Vicini alla terra – Silvia Ballestra

Incipit Vicini alla terra

L’ultima volta che siamo stati a Castelluccio era luglio, con la fioritura della piana al suo massimo splendore. Un incidente sulla Salaria poco dopo Acquasanta ci aveva costretto a fare marcia indietro e salire da Montegallo invece che da Arquata come al solito. Salire da Arquata era (è?, sarà?, sarà di nuovo?, non so più che tempo usare, nessuno sa quali saranno i tempi) più veloce: un tunnel e una strada relativamente nuova – la strada delle Tre Valli che dalla nostra parte mette in comunicazione la valle del Tronto con la Valnerina – e praticamente, dopo aver svoltato accanto all’albergo Regina Giovanna e aver attraversato la graziosa frazione di Pretare, sei già in quota.
Salire a Castelluccio è uno spettacolo scenografico di pascoli, panorami, montagne – catena del Gran Sasso e della Laga, borghi, boschi, il Vettore che si scopre superato qualche lieve tornante – ma quello che ti aspetta una volta varcata Forca di Presta vince su tutto.

Incipit tratto da:
Titolo: Vicini alla terra. Storie di animali e di uomini che non li dimenticano quando tutto trema
Autrice: Silvia Ballestra
Casa editrice: Giunti

Libri di Silvia Ballestra

Copertine di Vicini alla terra di Silvia Ballestra

Quarta di copertina / Trama

In queste pagine Silvia Ballestra compie un’impresa forte come l’urgenza con cui è nata, nei giorni in cui la terra ha cominciato a tremare: racconta un territorio ferito a partire dalle storie di salvataggio degli ultimi. I cani e gatti domestici recuperati nelle case distrutte, quelli selvatici, e tutti gli animali che contribuiscono con la loro mite presenza a tenere in vita le nostre campagne, l’Appennino: mucche, cavalli, pecore, galline che non possono essere abbandonati mentre, attorno, tutto viene giù. Dal terremoto di agosto alle scosse di ottobre, l’Ente nazionale protezione animali è stato sul campo accanto alle forze dell’ordine, con discrezione e dedizione. Veterinari e volontari sono arrivati in paesi crollati, dove non era rimasto nessuno se non creature vaganti o intrappolate. Animali smarriti, bisognosi di cure, sentinelle tristi di una terra sconvolta. Le loro storie semplici ma importanti si compongono in queste pagine come un reportage singolare, pieno di tristezza ma anche di stupore. Ci restituiscono l’immagine autentica di una terra che sembra quella cantata da San Francesco nel Cantico, battuta da “frate vento” e solcata da “sor’acqua”, coltivata “cum grande humilitate” e abitata da famiglie, anziani, allevatori che vivono in un rapporto silenzioso di cura e spesso di affetto con le creature animali. Una terra che va salvata e ricostruita senza dimenticarsi di nessuno dei suoi abitanti fieri e sfortunati. Quando lo sconforto sale e l’angoscia si stringe intorno al futuro, lo sguardo buono di un animale capace di affidarsi completamente ci ricorda che solo rimanendo uniti possiamo rialzarci, solo ripartendo dai più vicini alla terra riporteremo alla vita ciò che è stato distrutto.
(Ed. Giunti;

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