Le figlie di Caino – Colin Dexter

Incipit Le figlie di Caino

Dal lunedì al venerdì a volte il postino arrivava prima che Julia Stevens uscisse per andare a scuola. A volte no.
Così Julia, alle 8,15 del mattino del 25 maggio, si attardò un poco ad aspettare presso la porta azzurro Oxford, all’ingresso principale della sua casetta – due camere, sala e servizi – nella zona orientale di Oxford. Del postino neanche l’ombra, ma di sicuro sarebbe arrivato qualcosa più tardi.
Ogni tanto si chiedeva se provasse ancora un po’ di amore per l’ex marito dal quale si era separata otto anni prima a causa delle sue molteplici infedeltà. E se l’era chiesto soprattutto quando, esattamente un anno prima, lui le aveva mandato quel biglietto – enorme e con un disegno a rose rosse di pessimo gusto – che le aveva fatto piacere e al contempo l’aveva rattristata più di quanto non volesse ammettere. Soprattutto la manciata di parole che lui vi aveva scritto: «Non dimenticare che abbiamo avuto anche dei bei momenti!».
Parole che, al limite, avrebbe dovuto dirgli lei.

Incipit tratto da:
Titolo: Le figlie di Caino
Autore: Colin Dexter
Traduzione: Luisa Nera
Titolo originale: The daughters of Cain
Casa editrice: Sellerio

Libri di Colin Dexter

Le figlie di Caino di Colin Dexter

Incipit The daughters of Cain

On Mondays to Fridays it was fifty-fifty whether the postman called before Julia Stevens left for school.
So, at 8:15 A.M. on May 25 she lingered awhile at the dark blue front door of her two-bedroomed terraced house in East Oxford. No sign of her postman yet; but he’d be bringing something a bit later.
Occasionally she wondered whether she still felt just a little love for the ex-husband she’d sued for divorce eight years previously for reasons of manifold infidelity. Especially had she so wondered when, exactly a year ago now, he’d sent her that card—a large, tasteless, red-rosed affair—which in a sad sort of way had pleased her more than she’d wanted to admit. Particularly those few words he’d written inside: “Don’t forget we had some good times too!”
If anyone, perhaps, shouldn’t she tell him?

Incipit tratto da:
Title: The daughters of Cain
Author: Colin Dexter
Publisher: Penguin Random House
Language: English

Indice cronologico opere e bibliografia di Colin Dexter

Quarta di copertina / Trama

Il professor Felix McClure, anziano professore universitario in pensione viene assassinato con un’unica violentissima pugnalata. La totale assenza di indizi non è un ostacolo per il bizzarro ispettore Morse che con il suo solito metodo inizia a congetturare astratte ipotesi una dopo l’altra finché, come sempre, non riuscirà a trovare la pista giusta.
Nella sua Oxford, l’ispettore capo Morse, con l’aiuto del sergente Lewis, viene incaricato di un caso il cui solo indizio è la totale assenza di indizi. Vittima di un assassinio commesso con un’unica violentissima pugnalata, il professor Felix McClure era un anziano, tranquillo signore, la cui esistenza era trascorsa tutta entro il cerchio rassicurante del college dove prima aveva studiato poi insegnato. La mancanza di tracce non è un ostacolo per il bizzarro, sconcertante Morse. Al contrario, lo stimola ad applicare il suo metodo favorito: congetturare astratte ipotesi, con un’intelligenza quasi provocatoria, che poi la verifica dei fatti smentirà una per una. «Quasi sempre Morse pigliava cantonate colossali e assurde all’inizio di ogni caso. Ma sembrava sempre in grado di concepire pensieri cui nessun altro era capace di arrivare». Intanto, grazie a questo l’indagine si è infiltrata in meandri che sarebbero rimasti invisibili senza quegli esercizi di immaginazione. Il vecchio suicidio incomprensibile di uno studente protetto da McClure; gli odi e i segreti familiari di un losco custode del college; gli amori mercenari del professore; la vita desolata di una insegnante generosa; un altro omicidio. Tante strade diverse da percorrere fino al loro ricongiungersi, che si inoltrano nel paesaggio della vita.
Morse è un personaggio che, romanzo dopo romanzo della serie, sembra di conoscere dal vivo, per quel suo essere contemporaneamente unico nella estrosità e umanissimo nelle fragilità (prima di tutto le occasioni tristemente perdute con le donne), per la sua ironia tagliente ma ingenua. Il suo segreto: cercare sempre di comprendere la tragicità esistenziale di cui parla ogni delitto.
(Ed. Sellerio)