L’abito di piume – Banana Yoshimoto

Incipit L’abito di piume - Banana Yoshimoto

Incipit L’abito di piume

Il mio paese sembrava esistere aggrappato ai lembi di terra risparmiati da un fiume. D’estate era un luogo abbastanza fresco, d’inverno invece faceva freddo e, sulle montagne vicine, nevicava molto.
Il grande corso d’acqua che lo spezzava a metà aveva un’infinità di diramazioni che lo attraversavano in lungo e in largo come una ragnatela. Piccoli torrenti che, di notte, brillavano nel buio come dei fili bagnati.
Nelle tenebre, ovunque si camminasse, il fragore del fiume sembrava seguirti. I numerosi ponti e ponticelli dettavano una specie di ritmo e ponevano delle pause all’interno di quel panorama fluviale. Le persone erano infatti costrette a fermarsi e a confrontarsi con l’acqua.

Incipit tratto da:
Titolo: L’abito di piume
Autrice: Banana Yoshimoto
Traduzione: Alessandro Giovanni Gerevini
Titolo originale: Hagoromo
Casa editrice: Feltrinelli
Qui è possibile leggere le prime pagine di L’abito di piume

L’abito di piume - Banana Yoshimoto

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Quarta di copertina / Trama

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Hotaru torna nel paese natale, un piccolo borgo tranquillo attraversato da un fiume, per dimenticare le sue pene d’amore. Era andata ad abitare a Tokyo e, per otto anni, aveva vissuto una relazione sentimentale con un uomo sposato, un fotografo sempre impegnato nel lavoro che inaspettatamente l’abbandona. Il ritorno di Hotaru è un ritorno all’infanzia, un modo per ritrovare pace e serenità tra gli amici, e l’affetto della nonna. La madre è morta e il padre, un famoso psicologo, è in viaggio in California. Hotaru trascorre le giornate aiutando la nonna nel suo caffè dall’atmosfera intima e familiare. Rivede luoghi e persone del passato, soprattutto la sua vecchia amica Rumi, dotata di una speciale capacità di intuire ciò che si nasconde nell’animo delle persone. Un giorno, dopo una passeggiata lungo le sponde del fiume, Hotaru incontra Mitsuru, un ragazzo che le lascia una strana sensazione di déjà vu. È convinta di averlo già conosciuto da qualche parte, senza però riuscire a ricordare dove e quando. Risolverà l’enigma grazie all’aiuto di sua nonna e della madre di Mitsuru, scoprendo un evento misterioso e dal forte impatto emotivo. Il titolo originale del romanzo, Hagoromo (letteralmente “abito di piume”), indica un particolare tipo di kimono leggerissimo che le tennyo, figure mitologiche dalle sembianze di donne-angelo, indossano per volare tra il mondo terreno e l’aldilà. Guarita dal dolore, Hotaru può indossare il suo “abito di piume” per librarsi in volo verso la vita, rinfrancata e “leggera”, riappropriandosi finalmente della sua gioventù e dei suoi sentimenti.
Un romanzo struggente e salvifico che riesce a trasmettere un forte senso di speranza nel futuro.
(Ed. Feltrinelli; Universale Economica)

L’abito di piume - Audiolibro - Yoshimoto

Lucertola – Banana Yoshimoto

Incipit Lucertola - Banana Yoshimoto

Incipit Lucertola

Una volta mi accadde di incontrare, su un treno della metropolitana, una persona davvero straordinaria. È una storia di tanto tempo fà, ma il ricordo è ancora vivido.

Incipit tratto da:
Titolo: Lucertola
Autrice: Banana Yoshimoto
Traduzione: Giorgio Amitrano
Titolo originale: Tokage
Casa editrice: Feltrinelli
Qui è possibile leggere le prime pagine di Lucertola

Lucertola - Banana Yoshimoto

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Sei bozzoli di preziosa seta esistenziale. Sei fili tesi dal destino. Sei racconti tessuti in una Tokyo sfolgorante di luci notturne e pulsante di vita. Tutti feriti, chi da un trauma infantile, chi da un abbandono, chi da una storia d’amore tormentata, i protagonisti si sono chiusi in un guscio che li protegge ma insieme li separa dal mondo. Le loro esistenze sembrerebbero destinate a scorrere per sempre senza direzione, senza senso, senza sorprese, quando, improvvisa, si manifesta una possibilità di cambiamento radicale, la speranza di un rivolgimento. Ed ecco che sensazioni dimenticate si affacciano di nuovo limpide alla memoria, rimettendo in moto la ruota del tempo, della vita.
Lo sguardo di banana Yoshimoto, innocente e implacabile come una divinità infantile, si posa sui suoi enigmatici personaggi per raccontare il disagio, l’angoscia, la liberazione, traducendoli in quel suo stile acerbo e sapiente che ne ha fatto in pochi anni una scrittrice amata in tutto il mondo.
Al mattino la superficie del fiume splende come se migliaia e migliaia di fogli d’oro stropicciati scorressero sull’acqua. La luce che scintillava dentro di me era altrettanto radiosa. E per un momento pensai che forse era quella che gli antichi chiamavano speranza.
(Ed.Feltrinelli; Universale Economica)

Lucertola - Audiolibro - Yoshimoto

L’ultima amante di Hachiko – Banana Yoshimoto

Incipit L'ultima amante di Hachiko - Banana Yoshimoto

Incipit L’ultima amante di Hachiko

Non che odiassi particolarmente la vita, eppure la visuale che si rifletteva nei miei occhi era sempre lontana e sfumata come in un sogno. Percepivo le cose in modo innaturale, estremamente vicine o remote.
In quel periodo, l’unica persona che nel mio mondo riuscisse a vedere a colori, l’unica che parlasse una lingua che le mie orecchie erano in grado di decifrare senza fatica, era Hachi.
Pertanto, i momenti che trascorrevo in sua compagnia nell’arco della giornata erano anche gli unici in cui riuscivo a stare con me stessa.
Si trattava di rendez-vous tristi e brevi, ma che erano anche germogli in cui si celava ogni cosa.
Per crescere alla svelta, in un modo così libero da apparire voluttuoso, diretta verso la luce del sole.

Incipit tratto da:
Titolo: L’ultima amante di Hachiko
Autrice: Banana Yoshimoto
Traduzione: Alessandro Giovanni Gerevini
Titolo originale: Hachiko no siago no koibito
Casa editrice: Feltrinelli
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L'ultima amante di Hachiko - Banana Yoshimoto

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Il Giappone delle sette religiose, l’India dell’ascesi e della pace interiore, il richiamo dell’Italia, terra di artisti. Sono questi gli elementi decisivi che fanno da sfondo alla delicata educazione sentimentale narrata da Banana Yoshimoto in questo onirico e toccante romanzo di formazione. Mao è una ragazzina che vive in una comunità religiosa sorta attorno alla carismatica figura della nonna veggente. Ma la setta, dopo la morte della fondatrice, si è trasformata in una disordinata accolita di esaltati paranoici. Mao, dotata di qualche potere sovrannaturale e di un singolare talento artistico, se ne allontana e va a vivere con Hachi, al quale la legano una profetica promessa e una passione smemorante. Hachi, però, ha deciso di tornare nel suo paese di adozione, l’India, per un ritiro spirituale destinato a durare tutta una vita. L’inevitabile fine della storia d’amore, e forse della giovinezza, è siglata dal sogno di un appuntamento (l’ultimo) davanti alla celebre statua del cagnolino Hachiko e dall’albeggiare di una rinnovata percezione dell’esistenza e di un più maturo equilibrio.
(Ed. Feltrinelli; Universale Economica)