Ciotole di riso – Banana Yoshimoto

Incipit Ciotole di riso - Banana Yoshimoto

Incipit Ciotole di riso. Le strane storie di Fukiage 2

“Gestire un ristorante è un lavoro meraviglioso, ma ha un che di ingrato, come tutte le attività che hanno a che fare con i tre grandi desideri umani, questo diceva sempre mia nonna. Le sue parole mi sono rimaste impresse e di tanto in tanto me la fanno tornare in mente. La sua figura di spalle, il nodo del grembiule e le padelle allineate con cura, e poi la sua espressione grave.
Il suo ristorante taiwanese andava a gonfie vele, era sempre pieno. Le piaceva quella confusione, ci sguazzava, ci si im­mergeva fino a perdersi. Anche se preparava sempre gli stessi piatti, non era mai veramente soddisfatta. Quando otteneva il sapore cui aveva mirato si diceva tutta orgogliosa: ‘Ecco’. Ma nelle rare occasioni in cui non si sentiva bene e cucinare la stremava, tutto ciò di cui fino a un momento prima era andata fiera si trasformava improvvisamente in un incubo, un eterno ritorno infernale. I clienti che si accalcavano davanti al suo ristorante, le persone che formavano lunghe file all’ora di pranzo le sembravano come vittime di una carestia. Nei loro volti non leggeva più l’entusiasmo, ma una minaccia, si sentiva trafitta da quegli sguardi e ne era terrorizzata. Ma credo che in fondo mia nonna fosse solo negata a trattare con i clienti, un po’ come tutti gli artigiani.”
Il guardiano mi fece questo racconto spaventoso, e anche piuttosto condivisibile, tutto d’un fiato.
Le parole scivolavano via come sottilissimi spaghetti in brodo.

Incipit tratto da:
Titolo: Ciotole di riso. Le strane storie di Fukiage 2
Autrice: Banana Yoshimoto
Traduzione: Gala Maria Follaco
Titolo originale: 吹上奇譚 第二話 どんぶり
Casa editrice: Feltrinelli
In copertina: illustrazione di Elisa Menini
Qui è possibile leggere le prime pagine di Ciotole di riso

Ciotole di riso - Banana Yoshimoto

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La strana convivenza tra Mimi, Kodachi, la madre e Isamu procede tra dubbi e preziosi momenti di complicità, finché una morte e un temporaneo ritorno in vita turbano la quiete di Mimi.
Intanto la mamma si dedica alla preparazione di manicaretti capaci di infondere serenità e pace negli animi tormentati di chiunque li mangi, ma cosa nasconde questa sua nuova passione, o forse ossessione?
Continua il viaggio che da Fukiage attraversa mondi e tempi alla ricerca del senso profondo della famiglia, dell’amore, della vita e della morte.
(Feltrinelli; Narratori)

Le strane storie di Fukiage – Banana Yoshimoto

Incipit Le strane storie di Fukiage - Banana Yoshimoto

Incipit Le strane storie di Fukiage. Mimi e Kodachi

“Fukiage è un luogo particolare, una specie di isola remota circondata dal mare e dalle montagne su cui si raccontano storie misteriose. In qualche modo si intuisce quali di queste siano vere, e da adulta mi sono resa conto che le persone fanno di tutto per renderle credibili. Solo andando via da qui ho scoperto che posto eccentrico sia.
Parlare di Fukiage vuol dire richiamare alla mente brutti ricordi della mia famiglia, perciò finora ho sempre cercato di ritardare questo momento, e anche con mia sorella, che se n’è andata insieme a me, non sono mai riuscita a parlarne.
La scorsa settimana mia sorella è ritornata qui da sola e da allora non ho più sue notizie.
Il mio istinto, che raramente sbaglia, mi dice che lei è sana e salva. Io però sono un po’ preoccupata. Mia sorella è sempre stata alquanto sprovveduta.
Sta bene? Non ha delle indicazioni da cui partire per cercarla? Non voglio perderla. Vorrei che non fosse mai andata via, continuo a prendermela con me stessa per averla lasciata da sola e non riesco più a vivere come prima.
In situazioni come questa mi faccio prendere dal panico e non capisco più niente. Posso pagarla solo per un breve consulto, ecco perché le sto facendo una domanda dopo l’altra, mi perdoni.”

