Certi momenti – Andrea Camilleri

Una mattina di metà gennaio del 1942, entrando nel caffè Cuocolo, vidi alla cassa uno sconosciuto

Incipit Certi momenti

Una mattina di metà gennaio del 1942, entrando nel caffè Cuocolo, vidi alla cassa uno sconosciuto: era un ragazzo sicuramente più grande di me di due o tre anni, paffutello, grassoccio, biondiccio, con lenti spesse, ed era così intento a leggere un libro che sollevava appena gli occhi solo per il tempo necessario a incassare, dare il resto e bofonchiare un saluto. Incuriosito, feci in modo di scoprire che cosa stesse leggendo: si trattava di La porta stretta di André Gide. Rimasi assolutamente sorpreso: quanti eravamo in tutta la provincia di Agrigento a leggere Gide? Sì e no una dozzina scarsa. Non seppi trattenermi dal rivolgergli la parola: «Ti piace Gide?».
La risposta fu: «Perché? Tu l’hai letto?».
«Io sì. Ti piace?»
«Non mi persuade del tutto.»
(Antonio)

Incipit tratto da:
Titolo: Certi momenti
Autore: Andrea Camilleri
Casa editrice: Chiarelettere

Libri di Andrea Camilleri

Copertina di Certi momenti di Andrea Camilleri

Quarta di copertina / Trama

Quasi una vita, momento per momento, quelli più intensi che nel tempo acquistano ancora più vigore e ritornano in tutta la loro vividezza. Tanti incontri qui offerti nella forma del racconto, ognuno dei quali ha una luce, un’atmosfera e dei personaggi indimenticabili che hanno segnato soprattutto la giovinezza e l’adolescenza di Camilleri. Alcuni conosciuti negli anni più maturi, durante la sua carriera di regista teatrale e televisivo, molti altri sconosciuti, che ci riportano ai tempi del fascismo, della guerra, momenti segnati da storie che nei loro risvolti più umani e sinceri acquistano un tratto epico e la magia del ricordo assoluto perché unico nel costituire una tappa, una svolta nella formazione dello scrittore.
L’anarchica, invincibile indifferenza di Antonio, insensibile ai richiami militari e agli orrori della guerra; la bellezza sorprendente dell’incontro con un vescovo libero nella mente e nel cuore; l’indelebile ricordo di quella notte di burrasca quando il padre di Camilleri andò a salvare l’eroico comandante Campanella, dato per disperso; il coraggio della “Sarduzza” e la determinazione nel difenderla dal tenente tedesco; l’ultimo saluto a “Foffa”, prostituta per necessità, sola nella vita e negli affetti.
Intermezzati gli uni con gli altri ecco l’incontro con Primo Levi e i suoi silenzi, la stravaganza di Gadda e la suscettibilità di D’Arrigo, il franco scontro con Pasolini riguardo alla regia di una sua opera teatrale, poco prima della sua morte, l’impareggiabile bravura di Salvo Randone (senza dimenticare Elio Vittorini, Benedetto Croce e il quasi incontro con Antonio Tabucchi). Tra tanti personaggi si staglia un libro, quello più importante, La condizione umana di André Malraux, la cui lettura fu decisiva nel far crollare la fede fascista di Camilleri.
(Ed. Chiarelettere)

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