non cede, che non si corrompe, che sa vedere, persino sorridere, e giocare, ha un nome semplice, si chiama Maria. Non è frequente, ma a volte succede che ci siano persone come lei e storie come la sua, nelle quali gli archetipi si manifestano e parlano delle vite di tutti.
(Guanda)