Incipit tratto da:
Titolo: Le strane storie di Fukiage. Mimi e Kodachi
Autore: Banana Yoshimoto
Traduzione: Gala Maria Follaco
Titolo originale: 吹上奇譚 第一話 ミミとこだち
Casa editrice: Feltrinelli
In copertina: illustrazione di Elisa Menini
Qui è possibile leggere le prime pagine di Le strane storie di Fukiage

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Mimi e Kodachi sono due sorelle gemelle cresciute nella cittadina di Fukiage. Allevate da una coppia di amici dei genitori perché in un incidente stradale il padre è rimasto ucciso e la madre giace tuttora in coma, compiuti i diciotto anni decidono di trasferirsi a Tōkyō, dove vivono una vita tranquilla, ciascuna intenta a inseguire le proprie inclinazioni. All’improvviso, però, Kodachi svanisce nel nulla. Mimi va a cercarla e torna a Fukiage, dove incontra personaggi misteriosi e scopre verità e leggende bizzarre sulla propria famiglia e su se stessa. Dove è finita Kodachi? Ritornerà? Si risveglierà la loro mamma? Una storia di amore e di sofferenza, di solitudine e spaesamento. Una riflessione sui sentimenti e sulla necessità di innescare il cambiamento che può trasformarci nella versione migliore di noi stessi.
“Fukiage è un luogo particolare, una specie di isola remota circondata dal mare e dalle montagne su cui si raccontano storie misteriose. In qualche modo si intuisce quali di queste siano vere, e da adulta mi sono resa conto che le persone fanno di tutto per renderle credibili. Solo andando via da qui ho scoperto che posto eccentrico sia.”
(Ed. Feltrinelli ; Narratori)

Le strane storie di Fukiage - Audiolibro - Yoshimoto

Su un letto di fiori – Banana Yoshimoto

Incipit Su un letto di fiori - Banana Yoshimoto

Incipit Su un letto di fiori

Mi hanno trovata su una spiaggia, tra le alghe. Appena nata. Qualcuno aveva adagiato una coperta variopinta sopra gli strati di alghe e mi aveva posato lì, proprio nel mezzo. Anche se non ne ho memoria, deve essere per questo che vedere il mare in primavera suscita in me una certa nostalgia.
È come un ricordo vago, una forma di bellezza, la dolcezza di uno sguardo, e poi paura, una presenza minacciosa. A turno vigilano su di me, che sono ancora una neonata.
Di tanto in tanto torna anche la sensazione di essere fasciata in una materia elastica e morbida (quella penso che sia piuttosto la memoria fisica, sepolta da qualche parte dentro di me, delle alghe fresche. Infatti ho l’abitudine di giungere le mani e rendere grazie sottovoce ogni volta che mangio le alghe wakame. E nelle notti più tristi mi addormento sgranocchiando wakame essiccate. Al risveglio, quando i pezzetti di alga hanno rilasciato nella mia bocca il profumo del mare, tutto è passato. La tristezza è stata assorbita dalle alghe).

Incipit tratto da:
Titolo: Su un letto di fiori
Autrice: Banana Yoshimoto
Traduzione: Gala Maria Follaco
Titolo originale traslitterato: Hanano beddo de hirune shite
In copertina: © Hideaki Hamada
Casa editrice: Feltrinelli
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Miki è stata trovata da neonata su un soffice letto di alghe in riva al mare, e da quel momento la sua vita è stata all’insegna dell’amore. Soprattutto quello degli ¯Ohira, la famiglia che l’ha adottata, composta da personaggi più o meno bizzarri che gestiscono un bed & breakfast in una cittadina a strapiombo sull’oceano. Miki è una ragazza così felice da sembrare quasi sciocca, ma non le importa perché ha tutto ciò che si possa desiderare.
La sua quiete è però turbata da alcuni episodi inquietanti che non sa spiegare: una strana signora che si aggira intorno alla loro casa, sassi misteriosi comparsi nel vialetto, mucchietti di ossa spuntati nel giardino del palazzo accanto.
Insieme alla sua famiglia e all’amico Nomura, Miki imparerà che la vita è più grande di quanto pensasse, che il mondo è ricco di misteri e meraviglie, e scoprirà che l’amore, come l’odio, può essere il motore di storie inattese.
Un piccolo paese a strapiombo sul mare, una neonata trovata su una spiaggia e il mistero della felicità.
(Ed. Feltrinelli)