Perché dollari? – Marco Vichi

Incipit Perché dollari – Marco Vichi

Incipit Perché dollari?

 Firenze, novembre 1957

Il dottore Diotivede stava osservando al microscopio un lembo di tessuto intestinale di una sessantenne, morta per sospetto avvelenamento. Era molto concentrato. L’odore di cadavere stagnava in un angolo del laboratorio, ma lui non lo sentiva. Girava le rotelle e osservava i microorganismi che si davano alla pazza gioia. Il magistrato aspettava con urgenza questi risultati, e lui era in ritardo. Sentì aprire la porta, poi dei passi che si avvicinavano.
«Dev’essere uno spettacolo molto interessante…» disse il commissario Bordelli.
«Se tu vedessi una bistecca con questo attrezzo non la mangeresti più» disse Diotivede, senza alzare la testa dal microscopio.

Incipit tratto da:
Titolo: Perché dollari?
Autore: Marco Vichi
Casa editrice: Guanda
Qui è possibile leggere le prime pagine di Perché dollari?

Perché dollari - Marco Vichi

Cronologia opere, libri, biografia di Marco Vichi su Incipitmania

Quarta di copertina / Trama

Nel 1957 il commissario Bordelli, in un novembre più malinconico del solito, con la testa piena di immagini delle donne amate e perdute, deve affrontare il suo caso più singolare e sorprendente. Più che un’indagine, un’avventura ai limiti della legalità.
Un giorno una lettera anonima lo attira sulle colline intorno a Firenze e Bordelli si trova coinvolto in un oscuro intrigo, di cui è difficile decifrare i contorni. Una sfida strana, forte, che costringerà il commissario a trovare soluzioni fino a quel momento per lui impensabili… Sullo sfondo, il ritratto di un’Italia ambigua, di luoghi in cui vivere sembra semplice purché non si abbia il coraggio, o la necessità, di guardare oltre l’apparenza delle cose.
Diversi i protagonisti delle altre storie. Un torturatore fascista responsabile di note efferatezze – tra cui una, imperdonabile, ai danni di un umanissimo, meraviglioso libraio – viene riconosciuto e inseguito per le strade di Firenze. Un impiegato modello, un uomo mite e fedele, di una precisione quasi assurda, subisce un’assurda accusa di furto e finisce per essere travolto dagli ingranaggi di una giustizia sempre meno giusta. E, più vicino ai nostri anni, un poliziotto e un giovane spacciatore stabiliscono un rapporto duro e commovente, con un intenso finale su una spiaggia solitaria, di fronte al mare.
Quattro ottimi noir dove Marco Vichi continua a scavare nella memoria della storia più recente, così spesso citata e, invece, troppe volte dimenticata.
(Ed. Guanda; Narratori della Fenice)

Perché dollari? Audiolibro Vichi

Il nuovo venuto – Marco Vichi

Incipit Il nuovo venuto – Marco Vichi

Incipit Il nuovo venuto

Il brigadiere Baragli era sdraiato nel letto più vicino alla finestra, con un tubicino infilato nel braccio. Guardava fuori. Dietro gli edifici dell’ospedale intravedeva le colline di Careggi, ricoperte di alberi. Il ciclo era increspato di nuvole bianche, sembrava un gregge di pecore. Stando ai vecchi detti entro un paio d’ore avrebbe piovuto a dirotto.
Baragli aveva la faccia sudata, ed era molto pallido. In pochi giorni era dimagrito almeno cinque chili. Non si era ancora accorto di avere visite. Bordelli accostò la sedia al letto e si aprì la giacca. Nella stanza faceva molto caldo. « Come va, Oreste? »
« Commissario, non l’avevo vista. Mia moglie è andata via da poco. »
« L’ho incrociata giù. Quando ti rimandano a casa? » chiese Bordelli, fingendo di non sapere che i medici lo davano per spacciato.

Incipit tratto da:
Titolo: Il nuovo venuto
Autore: Marco Vichi
Casa editrice: Guanda
Qui è possibile leggere le prime pagine di Il nuovo venuto

