Romanzo teatrale – Michail A. Bulgakov

Incipit Romanzo teatrale - Michail Bulgakov

Incipit Romanzo teatrale

Avverto il lettore che non ho niente a che fare con la stesura di queste memorie, e che esse mi sono giunte in circostanze molto strane e tristi.
Proprio nel giorno del suicidio di Sergej Leontevic Maksudov, che ebbe luogo a Kiev nella primavera dell’anno scorso, ricevetti un grosso pacco e una lettera, speditimi tempestivamente dal suicida.
Nel pacco si trovavano queste memorie, mentre la lettera aveva un sorprendente contenuto.
Sergej Leont’evic dichiarava che, abbandonando la vita, mi regalava le sue memorie, purché io – suo unico amico
– le correggessi, vi apponessi il mio nome e le pubblicassi.
Desiderio strano, ma estremo desiderio di un morente!
Nel corso dell’anno cercai informazioni su eventuali parenti di Sergej Leont’evic. Invano! Nella lettera scritta prima di morire non aveva mentito: non gli era rimasto nessuno.
Perciò accetto il regalo.
Un’altra cosa: informo il lettore che il suicida non ebbe mai alcun rapporto né con la drammaturgia, né con i teatri, e rimase sempre quel che era: un insignificante collaboratore del giornale “Il messaggero della navigazione “, manifestandosi un’unica volta come narratore, ma senza successo.
Il romanzo di Sergej Leont’evic non fu pubblicato.
Perciò, le memorie di Maksudov sono il frutto della sua fantasia. Soffriva di quel male che porta il nome spiacevolissimo di “depressione”.

Incipit tratto da:
Titolo: Romanzo teatrale
Autore: Michail A. Bulgakov
Traduzione: Vera Dridso
Titolo originale traslitterato: Teatral’nyj roman
Casa editrice: BUR

Libri di Michail A. Bulgakov

Romanzo teatrale - Michail Bulgakov

Quarta di copertina / Trama

Opera drammatica e beffarda, amara e appassionata, Le memorie di un defunto, conosciuto per lunghi anni come Romanzo teatrale, fu scritto da Michail Bulgakov nel 1936, tre anni prima della sua morte. Ma per la spietata descrizione della vita degli intellettuali e degli artisti sotto Stalin, il libro poté essere pubblicato in Russia solo nel 1965.
Perfida e amarissima satira della vita del celebre Teatro dell’Arte di Mosca, fondato da Nemirovic-Dancenko e Stanislavskij, che è poi il vero “eroe comico” della narrazione, questo grande romanzo è anche l’ironica storia di una passione tradita, quella per il teatro che condurrà al suicidio un narratore dai tratti apertamente autobiografici.
Dal tormentato rapporto fra l’autore e il potere tratta l’ampliamento nella sua introduzione Milli Martinelli, che delinea anche un breve ritratto dalla vita degli intellettuali moscoviti negli anni Trenta.
(Ed. BUR)

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