La morte mi è vicina – Colin Dexter

Incipit La morte mi è vicina

Nelle proposizioni ipotetiche precedute
da «se» e riferite a un passato in cui
si pensa che le condizioni non si siano
realizzate, si utilizza il verbo al congiuntivo
piuccheperfetto sia nella protasi
che nell’apodosi.
Principi elementari di sintassi latina

Può forse sembrare inusuale iniziare una storia di omicidio facendo ripassare al lettore le regole delle proposizioni ipotetiche in una lingua che è incontrovertibilmente morta. Eppure in questo caso specifico tale scelta pare non del tutto impropria.
Se (se) l’ispettore capo Morse fosse stato nei paraggi e avesse potuto osservare il vestito della segretaria – una fantasia a triangoli irregolari azzurri, grigi e rossi – forse gli sarebbe venuta in mente l’uniforme indossata dalle hostess della British Airways. Ma è più probabile che non gli sarebbe venuta in mente affatto, poiché non aveva mai volato con quella compagnia. L’unico volo che aveva affrontato nel decennio precedente gli aveva provocato una tale preoccupazione per la sua sopravvivenza personale che aveva deciso in futuro di viaggiare solo con mezzi di trasporto (statisticamente) molto più rischiosi – l’auto, il pullman, il treno e il traghetto.
Tuttavia quasi di certo l’ispettore capo avrebbe notato, e approvato, la suddetta segretaria, perché era il tipo di donna che nello Yorkshire chiamano una «bonnie lass»: una donna vivace, dagli occhi scuri, le gambe lunghe e ben tornite; una donna che, a giudicare dalle mani ben curate e prive di anelli, non pubblicizzava apertamente alcun impegno coniugale, e che forse non avrebbe respinto un eventuale approccio da parte di un eventuale uomo.
Agganciata in alto a sinistra sull’abito variopinto, una targhetta rivelava il suo nome: «Dawn Charles».

Incipit tratto da:
Titolo: La morte mi è vicina
Autore: Colin Dexter
Traduzione: Luisa Nera
Titolo originale: Death Is Now My Neighbour
Casa editrice: Sellerio

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Copertine di La morte mi è vicina di Colin Dexter

Incipit Death Is Now My Neighbour

In hypothetical sentences introduced by if and referring to past time, where conditions are deemed to be unfulfilled, the verb will regularly be found in the pluperfect subjunctive, in both protasis and apodosis.
— Donet, Principles of Elementary Latin Syntax

It is perhaps unusual to begin a tale of murder with a reminder to the reader of the rules governing conditional sentences in a language that is incontrovertibly dead. In the present case, however, such a course appears not wholly inappropriate.
If (if) Chief Inspector Morse had been on hand to observe the receptionist’s dress — an irregularly triangled affair in blues, grays, and reds — he might have been reminded of the uniform issued to a British Airways stewardess. More probably, though, he might not, since he had never flown on British Airways. His only flight during the previous decade had occasioned so many fears concerning his personal survival that he had determined to restrict all future travel to those statistically far more precarious means of conveyance — the car, the coach, the train, and the steamer.
Yet almost certainly the Chief Inspector would have noted, with approval, the receptionist herself, for in Yorkshire she would have been reckoned a bonny lass: a vivacious, dark-eyed woman, long-legged and well-figured; a woman-judging from her ringless, well-manicured fingers — not overtly advertising any marital commitment, and not averse, perhaps, to the occasional overture from the occasional man.
Pinned at the top left of her colorful dress was a name tag: Dawn Charles.

Incipit tratto da:
Title: Death Is Now My Neighbour
Author: Colin Dexter
Publisher:
Language: English

Quarta di copertina / Trama

Un nuovo mistero tra le mani dell’ispettore Morse, una giovane, attraente donna è morta, uccisa con un colpo di pistola esploso attraverso la finestra del soggiorno di casa sua. Due indizi lo instradano inizialmente: un criptico messaggio che cela data, ora e luogo di un appuntamento, e una foto con uno sconosciuto dai capelli grigi.
«“Non mi ha ancora detto che cosa pensa di questo Owens, il vicino della donna assassinata”. “La morte ci è sempre vicina” disse Morse con espressione seria. “Ma adesso lasci perdere e pensi a guidare, Lewis”».
Una giovane, attraente donna è morta, uccisa con un colpo di pistola esploso attraverso la finestra del soggiorno di casa sua, una delle poche costruzioni di un breve viale in cui i vicini si conoscono tutti e sanno tutto di tutti. Due indizi instradano inizialmente l’ispettore capo Morse: un criptico messaggio che cela data, ora e luogo di un appuntamento, e una foto con uno sconosciuto dai capelli grigi. Un terzo indizio che si aggiunge in seguito appare più promettente: un possibile errore di percorso dell’assassino. Poiché tutto è vago e fuori posto in questo nuovo mistero tra le mani dell’ispettore della Thames Valley Police. Non sembra esserci un motivo solo per cui Rachel James, la vittima, sia stata eliminata. Il modo in cui è stato fatto è distorto e sproporzionato ma sembra quello di un professionista. L’indiziato numero uno manca del movente e i suoi tempi non si incastrano con quelli del delitto. I testimoni sono drammaticamente reticenti in quel breve viale, quasi un cortile, della morte. E tutto, soprattutto, sembra perdere i propri chiari contorni dentro la melassa di buone maniere, ipocrisie, complotti e trappole della upper class intellettuale di Oxford: il vecchio rettore di uno dei maggiori college sta, infatti, per «appendere la toga al chiodo» e deve essere eletto il suo successore, così le mogli, gli amici, le amanti e i sostenitori dei due candidati non si negano colpi micidiali. Che stia nascosta in quel nido di serpenti la verità?
Naturalmente, Morse alla prima non ci prende. Ma «quasi sempre la mente di Morse raggiungeva l’apice della creatività quando una delle sue ipotesi astruse e improvvisate veniva rasa al suolo». Inoltre sempre vigile a sostenerlo c’è il suo vice Lewis. Il rapporto tra i due è il motore dell’azione: Morse è un persecutore inventivo e malinconico, Lewis è paziente e dotato di un robustissimo principio di realtà.
Colin Dexter è il maestro del poliziesco inglese di stampo classico, cioè deduttivo. Alla tipicità del genere e alla caratteristica intelligenza dell’intrico, aggiunge un andamento del racconto fatto di ironie eleganti e sottintesi che rendono complice il lettore e lo divertono, il più delle volte alle spalle del principale bersaglio dell’umorismo dell’autore: la classe agiata e le sue maniere.
(Ed. Sellerio)

Pubblicato anche con il titolo: Il passo falso

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