Il nuovo venuto - Marco Vichi

Cronologia opere, libri, biografia di Marco Vichi su Incipitmania

Quarta di copertina / Trama

Firenze, dicembre 1965. Un uomo viene trovato ucciso nella sua abitazione: l’assassino gli ha conficcato un paio di forbici nella nuca. Del morto si conosce la professione, redditizia quanto disgustosa: era un usuraio e la gente, quasi a segnalarne l’estraneità, lo chiamava ‘il nuovo venuto’. Da un primo sopralluogo non emergono indizi significativi; Il commissario Borde!li, chiamato a far luce su un delitto che suscita in lui sentimenti contrastanti – il bisogno di far giustizia ma anche una profonda ostilità per la vittima – si appresta a iniziare un’indagine quanto mai ardua… Nel frattempo l’agente Piras è tornato a casa, in Sardegna, per una lunga convalescenza dovuta a una brutta ferita riportata durante una sparatoria. Le sue giornate sono scandite da una noiosa ripetitività, fino al giorno in cui, del tutto inaspettatamente, anche lui si ritrova coinvolto in un caso che ha tutta l’aria del vero e proprio rompicapo. Arrivato al terzo appuntamento con il commissario bordelli, Marco Vichi ci restituisce un personaggio vitale, con le sue abitudini, i suoi umori, la sua risentita umanità, sullo sfondo di una vicenda tanto sinistra quanto rivelatrice di una precisa realtà italiana.
(Ed. Guanda; Narratori della Fenice)

Il nuovo venuto Audiolibro Vichi

Una brutta faccenda – Marco Vichi

Incipit Una brutta faccenda – Marco Vichi

Incipit Una brutta faccenda

Alle nove di sera un omuncolo cencioso alto come un bambino entrò col fiato grosso nel portone della questura. Si appiccicò al vetro urlando con educazione che voleva parlare con il commissario. Da dentro Mugnai gli disse di stare calmo e gli domandò di quale commissario parlasse. Il nano schiacciò una mano sporca sul vetro e urlò:
«Il commissario Bordelli!», come se Bordelli fosse l’unico commissario possibile.
«E se non ci fosse?» disse Mugnai.
«Ho visto il Maggiolino» fece il nano. Alla fine gli aprirono. Mugnai fece un cenno al collega Taddei, un tipo grosso con gli occhi da bue arrivato da poco. Taddei si alzò a fatica dalla sedia e seguito dal nano s’incamminò su per le scale. In fondo al lungo corridoio del primo piano si fermò davanti alla porta del commissario Bordelli.
«Aspetta qui» disse, lanciando un’occhiata alle scarpacce del nano, sporche di fango e ripulite alla meglio. Poi bussò, sparì dietro la porta e tornò dopo qualche secondo.
«Vai pure» disse. L’omuncolo s’infilò dentro di corsa e Taddei senti la voce di Bordelli che diceva:
«Casimiro, che cavolo ci fai qui?» Poi la porta si richiuse di colpo. L’agente non si fidava, si grattò la testa e bussò di nuovo. Si affacciò con rispetto.
«Bisogno di nulla, commissario?»
«Nulla grazie, vai pure.»

Incipit tratto da:
Titolo: Una brutta faccenda
Autore: Marco Vichi
Casa editrice: Guanda
Qui è possibile leggere le prime pagine di Una brutta faccenda

Una brutta faccenda - Marco Vichi

Cronologia opere, libri, biografia di Marco Vichi su Incipitmania

Quarta di copertina / Trama

Ancora un caso per il commissario Bordelli, e questa volta è davvero una brutta faccenda. Siamo nell’aprile del ’64, ma la primavera non si decide proprio ad arrivare. Firenze è coperta da un cielo grigio e umido, un cielo triste che non annuncia niente di buono. Così come niente di buono annuncia l’arrivo in commissariato di un ometto piccolo piccolo che, con l’aria allarmata, chiede insistentemente di essere accompagnato da Bordelli. È Casimiro, il suo amico nano, che ha appena scoperto il cadavere di un uomo in un campo sopra Fiesole. Bordelli si precipita sul luogo del delitto, ma del corpo nessuna traccia. Trova solo una bottiglia di un cognac francese e un cane che cerca di azzannarlo.
Passano solo pochi giorni quando, tra i cespugli del Parco del Ventaglio, viene trovato il corpo senza vita di una bambina. Sul collo ci sono i segni di uno strangolamento e sulla pancia quelli di un brutto morso.
La pioggia continua a cadere su Firenze quando una telefonata annuncia che è stato rinvenuto un altro corpo, di nuovo una bambina, ancora un assurdo omicidio con quel morso che sembra quasi una macabra firma. E anche questa volta non c’è una traccia, un sospetto, un indizio, nulla che lasci intravedere la faccia del mostro. E inoltre Casimiro sembra svanito senza lasciare tracce come quel primo, misterioso cadavere. Davvero una brutta faccenda per il commissario Bordelli e per la sua squadra, gli agenti Piras e Mugnai e il medico legale Diotivede: una faccenda che sembra destinata a diventare un incubo senza fine, nero come il cielo di Firenze.
(Ed. Guanda; Narratori della Fenice)

Una brutta faccenda Audiolibro Vichi