Incipit Tutti i morti hanno la stessa pelle
Non c’erano molti clienti, quella sera, e l’orchestra suonava moscio, come sempre in quei casi. Per me faceva lo stesso. Meno ne venivano, meglio era. Avere tutte le sere una mezza dozzina di tipi da sbatter fuori più o meno elegantemente, alla lunga finiva per diventare faticoso. All’inizio, mi piaceva.
Incipit tratto da :
Mi piaceva: godevo a riempirli di botte, quei porconi. Ma dopo cinque anni di quello sport cominciavo ad averne abbastanza. Cinque anni passati senza che nessuno sospettasse, dico nessuno, che un sangue misto, un uomo di colore, gli spaccasse la faccia tutte le sere. Sì, all’inizio m’eccitava. E le donne, quelle schifezze piene di whisky. Le schiaffavo in macchina con i loro stracci e le budella piene d’alcool. Tutte le sere, tutte le settimane. Per cinque anni.
Nick mi pagava molto bene per quel lavoro, perché ero di bella presenza e sapevo dargli il benservito senza storie e senza scandali. Mi facevo cento dollari a settimana.
Titolo: Tutti i morti hanno la stessa pelle
Autore: Boris Vian
Traduzione: Giulia Colace
Titolo originale: Les morts ont tous la même peau
Casa editrice: Marcos y Marcos
Quarta di copertina / Trama
Buttafuori in un locale notturno, Dan è un bianco nelle cui vene scorre sangue nero. Vive, parrebbe, solo per il figlio e la moglie Sheila, e tuttavia non si risparmia scappatelle con ragazze che rimorchia nella notte newyorkese. Il fratello Richard, spinto da antichi risentimenti e dal bisogno di denaro, minaccia Dan di spifferare alla moglie che è nero. Dan allora escogita un piano per eliminare il fratello coprendosi con un alibi perfetto. L’ingenuo Dan cerca di farsi giustizia seguendo una propria idea assurda, in un mondo che lo stringe in un gorgo micidiale.