Incipit Tempi duri
Benché sconosciute al grande pubblico e pur figurando senza alcuna rilevanza nei libri di storia, le due persone che hanno influito di piú sul destino del Guatemala e, in qual-che modo, di tutto il Centroamerica del xx secolo, sono con ogni probabilità Edward L. Bernays e Sam Zemurray, personaggi che non potrebbero essere piú dissimili per origine, temperamento e vocazione.
Incipit tratto da:
Zemurray nacque nel 1877 non lontano dal Mar Nero, e siccome era ebreo in un’epoca di terribili pogrom nei territori russi, fuggí negli Stati Uniti, dove giunse per mano a una zia quando non aveva ancora compiuto quindici anni. I due si rifugiarono a casa di alcuni parenti a Selma, Alabama. Edward L. Bernays apparteneva anch’egli a una famiglia di emigrati ebrei, ma di estrazione sociale ed economica piú alta e con un personaggio illustre in famiglia: lo zio Sigmund Freud. Salvo l’essere entrambi ebrei, non troppo praticanti, erano molto diversi. Edward L. Bernays si gloriava di essere una specie di Padre delle pubbliche relazioni, specialità che non aveva certo inventato, ma che avrebbe portato (a spese del Guatemala) a livelli inattesi, sino a trasformarla nella principale arma politica, sociale ed economica del xx secolo. A volte la sua egolatria lo induceva a esagerazioni patologiche, ma quest’ultima affermazione si sarebbe avverata. Il primo incontro tra i due avvenne nel 1948, anno in cui cominciarono a lavorare insieme. Sam Zemurray aveva chiesto un appuntamento a Bernays, che lo ricevette nel suo piccolo ufficio di allora, nel cuore di Manhattan. È probabile che di primo acchito l’omaccione enorme e mal vestito, senza cravatta, con la barba incolta, la giacca scolorita e gli stivali da contadino non abbia fatto una grande impressione al Bernays dall’abito elegante, l’eloquio ricercato, i profumi Yardley e i modi aristocratici.
Titolo: Tempi duri
Autore: Mario Vargas Llosa
Traduzione: Federica Niola
Titolo originale: Tiempos recios
Casa editrice: Einaudi
Quarta di copertina / Trama
Può una fake news segnare il destino di un continente? È quello di cui sono convinti un industriale ricco di denaro e appoggi politici e un pubblicitario senza scrupoli. Insieme daranno il via agli avvenimenti che nel 1954 porteranno a un colpo di stato in Guatemala appoggiato dalla Cia. Ma se sul palcoscenico della Storia sale lei, Marta, eccentrica e bellissima appassionata di politici in generale e di dittatori in particolare, capiamo che tutto può succedere, anche quando pensiamo di sapere già come andrà a finire.
Nel 1954 la United Fruit Company – la futura Chiquita – è un’azienda fiorente: è riuscita a introdurre le banane nella dieta di tutto il mondo sfruttando per anni le terre e i contadini dell’America Centrale grazie alla complicità di dittatori corrotti. Ma da quando il governo guatemalteco cerca di mettere in atto una riforma agraria, il magnate delle banane Zemurray si sente minacciato. Che fare? Basta rivolgersi a un esperto di relazioni pubbliche per far sí che i fatti vengano travisati da qualche stimato giornalista. In breve tempo si diffonde la notizia – una fake news ante litteram – che in America Latina la minaccia del comunismo è dietro l’angolo e che va stroncata sul nascere. E allora, per scongiurare il pericolo rosso, la Cia si affretta a organizzare un colpo di stato per deporre Jacobo Árbenz, forse un po’ ingenuo, ma sinceramente democratico, lontano anni luce dall’Unione Sovietica e dalla sua influenza… E al centro della storia, una donna, Marta, a cui l’autore attribuisce il ruolo piú importante: quello della testimone. Con questo romanzo Vargas Llosa torna alle atmosfere e ai personaggi che l’hanno reso grande. In Tempi duri (che non a caso ha piú di un punto di contatto e nome in comune con il suo classico La festa del Caprone), Vargas Llosa mescola la realtà storica con due finzioni: quella del romanziere, che qui crea alcuni dei personaggi piú memorabili dell’autore peruviano, e quella del potere e della propaganda. Accompagnando il lettore a perdersi in atmosfere e «favole» che non sembrano poi cosí lontane dal clima politico di oggi, in cui l’opinione pubblica è piú interessata a una «bella storia» che alla verità.
(Ed.Einaudi)
Indice cronologico opere e bibliografia di Mario Vargas Llosa