L’ospite – Giorgio Faletti

Incipit L’ospite

Stavo seduto con aria beata in una comoda poltrona d’ufficio e davanti a me Mario Manni, direttore di «Scout» e titolare dell’ufficio e relative comode poltrone, mi stava guardando con l’aria di chi ha visto l’uomo che ha visto l’uomo che ha lanciato il sasso nello stagno.
– Mi sa che è una sòla delle tue.
– Nemmeno per idea. Quando mai ti ho dato una sòla?
– Sempre.
Conoscevo Mario e sapevo che a stento riusciva a sottrarsi al gusto di una battuta, specie quando gli era servita su un piatto d’argento come avevo fatto io.
Se credeva però che sarei rimasto sugli spalti ad applaudire si sbagliava di grosso.

Incipit tratto da:
Titolo: L’ospite
Autore: Giorgio Faletti
Casa editrice: Einaudi

Bibliografia Giorgio Faletti

Copertina di L'ospite di Giorgio Faletti

Quarta di copertina / Trama

L’ospite è sempre diverso. È una presenza bizzarra e terrorizzante, dall’espressione imperturbabile, che attraversa la vita di un presentatore ritiratosi all’apice della carriera e quella di un cronista spregiudicato che ha seguito le sue tracce fino ai Caraibi. È un anonimo passeggero sceso da un treno in una stazione di provincia, un uomo che ha negli occhi la determinazione di chi ha compiuto una scelta: non ha scadenze da rispettare, solo un risultato da ottenere. L’ospite può portare a termine una resa dei conti perfetta, oppure essere un mistero tanto spaventoso che nessuno, in realtà, vuole svelare.
«I suoi occhi erano davanti a me, con la stessa nitidezza della prima e unica volta in cui i nostri sguardi si erano incrociati, cosí vicini da poter distinguere nettamente le sue pupille, nelle quali il colore non era immobile, ma pareva in continuo movimento. Fu come affacciarsi per un attimo sul bordo di un pozzo, nel quale l’acqua che rifletteva la luna non fosse uno specchio piano, ma si muovesse come aspirata da un gorgo».
(Ed. Einaudi)

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