Incipit Il visconte dimezzato
Qui è possibile leggere le prime pagine di Il visconte dimezzatoC’era una guerra contro i turchi. Il visconte Medardo di Terralba, mio zio, cavalcava per la pianura di Boemia diretto all’accampamento dei cristiani. Lo seguiva uno scudiero a nome Curzio.
Incipit tratto da:
Le cicogne volavano basse, in bianchi stormi, traversando l’aria opaca e ferma.
-Perché tante cicogne? – chiese Medardo a Curzio, – Dove volano?
Mio zio era nuovo arrivato, essendosi arruolato appena allora, per compiacere certi duchi nostri vicini impegnati in quella guerra. S’era munito d’un cavallo e d’uno scudiero all’ultimo castello in mano cristiana, e andava a presentarsi al quartiere imperiale.
-Volano ai campi di battaglia, – disse lo scudiero, tetro. -Ci accompagneranno per tutta la strada.
Titolo: Il visconte dimezzato
Autore: Italo Calvino
Casa editrice: Garzanti
Quarta di copertina / Trama
Il visconte dimezzato dà piena misura dell’umorismo fantastico di Calvino, della sua capacità di proiettare le proprie riflessioni su uno schermo multicolore. Intorno all’immagine di un uomo dimezzato – spaccato per il lungo da un colpo di cannone all’epoca delle guerre austro-turche – si sviluppa infatti una trama ricca di figure esemplari, atte a rappresentare i diversi tipi di menomazione intellettuale e morale a cui soggiace l’uomo contemporaneo; questa esemplificazione, però, non è che uno degli ingredienti dell’opera, e si intreccia con motivi propriamente fiabeschi. Elementi che eravamo abituati a considerare inconciliabili si fondono armonicamente in un tutto organico tale da comunicarci con cupezza o rassegnazione, ma un desiderio di integrità umana che sopravvive a ogni delusione.
Il romanzo si può leggere d’altronde prescindendo dai suoi possibili significati, gustando le avventure del visconte e del suo vivace nipotino, della balia Sebastiano e della pastorella Pamela, e del carpentiere Pietro chiodo e dell’eccentrico dottor Trelawney; gesti di crudeltà e buone azioni si susseguono senza posa, in un crescendo di sorprese. Certo , prima o poi ci accorgiamo che questa inverosimile storia ci riguarda da vicino, che la «fiaba» – come tutte le fiabe classiche – parla di noi.
(Ed. Garzanti; Letture per la scuola media)
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