Il fucile da caccia – Inoue Yasushi

Incipit Il Fucile Da Caccia

Ho pubblicato di recente sulla rivista «L’amico del cacciatore», il modesto bollettino dell’Associazione venatoria giapponese, una poesia dal titolo Il fucile da caccia. Ciò potrebbe dare l’impressione che io abbia qualche interesse per la caccia, ma sono stato educato da una madre che aveva in odio l’uccisione di esseri viventi, e in vita mia non ho mai preso in mano nemmeno un fucile ad aria compressa. Il fatto è che a dirigere questa rivista è un mio compagno dei tempi del liceo, ed è stato lui, forse spinto da un impulso improvviso, o magari anche nel cortese intento di riparare a un lungo silenzio, a chiedermi una poesia.[…]

Incipit tratto da:
Titolo: Il fucile da caccia
Autore: Inoue Yasushi
Traduzione: Giorgio Amitrano
Titolo originale: Ryoju
Casa editrice: Adelphi
Il fucile da caccia-I. Yasushi

Quarta di copertina / Trama

Quando, nel 1949, il critico d’arte e poeta Inoue Yasushi pubblica il suo primo romanzo, Il fucile da caccia, ha già quarantadue anni. Ma tutti, da subito, capiscono di trovarsi di fronte a uno scrittore importante. E sebbene le numerose opere successive non abbiano fatto che confermare questa impressione, nessuna di esse ha mai eguagliato la folgorante perfezione della prima: qui, infatti, Inoue (che in seguito scriverà libri ben più corposi) trova nella brevità una misura ideale; e nell’oscillazione fra il detto e il non detto raggiunge un miracoloso equilibrio narrativo. Un equilibrio impervio come il gioco amoroso che tiene legati i destini dei quattro personaggi, un uomo e tre donne, e che, pur appeso a un filo sottilissimo, li accompagna nel corso degli anni senza mai ledere la calma ritualità delle loro esistenze. E tuttavia il romanzo è attraversato da una tensione costante, da una rabbia sorda e trattenuta che non esplode neanche alla fine, quando ogni menzogna è stata svelata, ogni passione consumata, e a regnare è la consapevolezza che ogni essere è abitato da una vita segreta, inavvicinabile.
(Ed. Adelphi)