Nonnitudine – Fulvio Ervas

Incipit Nonnitudine – Fulvio Ervas

Incipit Nonnitudine

Clic, cloc, clac. Clank. Quando si sente clank, intenso come una montagna di pentole che cadono, la pompa dell’acqua si ferma. I tubi si svuotano. Le bolle d’aria corrono verso l’alto. Le pareti borbottano, scontente. I ragazzi si guardano e poi fissano miss Perfecta che sta in mezzo alla stanza. Su, leggere! Leggere! Leggere! Dov’è Amos? chiese miss Perfecta cercando,
nella piccola folla di ragazzini seduti sul pavimento di tappeti, un volto. Cercò tra le facce tonde, lunghe, larghe, ma Amos non c’era. Amos non è venuto, stamattina, disse una ragazzina che aveva tre treccine con fiocchi, diritte sopra la testa. Miss Perfecta batté le mani come a schiacciare un fastidio grosso quanto una formica soldato. Le batté per sei
volte. Ecco perché si sentivano tutti quei clank, pensò miss Perfecta. I Lettori Svogliati non s’impegnavano come di dovere e se, per aggiunta, mancava anche Amos, non si ricavava granché di energia da una mattinata di lettura. Molly! Porta qui Amos! Subito, disse miss Perfecta.

Incipit tratto da:
Titolo: Nonnitudine
Autore: Fulvio Ervas
Casa editrice: Marcos y Marcos
Qui è possibile leggere le prime pagine di Nonnitudine

Nonnitudine - Fulvio Ervas

Quarta di copertina / Trama

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È così piccolo, eppure cambia tutto: la sua risata è un’onda anomala di felicità.
Il nipotino è appena nato, e lui, giovane vecchio, cultore della Tavola periodica degli elementi, si sente improvvisamente dotato di superpoteri. L’attimo si dilata, suoni remoti diventano percepibili, l’orizzonte è molto più lontano.
Viaggia in uno spazio fatto di tempo.
Preso nel vortice della nonnitudine, sprofonda fino alle origini, tra la Giudecca e il Piave.
Riemerge nel presente avventuroso di mille conquiste epocali: il piccolo che sconfigge la gravità, dà un nome a se stesso e alle cose, coglie la magia benefica dei bidoni della raccolta differenziata.
E il futuro si srotola davanti come un luogo abitato, da rendere fertile e rigoglioso.
Lui non è l’unica vittima di questa strana malattia, che cambia il modo di stare al mondo: un gruppo nutrito di neononni finisce per darsi appuntamento al bar.
Accanto a birra fresca e ordinarie vanterie, cresce la voglia di discutere, esplorare, tornare a correre insieme, vivere per durare.
E a casa, quando sale la nostalgia per il nipotino lontano, c’è una lunga favola da scrivere: in una comunità sotterranea, sono i bambini che leggono a generare energia vitale, l’energia che potrebbe servire un giorno per ricominciare…
(Ed. Marcos y Marcos)

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