Il giorno del rimorso – Colin Dexter

Incipit Il giorno del rimorso

A parte Wagner (ovviamente) e a parte i brani per clarinetto di Mozart, Schubert era uno della ristretta rosa di compositori che a volte riuscivano a portarlo sull’orlo delle lacrime. E mercoledì 15 luglio 1998 capitò che fosse il turno di Schubert. Terminata la puntata degli Archers, l’ispettore capo Morse era in pantofole a casa sua, a North Oxford e, per così dire «tranquillo a Sion», si preparava a gustare una serata di Lieder su Radio 3 e un bicchiere con una dose generosa di pallido Glenfiddich. E perché no? Si era preso qualche giorno di vacanza e, contro ogni aspettativa, fino a quel momento la pausa si era rivelata gradevole.
Morse non si era mai unito alla schiera delle anime davvero avventurose che vivono con la valigia pronta, poiché non aveva mai avuto la tentazione di esplorare gli angoli più remoti neppure della sua terra natia; ciò era principalmente dovuto al fatto che non gli riusciva di immaginare un luogo più vicino al suo cuore di Oxford – città che, anche se non gli aveva dato i natali, per così tanti anni era stata per lui un’amorevole madre adottiva. Quanto a recarsi all’estero, da molto tempo erano ormai svaniti i suoi sogni giovanili di vagare sulle dune intorno a Samarcanda e un’inveterata paura di volare gli impediva di prenotarsi un volo per Bayreuth, Salisburgo o Vienna – la triade di città che talvolta pensava sarebbe stato bello visitare.
Vienna…

Incipit tratto da:
Titolo: Il giorno del rimorso
Autore: Colin Dexter
Traduzione: Luisa Nera
Titolo originale: The Remorseful Day
Casa editrice: Sellerio

Libri di Colin Dexter

Copertine di Il giorno del rimorso di Colin Dexter

Incipit The Remorseful Day

Apart (of course) from Wagner, apart from Mozart’s compositions for the
clarinet, Schubert was one of the select composers who could
occasionally transport him to the frontier of tears. And it was
Schubert’s turn in the early evening of Wednesday, July 15, 1998,
when–The Archers over–a bedroom-slippered Chief Inspector Morse was to
be found in his North Oxford bachelor flat, sitting at his ease in Zion
and listening to a Lieder recital on Radio 3, an amply filled tumbler of
pale Glenfiddich beside him. And why not? He was on a few days’ furlough
that had so far proved quite unexpectedly pleasurable.
Morse had never enrolled in the itchy-footed regiment of truly
adventurous souls, feeling (as he did) little temptation to explore the
remoter corners even of his native land, and this principally because he
could now imagine few if any places closer to his heart than Oxford–the
city which, though not his natural mother, had for so many years
performed the duties of a loving foster parent. As for foreign travel,
long faded were his boyhood dreams that roamed the sands round
Samarkand; and a lifelong pterophobia still precluded any airline
bookings to Bayreuth, Salzburg, Vienna–the trio of cities he sometimes
thought he ought to see.
Vienna . . .

Incipit tratto da:
Title: The Remorseful Day
Author: Colin Dexter
Publisher: Penguin
Language: English

Quarta di copertina / Trama

Nuda, imbavagliata, con le manette ai polsi, una donna viene ritrovata cadavere nella camera da letto della sua villa nei dintorni di Oxford. Era una signora, ricca, infermiera di ottima reputazione professionale, il marito banchiere, due giovani figli con buoni lavori. Di lei, nel villaggio pittoresco dove abitava, si parla, con sentimenti variabili dal desiderio allo scandalo, come di una donna seducente e dalle molte avventure.
In realtà è un cold case, archiviato un anno prima, che il sovrintendente Strange vuole riaprire per via di due telefonate anonime appena ricevute. È strana l’ambigua insistenza di Strange che, da un lato, preme per riavviare la macchina investigativa e, dall’altro, pur avendo tutto il peso dell’autorità, esita a obbligare l’ispettore capo Morse a fare il suo dovere. Altrettanto strano è il contegno di Morse: non ubbidisce al capo però, in segreto, conduce una sua indagine. Quando poi altre morti si aggiungono a quella della bella signora, Morse – con il fedele Lewis che da tempo scalpita e si interroga su quello che sta succedendo – finalmente si mette al lavoro. Vari errori e false piste: il metodo di Morse non è trovare l’indizio e farlo diventare una prova schiacciante; lui cerca l’incrocio giusto, come nell’enigmistica di cui è infallibile cultore. Ma le verdi colline attorno alla città dell’Università più rinomata, i paesini d’incanto, i pub secolari, le eleganti dimore, gli anziani eccentrici, che popolano la vecchia Inghilterra, non vogliono aprire gli scrigni dei loro segreti. Preferiscono che i loro odi, così come i loro amori, restino sepolti nella monotona tranquillità.
Nessuno come il grande Colin Dexter sa adattare il ritmo e lo stile del classico poliziesco all’inglese alla vita odierna: anzi l’immediata impressione che dà è che lo abbia inventato lui, lì per lì, con i suoi libri quel genere venerando. Un fascino avvincente che deriva, sì, dalla capacità di fondere antico e nuovo in enigmi complessi, dai personaggi scolpiti. Ma soprattutto dalla figura dell’ispettore capo Morse; un miscuglio di ironia, taccagneria, tenera ingenuità, intelligenza. È essenzialmente un malinconico, dominato da uno scetticismo inconsolabile, che Lewis – che lo adora – fa di tutto per lenire.
«Bisogna muoversi con delicatezza, per evitare di schiacciare i sogni altrui».
(Ed. Sellerio)

Pubblicato anche con il titolo: Sipario per l’ispettore Morse

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